
giovedì 31 gennaio 2013
Incidente con banditi in fuga: muore 25enne
TERNI 31 gennaio 2013 Si è concluso in tragedia questa notte attorno all'una l'inseguimento di due rapinatori intercettati dai carabinieri sulla Flaminia tra Terni e Spoleto. L'auto su cui i due albanesi viaggiavano si è infatti scontrata frontalmente con una vettura che arrivava in senso opposto: morta la conducente di questa seconda vettura, morto anche il passeggero sull'auto dei rapinatori, ancora sotto i ferri in condizioni gravissime il secondo rapinatore che era alla guida.
La vicenda ha avuto inizio alle 23.45 di ieri, a Massa d'Albe in provincia de L'Aquila, quando 4 uomini con indosso dei passamontagna e armati con un taglierino rapinavano un casolare abitato da un uomo, che consegnava loro quello che aveva in tasca, ovvero soli 50 euro e le chiavi della sua Ford Fiesta. L'uomo chiamava subito il 112 e venivano subito avvertiti i comandi dei carabinieri della zona. A mezzanotte e 50 l'auto veniva intercettata ad Arrone sulla statale Flaminia da una gazzella che subito iniziava l'inseguimento in direzione Spoleto dove veniva predisposto un posto di blocco. Durante l'inseguimento però la Ford Fiesta, con a bordo solo più 2 dei 4 rapinatori, in prossimità di una curva verso sinistra, presso cui c'era anche un cantiere, iniziava a sbandare ed invadeva la corsia opposta fino a mettersi di traverso rispetto alla carreggiata. In senso opposto sopraggiungeva proprio in quel momento una Fiat Panda con a bordo una studentessa 25enne, che impattava frontalmente a oltre 100 km l'ora con l'auto dei delinquenti sul lato del passeggero.
Sia per la ragazza che per il 28enne della Fiesta non c’è stato scampo. Salvo invece il secondo rapinatore che si trovava al volante e che portato all'ospedale di Spoleto è stato operato e si trova in gravi condizioni. Il 21enne, anche lui albanese, è in stato di fermo accusato per rapina e omicidio doloso con dolo intenzionale. Sarà l'autorità giudiziaria a formalizzare l'accusa nelle prossime ore.
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Stefania Casamassima di Castellaneta di 19 anni è morta
Tragica morte per una giovanissima pugliese la cui auto è uscita in curva per poi finire in un dirupo. Oltre al decesso da registrare tre feriti. L’incidente è avvenuto lungo la strada comunale 65 che dalla periferia della città porta alla stazione ferroviaria. La vittima è Stefania Casamassima di Castellaneta di 19 anni. Feriti gli altri tre occupanti dell’auto, tutti tra i 19 e i 21 e tutti di Castellaneta. Si tratta di due ragazzi, che hanno riportato ferite lievi, e di un’altra ragazza ricoverata in condizioni più serie a Taranto, ma non in pericolo di vita.
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E' stato trovato riverso a terra senza vita nel bagno del deposito di viale Molise un giovane 24 enne dipendente Atm
Milano, 31 gennaio 2013 - E' stato trovato riverso a terra senza vita nel bagno del deposito di viale Molise un giovane dipendente Atm. Secondo la polizia si tratta di un italiano di 24 anni, trovato a terra senza vita nella toilette dello spogliatoio. Accanto al cadavere, sempre secondo la ricostruzione della polizia, sono stata trovata una siringa e una fialetta di acqua depurata. A lanciare l'allarme, questa mattina alle 11.40, è stata l'addetta alle pulizie. Il giovane, dalle informazioni riferite dagli agenti, prestava servizio presso lo stesso deposito. Sul posto si è presentato il personale del 118, che non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. ''E' stato l'epilogo di una triste vicenda privata'', hanno detto alcuni colleghi che non hanno nascosto il loro dispiacere.
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Giuseppe Mascolo, 52 anni, di Venetico, è morto dopo avere fatto un volo di sette metri
Incidente mortale sul lavoro stamattina, poco prima delle 9, nel comune collinare di Fondachello Valdina (Me). Mentre stava ripulendo la grondaia di un capannone della ditta 'La Fauci laterizì, Giuseppe Mascolo, 52 anni, di Venetico, è morto dopo avere fatto un volo di sette metri. Immediati gli aiuti da parte dei colleghi di lavoro, ma per l'operaio non c'è stato nulla da fare. L'operaio è morto sul colpo. Per ricostruire la dinamica dell'ennesimo incidente mortale sul lavoro stanno indagando i carabinieri di Milazzo (Me), mentre nella stessa mattinata si è recato sul posto il magistrato della Procura di Messina, Federica Rende.
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mamma 27enne kosovara accompagna i figli all'asilo e poi s'impicca, soffriva di depressione
TREVISO 31 GENNAIO 2013 Ha accompagnato il figlio maggiore di 4 anni all'asilo, poi, invece di rientrare a casa, dove l'aspettavano l'altro bimbo di neanche un anno e la cognata, è scesa nel tunnel che porta ai garage del condominio, e si è tolta la vita impiccandosi.
A trovare il corpo senza vita di una 27enne kosovara, ieri mattina intorno alle 9, un vicino, che ha dato l'allarme. La tragedia si è consumata in via Verdi, a Candelù di Maserada (Treviso). La giovane mamma soffriva di depressione, acuita dalla sindrome post partum che si era manifestata dopo aver messo alla luce il secondo figlio. La donna era in cura da poche settimane presso i servizi psichiatrici dell'Usl: ieri non l'aspettavano né visite né colloqui. Le erano stati prescritti dei medicinali. In casa a farle compagnia c'era la cognata, che cercava di aiutarla nella cura dei bambini in questo periodo particolarmente difficile.
Una donna dal carattere chiuso, riservato. L'infanzia trascorsa nel Kosovo martoriato dalla guerra, che l'aveva segnata profondamente. Poi il matrimonio e il trasferimento in Italia, a Treviso. Un disagio tenuto dentro di sè, una depressione crescente con cui, purtroppo, aveva familiarità: anche il padre ne soffriva. Pochi mesi fa, la tragedia legata proprio al genitore, morto in patria. Il dolore per la sua perdita, la preoccupazione per la madre rimasta sola. Una persona fragile, la 27enne, diventata mamma per la prima volta 4 anni fa.
Ieri mattina, aveva accompagnato a piedi il piccolo all'asilo, poco lontano da casa, sulla via principale. L'altro figlioletto la aspettava a casa. Dopo il secondo parto, il suo stato psichico era peggiorato, tanto che da poche settimane la ragazza era entrata in cura. Era seguita dagli specialisti dell'azienda socio-sanitaria. Poi, improvvisamente, in lei è scattato qualcosa. Invece delle scale ha imboccato il tunnel della palazzina che conduce ai garage. Con una corda di nylon si è impiccata a una tubazione che corre lungo il soffitto. Era ormai senza vita quando un condomino, che stava andando a prendere la macchina, si è accorto del corpo e ha chiamato i soccorsi.
Sul posto sono intervenute Suem 118 e carabinieri, che hanno dovuto avvisare il marito, un 32enne, operaio in un'azienda di Breda. Il suo era l'unico stipendio: la moglie era infatti casalinga. In famiglia, difficoltà economiche comuni a molti altri, ma nulla che lasciasse presagire una tragedia come quella che si è consumata ieri mattina.
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Cadono in un crepaccio sull'Ortles: muore scialpinista 19enne, salvato il compagno
BOLZANO 31 GENNAIO 2013 L'operazione di soccorso era scattata di prima mattina sulla parete sud del massiccio dell'Ortles, nel Meranese, ma non c'è stato nulla da fare per uno dei due scialpinisti partiti ieri per un bivacco. Gli uomini del soccorso alpino di Solda sono stati portati in quota con un elicottero della protezione civile e hanno tentato l'impossibile salvando uno dei due dispersi.
La vittima è un giovane alpinista di Monaco di Baviera di soli 19 anni: è precipitato per oltre 600 metri la scorsa notte, mentre stava scavando una buca nella neve per bivaccare. Il suo compagno di cordata, un coetaneo, che aveva passato la notte in un'altra buca a poca distanza, si è accorto della tragedia solo questa mattina. Mentre scendeva la parete alla ricerca dell'amico, il tedesco è finito in un crepaccio. Fortunatamente è riuscito a lanciare l'allarme con il cellulare. È stato recuperato poco dopo dagli uomini dell'soccorso alpino di Solda in buone condizioni, con un principio di assideramento alle mani. Il suo compagno di cordate e stato invece trovato morto ai piedi di un canalone.
Le ricerche dell'altro sci alpinista erano dunque proseguite fino al ritrovamente nel primopomeriggio. La tragedia di stanotte in Alto Adige segue di soli 5 giorni l'incidente costato la vita a due cugini di Anterselva (Bolzano) venerdì scorso sul Cristallo a Cortina.
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Claudio Manzoni, è morto in un incidente stradale nella frazione di Gaggio in Piano a Castelfranco Emilia, nel Modenese
MODENA 31 gennaio 2013 Un uomo di 28 anni, Claudio Manzoni, è morto in un incidente stradale nella frazione di Gaggio in Piano a Castelfranco Emilia, nel Modenese. Il giovane era a bordo di una Mazda Mx-5 che intorno alle 5.30, per cause da accertare, è uscita di strada.
Inutili i tentativi di rianimarlo da parte del 118. Sull'auto c'era anche un 32enne, che ha riportato ferite guaribili in venti giorni. Sono intervenuti carabinieri, ma per estrarre i due corpi dall'abitacolo della Mazda Spider è stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco.
Si indaga per ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente. A quell'ora c'era una fitta nebbia in tutta la zona. Sul posto, oltre ai carabinieri, due ambulanze del 118 e l'automedica.
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Maria Elena Petruccioli 25 anni è morta la scorsa notte a Spoleto in un incidente stradale con una macchina guidata da due rapinatori inseguiti dai carabinieri
ROMA 31 gennaio 2013 Una ragazza di 25 anni è morta la scorsa notte a Spoleto in un incidente stradale con una macchina guidata da due rapinatori inseguiti dai carabinieri. La vittima, Maria Elena Petruccioli, di Montefranco, percorreva con la sua auto la ss3 Flaminia, quando all'altezza del km 12, all'uscita da una curva, una Ford Fiesta, sulla quale viaggiavano due albanesi in fuga dopo una rapina commessa in un'abitazione nell'aquilano, ha invaso la sua corsia di marcia schiantandosi sulla sua auto. Nell'impatto è deceduto anche il passeggero della Ford, M.M., albanese di 28 anni. Ferito in modo grave il conducente della vettura, D.V., 21enne, ricoverato all'ospedale di Spoleto.
Dei due rapinatori, due ragazzi albanesi, uno, 28/enne è deceduto sul colpo. L'altro, di 21 anni, è rimasto gravemente ferito ed è attualmente ricoverato all'ospedale di Spoleto. L'incidente è avvenuto lungo la Flaminia tra Terni e Spoleto.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri la Ford Fiesta con a bordo i due albanesi all'uscita di una curva a sinistra, a causa dell'elevata velocità, ha invaso l'opposta corsia di marcia, impattando con la Panda con a bordo la 25enne. In base a una prima ricostruzione sembra che la giovane fosse una studentessa che stava tornando a casa.
STAVA TORNANDO A CASA Stava tornando a casa dopo una serata trascorsa con il fidanzato Maria Elena Petruccioli, la 25/enne di Montefranco, morta la scorsa notte dopo che la sua Panda si è scontrata con una Ford Fiesta su cui viaggiavano due albanesi (uno dei quali è morto mentre l'altro è ricoverato in gravi condizioni) in fuga dopo una rapina per la quale erano inseguiti dai carabinieri.
La giovane è una studentessa. La sua morte ha provocato subito sconforto a Montefranco, un piccolo paese della Valnerina Ternana. Il centro stamani si è subito stretto intorno alla famiglia della 25enne. A casa dei suoi familiari si è subito recato il sindaco del paese.
FUGA DOPO RAPINA DA 50 EURO Erano reduci da una rapina che aveva fruttato 50 euro - secondo le indagini dei carabinieri - i due albanesi sull'auto che si è scontrata tra Terni e Spoleto con una Panda sulla quale viaggiava una giovane morta sul colpo. Gli stranieri erano inseguiti dai carabinieri della compagnia di Terni.
Secondo la ricostruzione fornita dall'Arma, la rapina è stata compiuta verso le 23.45 di ieri nella frazione Alba Fucens del comune di Massa d'Albe (L'Aquila). Quattro individui travisati con passamontagna, di cui uno armato di taglierino, si sono introdotti all'interno di una casa isolata e dopo avere minacciato il proprietario 64enne, si sono fatti consegnare 50 euro che l'uomo aveva nel portafogli.
Poi sono fuggiti - hanno riferito ancora i carabinieri - a bordo di una Ford Fiesta di proprietà della vittima della rapina. Immediatamente sono state allertate le centrali operative dell'Arma di Rieti e Terni, che hanno attivato tutti i servizi di controllo del territorio. Alle 5, nei pressi del comune di Arrone la Fiesta, con a bordo due dei presunti malviventi, è stata intercettata da una pattuglia dei carabinieri della compagnia di Terni che si è posta all'inseguimento.
La fuga è proseguita lungo la Flaminia in direzione Terni-Spoleto. La citata Fiesta, giunta all'altezza del chilometro 12, a causa dell'elevata velocità, sempre in base alla ricostruzione dei militari, ha invaso l'opposta corsia di marcia, scontrandosi con la Fiat Panda dalla 25/enne di Montefranco, che proveniva da opposta direzione.
La giovane è morta sul colpo così come il passeggero della Fiesta, poi identificato come un albanese 28enne. Il conducente della stessa Fiesta, di 21 anni, anche lui originario dell'Albania, è stato trasportato in gravi condizioni all'ospedale di Spoleto dove è piantonato. Ricercati dai carabinieri gli altri due autori della rapina.
GLI STUDI ARTISTICI Maria Elena amava l'arte e la creatività. Dal diploma all’istituto d’arte di Spoleto fino all’accademia di belle arti di Perugia, stava per diplomarsi in scenografia. «Non si tirava mai indietro, aveva voglia di lavorare e imparare. Aveva anche dipinto i muri per alcune scenografie dell’evento. Davvero una brava ragazza», così la ricordano gli organizzatori del festival della creazione contemporanea di Terni.
«Non sono una persona descrivibile… sono semplicemente io, con i miei pro e i contro. Senza alterazioni né finzioni». Così si descriveva su Facebook. Concreta, schietta e al tempo stesso sognatrice: Montefranco piange oggi la scomparsa di una delle sue creature più sensibili e di talento.
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mercoledì 30 gennaio 2013
19ENNE MORTO PER DROGA. ARRESTATO SPACCIATORE ACCUSATA MADRE E AMICI
Un 19enne morto per overdose, due persone (madre e figlio) che non chiamano i soccorsi quando il giovane si sente male, due spacciatori nei confronti dei quali vengono emesse ordinanze di custodia cautelare. C'e' tutto questo nell'indagine dei carabinieri della stazione di Sorrento (Napoli) che oggi hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Valeriy Suponin, 20enne residente a Sorrento ma di origini russe, e di divieto di dimora in provincia di Napoli per il 21enne Renato Troncone. I due sono accusati di spaccio di sostanze stupefacenti.
La duplice ordinanza, emessa dal gip del tribunale di Torre Annunziata, segue le indagini, coordinate dalla Procura oplontina e condotte dai militari, avviate dopo la morte per overdose di un 19enne, decesso avvenuto nel giugno dello scorso anno. Secondo le indagini, il giovane aveva trascorso la giornata precedente la sua morte con amici a Sorrento facendo uso di droga, prima di trascorrere la notte a casa di un conoscente, Francesco Sorrentino, continuando a fare uso di sostanza stupefacente. Sempre secondo gli inquirenti quando il 19enne era stato colto da malore in seguito all'assunzione di droga, Sorrentino e sua madre, Letizia Autiero (48 anni) non avevano prestato i dovuti soccorsi e anzi avevano chiamato il 118 solo la mattina seguente, dopo avere trascorso l'intera notte con il cadavere del giovane in camera da letto. I due sono accusati di omissione di soccorso. Dopo avere individuato i due spacciatori, i carabinieri hanno appurato che l'eroina assunta in dose letale proveniva dalle piazze di spaccio di Secondigliano, come indicato da Valeriy Suponin. Il 20enne di origini russe, secondo i carabinieri, sarebbe responsabile di spaccio di droga in Penisola Sorrentina in concorso con altri coetanei. Infatti sia Suponin che Troncone, che nonostante la giovanissima eta' hanno gia' precedenti specifici, ''riuscivano con costanza e 'professionalita'' - come afferma in una nota il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Alessandro Pennasilico - ad approviggionarsi, a Secondigliano, di diversi tipi di sostanza stupefacente (eroina, anfetamina, marijuana e cocaina) per poi in parte consumarla e in parte rivenderla''.
Inserito da:
Michele Cinque
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Addio a Lucio Mastroberardino, 45 anni, presidente dell’Unione italiana vini, protagonista del miracolo campano.
Addio a Lucio Mastroberardino, 45 anni, presidente dell’Unione italiana vini, protagonista del miracolo campano. Lavorava dalla fondazione, nel 1994, nell’azienda di famiglia, Terredora, a Montefusco, in provincia di Avellino, in Irpinia. Ha dedicato tutta la vita alla difesa dei vitigni
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Folla ai funerali di Angelo Di Alessandro, 9 anni, morto nell'incendio della sua abitazione a Livorno il 25 febbraio scorso.
Livorno, 30 gennaio 2013 - Chiesa gremita per i funerali di Angelo Di Alessandro, 9 anni, morto nell'incendio della sua abitazione a Livorno il 25 febbraio scorso. In centinaia hanno partecipato questo pomeriggio alla funzione svoltasi in cattedrale a Livorno per l'estremo saluto al bambino. Era presente anche la mamma di Angelo, Simona, dimessa sabato scorso dall'ospedale dove è invece sempre ricoverato il padre del bambino e un fratello di 11 anni: la donna era sorretta dai nonni del piccolo e dagli altri familiari.
Solo silenzio davanti a un dolore così grande - ha detto cominciando la celebrazione solenne il vescovo di Livorno Simone Giusti - sappiamo che il nostro caro Angelo è ora quello che esprime il suo nome''.
Al funerale, oltre alle autorità cittadine - il sindaco Alessandro Cosimi con parte della giunta e il presidente della Provincia Giorgio Kutufà in testa - e ai rappresentanti delle forze dell'ordine, hanno partecipato anche i compagni di scuola di Angelo che hanno deposto delle rose sulla piccola bara bianca".
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Un uomo e una donna sono stati trovati cadaveri in un'auto parcheggiata in località Valle Soda a Isernia all'interno di un bosco.
ISERNIA 30 gennaio 2013 Una storia che protebbe diventare un vero e proprio 'giallo'. Un uomo e una donna sono stati trovati cadaveri in un'auto parcheggiata in località Valle Soda a Isernia all'interno di un bosco. Si ipotizza un omicidio-suicidio. Sul posto ci sono i carabinieri.
I due non davano più notizie da lunedì. I carabinieri hanno transennato l'area dove è stata ritrovata l'auto con
all'interno i due corpi. Sul posto anche il magistrato Marco Gaeta e il medico legale di Isernia, Pierluigi Bontempo. Strazio all'arrivo dei familiari di una delle due vittime. Sul posto, si è appreso, che l'uomo aveva la passione per la caccia e che quindi conosceva bene la zona di Valle Soda.
I corpi sono stati ritrovati in seguito a una segnalazione al 112.
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Riccardo Chiusco, è stato ucciso ed il suo cadavere è stato fatto a pezzi. La figlia quarantenne della vittima è stata fermata dai carabinieri, che stanno accertando se è stata lei a commettere l'omicidio
COSENZA 30 gennaio 2013 Orrore nel Cosentino, a Trebisacce, dove un uomo di 72 anni, Riccardo Chiusco, è stato ucciso ed il suo cadavere è stato fatto a pezzi. La figlia quarantenne della vittima è stata fermata dai carabinieri, che stanno accertando se è stata lei a commettere l'omicidio. La donna è stata portata nella caserma dei carabinieri, che la stanno sentendo.
A scoprire il delitto, sono stati i vigili del fuoco ed i carabinieri, chiamati dopo che dall'appartamento in cui vivevano padre e figlia non rispondeva nessuno. I militari sono intervenuti dopo che alcuni familiari di Chiusco avevano segnalato che dell'uomo non si avevano più notizie da alcuni giorni.
LA FIGLIA ERA IN CASA Era in casa ed ha aperto la porta quando sono arrivati i carabinieri e i vigili del fuoco, Stefania, la figlia trentottenne di Riccardo Chiusco, l'uomo ucciso e fatto a pezzi a Trebisacce. La donna ha fatto entrare in casa i militari, che sono intervenuti assieme ai vigili del fuoco dopo che il fratello e un nipote della vittima avevano lamentato il fatto di avere telefonato più volte a casa del parente senza avere alcuna risposta.
All'interno dell'appartamento sono stati trovati sette o otto scatoloni contenenti i resti della vittima, avvolti dal cellophane e chiusi con nastro adesivo. Riccardo Chiusco, insegnante di lettere in pensione, rimasto vedovo da qualche anno, viveva con la figlia, nubile, iscritta alla facoltà di Medicina dell'Università di Perugia.
I RESTI IN UNO SCATOLONE Sono stati trovati all'interno di alcuni scatoloni parti del cadavere di Riccardo Chiusco, l'uomo di 72 anni ucciso e fatto a pezzi a Trebisacce. Gli scatoloni erano nell'abitazione che Chiusco condivideva con la figlia. L'appartamento in cui vivevano Chiusco e la figlia si trova in una zona centrale della frazione marina di Trebisacce, centro dell'Alto Jonio cosentino.
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Gabriele Abbate, è morto cadendo da un'impalcatura, in serata, a Partinico
PALERMO 30 gennaio 2013 Un imprenditore di 43 anni, Gabriele Abbate, è morto cadendo da un'impalcatura, in serata, a Partinico (Palermo). La ditta della vittima stava effettuando lavori di ristrutturazione della facciata di un immobile. Abbate ha fatto un volo di alcuni metri ed è morto sul colpo. Indagano i carabinieri.
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Donati gli organi del barista ucciso Artan Meta da Nicholas Melis
VILLASOR.30 gennaio 2013 Ultimo atto di generosità di Artan Meta, il commesso barista albanese di 45 anni morto avantieri in ospedale a seguito di un violentissimo calcio in faccia sferrato dallo studente diciottenne Nicholas Melis, rimproverato per aver assestato alcuni colpi al distributore di sigarette che non gli aveva dato il resto per l’acquisto effettuato.
I due fratelli dello sventurato Artan, giunti a Cagliari da Genova dove risiedono con l’anziana madre, hanno voluto donare gli organi del congiunto, già espiantati dai medici dell’ospedale Brotzu di Cagliari. Lui avrebbe voluto così – come hanno detto gli stessi fratelli e i tanti amici che si era fatto a Villasor fin da quando era arrivato 25 anni fa assieme ad alcuni connazionali in cerca di lavoro allo zuccherificio e nella raccolta delle barbabietole – «perché era una persona estremamente buona, generosa e altruista». Questo pomeriggio alle 15 il medico legale Francesco Paribello eseguirà l’autopsia, presente anche il perito di parte Filippo Monni nominato dai genitori di Nicholas Melis. «Vogliamo siano stabilite con certezza le effettive cause del decesso – afferma l’avvocato Carlo Monaldi, difensore dello studente adesso accusato di omicidio preterintenzionale – e sapere anche se in ospedale c’è stato qualche disguido medico dato che le sue condizioni erano date in netto miglioramento e sembra che lo stessero perfino dimettendo. Poi le condizioni si sono inaspettatamente aggravate ed è sopraggiunto il decesso. Cosa è successo?».
L’avvocato Monaldi si pone anche un’altra domanda, che in sostanza non sembra cambiare gran che la posizione del suo giovane assistito: «Il calcio ha sicuramente causato una lussazione della mascella, la persona colpita è caduto di peso all’indietro battendo posteriormente il cranio. Può essere che l’ematoma interno sia stato procurato dalla caduta conseguente al calcio». In tal caso, potrebbe essere differente la futura posizione processuale di Nicholas Melis? Intanto a Villasor si organizzano i funerali del “povero Artan” prima del rientro della salma in Albania. La popolazione è profondamente scossa, l’intero paese lo aveva adottato e lo stimava davvero tanto. Per domani o dopo – dipende dalla data del funerale – è prevista una fiaccolata in memoria di Artan, «per dare l’ultimo saluto a un nostro fratello». Unanime, al contrario, la condanna per Nicholas Melis. Sul web in particolare si sprecano i commenti contro il giovane aggressore, capace di peggiorare ulteriormente la propria immagine con i commenti da lui stesso pubblicati sul profilo facebook (poi eliminati) la sera del pestaggio: «Avrei dovuto dargliene due di calci». Ne è bastato uno solo per uccidere un uomo tranquillo e perbene.
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Michael Passatempi 20 anni ucciso soffocato perchè un operatore si è seduto sulla sua schiena schiacciandola impedendogli di respirare
Michael Passatempi, il ragazzo di 20 anni ospite della struttura Casa Dolce per disabili adulti a Casalecchio di Reno, è morto soffocato perchè un operatore si è seduto sulla sua schiena schiacciandola impedendogli di respirare mentre altri due operatori lo tenevano bloccato per le gambe e le braccia. Sono le conclusioni alle quali sono arrivate le indagini del pm Giampiero Nascimbeni che ha spedito l’avviso di fine indagine a tre operatori, due uomini e una donna, che la sera dello scorso 27 agosto intervennero per contenere un episodio di aggressività del ragazzo che non voleva abbandonare il suo gioco alla Play station. I tre operatori, M.B. di 32 anni, M.M. 54 anni e D.B. 30 anni, sono accusati di omicidio colposo.
L’operatore più adulto sarebbe quello che è salito sulla schiena del ragazzo mentre gli altri due lo trattenevano per gli arti. E questo sarebbe durato alcuni minuti, almeno fino all’arrivo dell’ambulanza del 118. Secondo il pm la morte di Michael è avvenuta per asfissia meccanica da compressione toracica, per il consulente di parte di uno degli avvocati difensori l’asfissia era invece stata generica.
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Stefano Riccioletti,49 anni chef italiano, da anni negli Stati Uniti, è stato travolto da un'auto pirata che lo ha ucciso.Guidata Karlie Tomica 20 anni
MIAMI 30 gennaio 2013 Stava andando al lavoro come ogni mattina al ristorante Terrazza dello Shore Club di South Beach, in Florida. Ma Stefano Riccioletti, chef italiano, da anni negli Stati Uniti, è stato travolto da un'auto pirata che lo ha ucciso.
Alla guida - si legge sul Miami Herald - una ragazza di 20 anni, Karlie Tomica, che è stata arrestata vicino alla sua abitazione dopo essere fuggita senza prestare soccorso alla vittima. Riccioletti, 49 anni, si era trasferito in Florida tre anni fa, dopo aver lavorato per anni nei più famosi ristoranti italiani di New York: 'San Domenicò al Central Park, 'Cipriani' al Rockfeller Center e 'Ventò nel distretto del Meatpacking. Separatosi di recente dalla moglie Patrizia Pesce, lascia tre figli: Jacopo di 18 anni che vive in Italia, Camilla di 12 anni e Filippo di otto che vivono nell'area di Miami.
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Mario Bortolini è stato trovato senza vita vicino alla porta d'ingresso dai vigili del fuoco
Padova 30 gennaio 2013 L'inquilino, il 50enne Mario Bortoli, è stato trovato senza vita vicino alla porta d'ingresso dai vigili del fuoco accorsi sul posto questa mattina alle 9.45. La morte probabilmente per intossicazione, dopo aver inalato i fumi della combustione. I carabinieri stanno comunque indagando per approfondire le cause del rogo e del decesso.
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Umberto Rusi, 86 anni pensionato di Cupello, è morto investito poco dopo le 10,00 sulla strada Statale 86, che collega Vasto a Cupello
CUPELLO. Ha attraversato la strada forse distrattamente come aveva fatto centinaia di volte. Oggi però gli è stata fatale.
E' morto sul colpo Umberto Rusi, 86 anni pensionato di Cupello, investito poco dopo le 10,00 sulla strada Statale 86, che collega Vasto a Cupello. L' anziano, residente in contrada Polercia, è stato preso in pieno da un Renault Master di un'azienda ortofrutticola della Val di Sangro. Inutili i tentativi di soccorso. L'incidente è avvenuto a poche centinaia di metri dall'abitazione dell'anziano molto noto in paese.
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Alessandro Salem, 46 anni, noto farmacista è la vittima dell'incidente stradale avvenuto la notte scorsa alla Favorita di Palermo
PALERMO 30 gennaio 2013 Incidente stradale mortale nella notte a Palermo. La vittima è un uomo di cui non sono state ancora rese note le generalità. Poco dopo la mezzanotte il mezzo su cui viaggiava alla Favirita è andato a schiantarsi contro un cancello.
L'auto è andata a fuoco e il conducente è morto carbonizzato. È stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco per riuscire a estrarre il corpo della vittima dalle lamiere della Fiat 600.
E' UN NOTO FARMACISTA È il farmacista palermitano Alessandro Salem, 46 anni, la vittima dell'incidente stradale avvenuto la notte scorsa alla Favorita di Palermo. Il suo corpo è stato identificato solo in mattinata. La notte scorsa, il farmacista, molto noto in città, si è schianatato, per cause da accertare, contro il Cancello Giusino, una delle uscite del Parco della Favorita. L'auto ha preso fuoco e il professionista è morto carbonizzato.
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martedì 29 gennaio 2013
Angelo Michele Capuano e la moglie Orsola Leonardi uccisi dall'amministratore di condominio
LUGANO 29 gennaio 2013 Una coppia di coniugi italiani, emigrata in Svizzera nel 1975 da Anzano di Puglia, nel Foggiano, è stata uccisa ieri sera a colpi di pistola a St. Margrethen, nel canton San Gallo della federazione elvetica. Le vittime sono Angelo Michele Capuano, 74 anni, e la moglie Orsola Leonardi, 67. Responsabile dell'omicidio è l'amministratore di condominio, un 41enne con il quale marito e moglie avrebbero avuto dissidi.
Il duplice omicidio, secondo quello che si è saputo, è stato compiuto davanti all'abitazione dei due, alla periferia della cittadina svizzera, mentre marito e moglie rientravano con le buste della spesa. Il presunto assassino, allontanatosi con un'automobile, è stato successivamente arrestato dalla polizia nei pressi del lago di Costanza a una dozzina di chilometri dal luogo del duplice omicidio.
Delle due vittime, il marito è stato trovato morto all'arrivo dei soccorritori, mentre la moglie è morta dopo essere stata ricoverata in ospedale in gravissime condizioni. Le indagini, riferisce la Polizia cantonale, sono tuttora in corso.
Ad Anzano di Puglia, paese del Subappennino dauno, vivono alcuni nipoti dei coniugi Capuano che sono partiti per la Svizzera quando hanno appreso la notizia.
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Giulia Salviato, di 32 anni muore in un incidente contro un tir sulla prenestina
MESTRE 29 gennaio 2013 Sarebbero state ghiaccio e nebbia le cause che hanno portato la macchina di una giovane dona ad andare nella corsia opposta e ad impattare contro un tir. La vittima è Giulia Salviato, di 32 anni, che stava tornando a casa dopo il lavoro, la giovane si occupava delle vendite per la Log607, azienda di editoria a Roncade.
Secondo le ricostruzioni della polizia la donna avrebbe perso a causa delle sfavorevoli condizioni del manto stradale il controllo della sua vettura venendo poi centrata sulla fiancata destra dal camion. L’auto si è rigirata su se stessa invadendo la corsia opposta e l’autista del mezzo pesante, un 50enne di Camponogara, a causa della nebbia non ha potuto vedere il veicolo in tempo e non è riuscito a schivarla.
E’ stato prorpio il camionista ad avvertire i soccorsi, ma per Giulia non c’è stato più niente da fare.
Notevoli, poi, sono stati i disagi per il traffico a causa dei rilievi di rito che hanno causato diverse deviazioni.
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Nicola Fumagalli è stato trovato all'alba di sabato scorso a Brasilia in strada dopo essere precipitato dal decimo piano dalla stanza dell'albergo in cui alloggiava.
BRASILIA 29 gennaio 2013 È giallo sulla morte di un fisioterapista di Bergamo. Il cadavere di Nicola Fumagalli è stato trovato all'alba di sabato scorso a Brasilia in strada dopo essere precipitato dal decimo piano dalla stanza dell'albergo in cui alloggiava.
Secondo quanto riporta Bergamo News l'uomo si trovava in stanza con altri due amici. Per ora non si hanno informazioni sulla dinamica della morte e l'ambasciata italiana in
Brasile, per rispetto della famiglia, non ha rilasciato dichiarazioni. L'uomo lascia una giovane moglie, ma per ora la polizia brasiliana non esclude l'ipotesi del suicidio. La salma del fisioterapista tornerà in Italia ra domani e giovedì.
«Parto per respirare cielo, verde e natura amazzonica» aveva confidato Nicola agli amici, prima della partenza. Il gruppo di amici doveva partecipare ad un festival new age ad Alto Paraìso de Goiàs, una località vicino alla capitale brasiliana. Resta anche il giallo sul suo ritorno, l'uomo aveva deciso, infatti, di anticipare di una settimana la sua partenza per l'Italia.
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Alex Lazzarotto 19 anni è morto precipitando nella tromba del giroscale a Bolzano
BOLZANO. 29 gennaio 2013 «Era un ragazzo d’oro. Tutti gli volevano bene. Lavorava qui da quattro anni. Ogni fine settimana veniva e portava in giro le pizze. Siamo sconvolti. Non possiamo ancora credere che Alex sia morto». A parlare è il proprietario del “Pizzacall” di via Marconi, Stefan Boschetti.
L’imprenditore conosceva bene il bolzanino di 19 anni, morto tragicamente nella notte tra sabato e domenica. «Ho parlato con i suoi genitori. È indescrivibile. Un dolore infinito. Siamo tutti senza parole. Quando ho saputo dell’accaduto, ho pensato a un brutto scherzo. Invece, è tutto vero. Alex non c’è più».
Alex Lazzarotto era un ragazzo serio e indipendente. Sin da quando aveva quindici anni aveva deciso di lavorare nel fine settimana, per non dover dipendere in tutto e per tutto dai genitori. «Ieri sera (sabato sera, ndr) - prosegue Boschetti - l’ho visto andare via. Ha salutato e ha raggiunto alcuni amici. È normale a questa età. Avrebbe dovuto venire oggi pomeriggio per fare qualche altra oretta di lavoro. Non posso crederci». Boschetti non riesce più a parlare. Ha le lacrime agli occhi. Si capisce che a quel ragazzo voleva bene.
Alex Lazzarotto aveva un’altra grande passione: la musica. Ma non si limitava ad ascoltarla alla radio come tanti suoi coetanei. Nel 2011 ha partecipato al festival studentesco con il suo gruppo dell’Itg-Delai. Lui suonava il basso. Amava il rock e amava potersi esprimere attraverso la musica.
Ieri, durante tutto il giorno, gli agenti hanno sentito le dichiarazioni degli amici di Alex Lazzarotto.
Sono stati invitati in questura per ricostruire gli ultimi spostamenti del giovane bolzanino.
Alex ha lavorato fino alle 22 di sabato sera. Poi ha raggiunto degli amici. Ha passato qualche ora in compagnia. Dopo le due non l’ha più visto nessuno. Per questo, gli investigatori pensano che la disgrazia sia avvenuta dopo quell’ora. Tutti hanno confermato, che Alex era allegro e stava bene.
di Susanna Petrone
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Matteo Rosante, 29 anni è morto in un tragico incidente.Sulla S. P. 91
PADOVA 29 gennaio 2013 La sua auto ha sbandato, poi è volata contro un platano, lui è stato sbalzato dal finestrino, caduto in un fossato e infine schiacciato dalla vettura che lo ha investito. Così è morto un giovane di Ospedaletto Euganeo, Matteo Rosante, 29 anni. Il ragazzo era alla guida della sua Ford Fiesta. Stava transitando sulla S. P. 91. Verso le 21.30 ha improvvisamente perso il controllo del mezzo lungo la strada che collega Ponso a Palugana, frazione di Ospedaletto.
Inutile ogni tentativo di salvargli la vita, e ai vigili del fuoco intervenuti per liberare Matteo dalle lamiere non è restato altro che estrarre un corpo senza vita. Ad assistere alla scena, gli amici del ragazzo, arrivati a Palugana appena saputo dell'incidente. Il corpo è stato trasferito nella camera mortuaria dell’ospedale di Este.
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Roberto Mariniello, è stato trovato senza vita all'interno del proprio appartamento in via Tironcelli, a Torre del Greco
NAPOLI 29 gennaio 2013 Il corpo di un uomo di 57 anni, Roberto Mariniello, è stato trovato senza vita all'interno del proprio appartamento in via Tironcelli, a Torre del Greco (Napoli). A fare la scoperta è stata poco dopo le 11 la donna delle pulizie. Nella casa, sita al terzo piano di uno stabile, sono state rinvenute diverse macchie di sangue.
Ad un primo esame l'appartamento risulta in ordine ma ci sono elementi che fanno pensare ad una morte violenta. In ogni caso si attende l'arrivo del medico legale per stabilire con certezza l'origine della morte. Sul posto sono intervenuti i carabinieri cui sono affidate le indagini.
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lunedì 28 gennaio 2013
M.S. di 61 anni, e’ morto in un incidente sul lavoro che si e’ verificato in una zona al confine tra Melicucco e Rosarno.
Un boscaiolo, M.S. di 61 anni, e’ morto in un incidente sul lavoro che si e’ verificato in una zona al confine tra Melicucco e Rosarno.
Secondo una prima ricostruzione fatta dalla Polizia, l’uomo era sul cassone di un camion sul quale venivano caricati tronchi di ulivo quando, per cause in corso di accertamento, ha perso l’ equilibrio ed e’ caduto sull’asfalto battendo la testa.
A nulla sono valsi i soccorsi prestatigli dal servizio di emergenza 118
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Lutto nell’atletica: è morto l’ex primatista nei 10mila metri Samson Kimombwa
Lutto nel mondo dell’atletica: è morto Samson Kimombwa, il primo africano in assoluto a stabilire il record mondiale sui 10.000 metri a Helsinki 1977.
Kimombwa aveva 57 anni ed è deceduto in seguito ad un’emorragia al pancreas. Attualmente era impegnato nell’insegnamento di matematica e fisica, ma vantava anche un passato da allenatore di alcuni fondisti dei 3000 siepi come Moses Kiptanui, Brimin Kipruto e Saif Saaeed Shaheen, attuale primatista del mondo.
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Veronica Grazzi, la giovane, 18enne da pochissimi giorni ci lascia
NOVARA, 28 GENNAIO 2012 – «Oggi c’è un po’ di sole, hai visto Vero? Sei arrivata tu lassù e hai deciso di far uscire uno spiraglio di luce per noi… Magari illuminerà un po’ la giornata, porterà un po’ di calore nel cuore. Magari in questa giornata di sole avremmo fatto una passeggiata per i campi come sempre, non so cosa avremmo fatto oggi… ma quelle passeggiate mi mancano già come l’aria. Perciò oggi esco un po’. Passeggio da sola, pensando di stare vicino a te».
E’ solo uno dei moltissimi commenti, certo uno tra i più toccanti, apparsi in questi giorni sul social network Facebook da parte di amici, famigliari e conoscenti di Veronica Grazzi, la giovane, 18enne da pochissimi giorni (li aveva compiuti il 21 gennaio), deceduta a causa di un improvviso malore nella serata di venerdì, nella sua casa al Torrion Quartara. Un cordoglio e uno stupore, per la scomparsa di un angelo così giovane, che, in un attimo, hanno invaso Facebook, con parole di conforto e di solidarietà tanto sulla bacheca della ragazza quanto su quelle di mamma Cristina (con papà Cesare) e del fratello minore Federico («il vostro angelo è volato via, ma siate forti, vi guarderà sempre da lassù»). A farsi forza, tra loro, anche gli amici più cari di Veronica, dal fidanzato Manuel, presente in casa al momento della tragedia, alle amiche e agli amici di sempre, ancora increduli per l’accaduto. «E ora? Ora chi mi aiuta a superare tutto? Ti amo amore mio. Con tutto il mio cuore. Sei e resterai per sempre la mia migliore amica. Una gran parte di me se n’è andata con te»; «Da lassù ci sta guardando e ci sta dicendo, come diceva sempre: oooo, ma un po’ di vita». E ancora «non dimenticheremo mai il tuo sorriso»; «E’ solo partita per un lungo viaggio… Ed è lì ad aspettarci con ansia. Insieme supereremo tutto».
La tragedia si è consumata intorno alle 20 di venerdì, alla cascina Cascinetta di via Maestra, al Torrione. Veronica si stava preparando per la cena quando, mentre si trovava in bagno, ha avvertito un malore e ha chiamato i genitori. Il 118, immediatamente allertato, è giunto sul posto in pochissimo tempo, ma la ragazza, crollata al suolo, non ha più ripreso conoscenza. Nelle ore precedenti nulla poteva far presagire il dramma. Veronica nel pomeriggio era andata a spasso con un’amica in centro a Novara, prendendo una cioccolata e chiacchierando con lei. Gli amici , tra l’altro, avevano preparato una festa a sorpresa per i suoi 18 anni, che si sarebbe dovuta svolgere sabato sera.
Veronica aveva frequentato l’Istituto Magistrale Bellini sino a due anni fa. Aveva poi iniziato un corso per parrucchiera alla Filos, a Sant’Agabio, ed era in procinto di iniziare a lavorare, a svolgere quel lavoro che le piaceva tanto. Lascia la mamma Cristina, casalinga, il papà Cesare, allenatore di squadre giovanili di calcio, il fratellino Federico e l’amato fidanzato Manuel. «Una famiglia sempre presente in oratorio, composta da persone molto brave e conosciute nel quartiere – rileva don Paolo Milani, parroco del Torrion Quartara sino allo scorso novembre – Hanno sempre abitato qui, come i nonni. Conoscevo Veronica, una ragazzina gentile e sempre sorridente. Ha fatto in parrocchia la Comunione e la Cresima. A breve avrebbe iniziato a lavorare. Sono molto vicino alla famiglia». In attesa dell’autopsia, che sarà eseguita nei prossimi giorni, così da accertare le cause esatte del decesso, non è ancora stata fissata la data dei funerali. Potrebbero svolgersi probabilmente a metà settimana, alla chiesa del Torrione.
Monica Curino
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Simone Pacchiano 30 anni di Raviano Modena muore in un incidente a Crevalcore
In entrambi i casi inutili gli interventi del 118. Alle 7 ha perso la vita un automobilista di 32 anni. Alle 9.30 è deceduto Simone Pacchiano, operaio del Modenese finito con la vettura in un canale. Inoltre, attorno alle 9.30 di questa mattina, nelle campagne di Crevalcore, Simone Pacchiano, operaio di 30 anni di Ravarino (Modena), è morto in un secondo incidente stradale. L’uomo è finito con la sua auto in un canale. Inutile l”intervento dei carabinieri e del 118.
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Addio Fulvio Ruffa, sindaco da due mandati era molto amato in paese
Il vicesindaco Michelotti: 'Il paese perde il suo punto di riferimento. Per me è come se fosse mancato un fratello'
Era ricoverato al Santa Croce di Cuneo da tempo e le notizie non erano confortanti. Oggi al triste notizia che ha commosso tutto il paese. Fulvio Ruffa, sindaco da due mandati era molto amato in paese, da sempre all'interno della macchina amministrativa comunale
" Siamo tutti sconvolti, è come se fosse mancato un fratello - afferma il vice sindaco Domenico Michelotti. Ci conoscevamo sin da ragazzi, abbiamo condiviso 9 anni di amministrazione, ogni giorno. Un punto di riferimento per tutti. Dopo avermi comunicato il suo male era li a pensare al comune, se io ce la facevo ad andare avanti nella sua assenza, alla.polazione, alle grane in corso. Era molto attaccato al paese perchè aveva rispetto di tutti e di tutto."
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Brendan Lynch, giocatore professionista di una squadra di rugby della Capitale (la Capitolina Rugby), è morto in un incidente stradale sul Grande Raccordo Anulare.
ROMA 28 gennaio 2013 Lutto nel mondo del rugby romano. La scorsa notte un ragazzo inglese di 27 anni, Brendan Lynch, giocatore professionista di una squadra di rugby della Capitale (la Capitolina Rugby), è morto in un incidente stradale sul Grande Raccordo Anulare. Il giovane verso la mezzanotte era a
bordo di una Honda Sh300, quando all'altezza dell'innesto dell'A-24, Roma-L'Aquila, sulla corsia esterna laterale, ha avuto un incidente stradale con un altro mezzo che però non si è fermato. La polizia stradale di Settebagni deve accertare se si tratti di un'auto pirata o se il mezzo, forse un camion, abbia urtato lo scooter senza accorgersi dell'incidente.
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domenica 27 gennaio 2013
Alessio Miceli, di 34 anni, è morto dopo essere stato colto da malore durante un'azione di gioco nella partita contro il Corigliano
LECCE 27 gennaio 2013 Tragedia in campo nel Salento dove un giocatore di 34 anni del Soleto, Alessio Miceli, di 34 anni, è morto dopo essere stato colto da malore durante un'azione di gioco nella partita contro il Corigliano, campionato di seconda categoria. A stroncare la vita del calciatore, probabilmente un aneurisma. Miceli si è accasciato per due volte in campo, prima di perdere conoscenza. La prima volta sembrava che il giocatore si fosse fermato per allacciarsi una scarpa, poi si è rialzato ma è ricaduto sul manto erboso. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime. I dirigenti della squadra, i tifosi sugli spalti e i compagni di squadra hanno immediatamente dato l'allarme agli operatori del 118 ma a nulla è valso il tentativo dei sanitari di rianimarlo con l'utilizzo anche del defibrillatore. Il calciatore è morto durante il trasporto nell'ospedale di Galatina, a quanto pare senza riprendere mai conoscenza.
CORDOGLIO SU FACEBOOK Non appena si è diffusa la notizia dolore e sgomento sono stati espressi su Facebook dei tifosi del Soleto: «... se ne va tra gli angeli del cielo un grande uomo, un grande amico, ma soprattutto un grande calciatore! Ciao Alessio! Insegna agli angeli a segnare come hai sempre fatto!», è scritto nella pagina Fb della polisportiva del comune salentino. Tanti i messaggi di cordoglio, anche da chi non è tifoso della squadra di calcio. Il sindaco del comune di Soleto, Elio Serra, ha incontrato lo staff medico della squadra che ha soccorso il calciatore nei primi concitati momenti e successivamente anche i sanitari del 118 e i medici del pronto soccorso di Galatina dove il 34enne è stato trasportato. I sanitari hanno riferito che a provocare la morte del calciatore potrebbe essere stato, con molta probabilità, un aneurisma cerebrale. La stessa comunicazione sul tipo di malore è stata fatta dai medici al magistrato di turno Paola Guglielmi che, in assenza di denunce, non ha disposto l'autopsia consegnando la salma ai familiari.
«SIMILE A MOROSINI» Chi era presente alla tragedia racconta di una sequenza drammaticamente simile a quella della morte di Piermario Morosini. Alessio Miceli è stato visto accasciarsi lontano dall'azione di gioco un paio di volte: la prima volta ha tentato di rialzarsi ma alla seconda, subito dopo, è caduto sul prato privo di sensi. Il defibrillatore è stato usato immediatamente, con nove scariche. Ma ogni tentativo è stato inutile. Alessio era il più grande di due fratelli, tutti e due giocatori nella squadra del loro paese ed era una maresciallo dell'Aeronautica in servizio nell'aeroporto militare di Galatina.
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sciatrice di 34 anni muore cadendo dalla seggiovia da un altezza di 7 metri
BERNA 27 gennaio 2013 A causa delle ferite riportate cadendo dalla seggiovia a Hoch-Ybrig (Canton Svitto), è morta domenica una sciatrice di 34 anni. La sventurata, che praticava lo snowboard, è caduta da un'altezza di sette metri, battendo la testa.
La dinamica è ancora al vaglio degli agenti, ma secondo le prime ipotesi la donna - che era in compagnia del marito - non è riuscita ad abbandonare la seggiovia una volta giunta in vetta; a quanto pare, il suo zainetto era rimasto incastrato nel sedile. Si è quindi inserito lo stop d'emergenza e, a causa del blocco improvviso della seggiovia, è caduta nel vuoto. La polizia svittese ha aperto un'inchiesta.
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Un 51.enne italiano, residente in Svizzera muore in slitta contro gatto delle nevi
FIDERIS (GR) 27 gennaio 2013 Un 51.enne italiano, residente in Svizzera, che effettuava una discesa con la slitta ieri sera verso le 22.15 a Fideris (GR) è morto scontrandosi con un gatto delle nevi. Stando ai primi accertamenti, la collisione si è verificata mentre l'uomo stava per superare il veicolo, ha indicato oggi la polizia retica.
Il pendio grigionese è uno dei più apprezzati dagli appassionati di slitta. Durante le discese notturne gli sportivi si muniscono di lampade frontali, ha precisato la polizia, aggiungendo che quella di ieri era una serata di luna piena.
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Addio l'ingegnere Giovanni Naldi Equitazione e solidarietà le passioni
NAPOLI 27 gennaio 2013 Ha trascorso la sua vita dedicandosi alla famiglia e al lavoro, con discrezione ed eleganza, rispetto dell’etica imprenditoriale e profonda umanità ma sempre «a fari spenti», come era solito ricordare ad amici e parenti. Una frase che è un elogio alla sobrietà e al rigore, qualità che hanno da sempre caratterizzato la vita dell’ingegner Giovanni Naldi , per tutti Nino, deceduto ieri mattina nella sua villa di Posillipo, circondato dall’affetto dei suoi familiari. Cavaliere del Lavoro dal 1987, insignito del riconoscimento per il settore industria alberghiera, e fondatore di uno dei più prestigiosi imperi alberghieri d’Italia e di una banca, l’Istituto Nazionale di Credito Edilizio di Roma (poi ceduto per implementare il gruppo alberghiero), l’imprenditore nato a Napoli nel 1925 da alcuni anni era stato affiancato nella gestione dei suoi alberghi in Campania, nel Lazio e in Svizzera dai figli Emma, Roberto, Toto (ex presidente del Napoli) e Teresa che con lui hanno condiviso le esperienze lavorative, appreso e sviluppato il senso di dovere nei confronti della città, dei collaboratori e dei dipendenti delle singole aziende.
Un patrimonio fatto sì di alberghi, ma anche e soprattutto di valori umani tramandati con semplicità ed orgoglio di generazione in generazione. Ed oggi sono proprio i quattro figli ed i nipoti dell’ingegner Naldi a continuare con passione, impegno e profonda dedizione l’attività imprenditoriale di famiglia, legata soprattutto al ramo alberghiero.
Naldi, protagonista della rinascita di Napoli nel settore dell’edilizia, si laureò a 23 anni in Ingegneria edile e due anni dopo sposò Adele, unica figlia dell’ingegner Roberto Fernandes, imprenditore illuminato del dopoguerra, che negli anni Sessanta costruì anche l’opera Don Guanella di Napoli, la grande struttura per l’accoglienza dei bambini orfani a cui la famiglia Naldi è oggi molto legata. L’ingegner Fernandes individuò nel genero il suo ideale braccio destro e il valido successore a cui affidare non solo i frutti del suo lavoro, ma principalmente il futuro della propria famiglia.
E così è stato: Naldi fu da subito tra i protagonisti della ricostruzione della città per poi diventare un imprenditore alberghiero autorevole, vero e proprio punto di riferimento per il territorio partenopeo, stimato oltre i confini locali, con le aziende disseminate tra Italia e Svizzera. Il giovane Nino contribuì con lungimiranza e impegno alla realizzazione di quasi tutti gli investimenti nel campo alberghiero, con un occhio sempre puntato verso le novità architettoniche - prediligendo le collaborazioni di architetti del calibro di Giò Ponti e Ferdinando Chiaromonte - e innovativi servizi per la clientela.
Il gruppo Naldi-Fernandes inaugurò così numerosi hotel a cui negli anni se ne sono aggiunti altri, dal Parco dei Principi di Sorrento e l’omonimo hotel di Roma, al Royal e poi il Continental e il Santa Lucia, il Mediterraneo e l’ Oriente a Napoli, lo Splendide e l’Eden a Lugano, l’Hilton a Milano, il Flora a Roma. Sempre accanto alla moglie, scomparsa quindici mesi fa e ai figli, che continuano a tener viva la tradizione alberghiera di famiglia sulla base dei valori perseguiti dal padre, l’ingegner Naldi dal 1998 era senatore emerito dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Napoli.
Ironico e comunicativo, sempre attento verso il sociale, Nino Naldi è stato animatore di numerosi e importanti eventi partecipando attivamente alla vita sociale e imprenditoriale di Napoli. Tra le sue passioni quella per il mare e tra i suoi hobby soprattutto l’ equitazione, che lo ha visto a lungo partecipare a gare sui campi di tutta Italia e anche all’estero.
Celebre la foto del 1961 che oggi conservano con affetto i figli e che ritrae l’ingegnere Naldi gareggiare sul suo amato cavallo Kongo nel corso di una competizione nazionale. Una passione, quella per l’equitazione, che Nino Naldi ha trasmesso ai figli prima e ai nipoti poi. Numerosi gli imprenditori e gli amici più cari che già ieri si sono stretti attorno alla famiglia. I funerali dell’imprenditore si terranno oggi alle ore 13.30 nella chiesa del Corpus Christi Regina del Rosario, in via Manzoni a Napoli.
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DONATELLA ZUCCHI VIGILESSA KILLER CONFESSA: "HO UCCISO MIO MARITO NEL SONNO, TEMEVO BEVESSE"
FERRARA 27 gennaio 2013 Un gesto di follia quelle di Donatella Zucchi, la vigilessa che ha ucciso suo marito nel sonno. Ieri la donna, a seguito di un lungo interrogatorio ha confessato: «l'ho ucciso mentre dormiva, poi ho ripulito tutto, mi sono lavata, sono uscita a buttare via il materasso in un
cassonetto e ho infilato il cadavere in un bidone tirandolo su per i piedi». Così riporta il Corriere.it. Dopo la donna è andata a trovare la madre, ricoverata in una clinica di Bologna ed è stata via tutto il giorno rispondendo al telefono alle domande dei colleghi che si chiedevano dove fosse il marito assente a lavoro: «Non so dove sia, non lo vedo da ieri sera».
Poi tornata a casa ha dormito con il corpo del marito a pochi passi da lei e giovedì ha chiamato un amico raccontandogli alcuni dettagli. È stato prorpio l'uomo ad allertare gli inquirenti.
LE PAURE DELLA DONNA «Ero terrorizzata», ha detto Donatella durante l'interrogatorio credendo che il marito avesse dei problemi con l'alcol, «la donna di servizio ha trovato una bottiglia di liquore nascosta dietro una fotografia del nostro matrimonio».
La donna è stata segnata da una vita difficile. la morte violenta del padre, ucciso da un colpo di fucile durante un litigio con la moglie e la mancanza di bambini da lei tanto desiderati. «Io e Vincenzo abbiamo provato ad avere dei bambini» ha detto Donatella. «Io non potevo averne e così abbiamo tentato con l'inseminazione artificiale a Bruxelles. Per cinque volte non è andata bene, poi sono rimasta incinta ma purtroppo ho abortito».
L'AIUTO DEL MARITO La vittima, Vincenzo Brunaldi, doveva amarla molto al punto di capire i suoi problemi e cercare di curarli. Nel suo computer è stato trovato un file "programma per Donatella", in cui cercava di curare il problema legato alle forti emicranie che da tempo erano diventate insopportabili per la moglie. Ma pare che la donna avesse interrotto il programma.
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BIMBA NATA MORTA GETTATA NEI RIFIUTI PER ERRORE
CAGLIARI 27 gennaio 2013 Un errore, quello del personale sanitario dell'ospedale Sirai di Carbonia, che però ha inferto ancora più dolore ad una coppia: il corpicino di una bimba nata morta gettato nei rifiuti. È il doppio dramma vissuto da una giovane donna di Calasetta, piccolo centro sul mare in provincia di Carbonia-Iglesias. È successo, come riporta oggi il quotidiano L'Unione Sarda, all'ospedale Sirai di Carbonia dove nel settembre scorso la donna ha messo al mondo una femminuccia nata morta. «Ciò che è accaduto a me non deve succedere mai più. Nessuna mamma deve più patire ciò che io soffro», ha detto la la giovane donna di Calasetta al quotidiano, decidendo così di rendere pubblico il suo dramma.
La bimba è morta nel grembo alla 22/a settimana, quando pesava solo 250 grammi. La donna ha affrontato un lungo travaglio, sapendo che non avrebbe comunque potuto stringere tra le braccia il neonato. Ha chiesto comunque - come prevede la legge - la sepoltura ma quando i genitori, dopo una settimana dal parto, hanno chiesto alla camera mortuaria dove fosse il corpo della loro bambina, nessuno sapeva nulla. Hanno cercato disperatamente la sepoltura della loro piccola in tutti i cimiteri dei paesi del circondario, ma senza risposta. Poi la verità è venuta a galla - spiega il quotidiano sardo - grazie ad un'operatrice dei Servizi sociali che è riuscita a capire cosa fosse successo: «La bimba è stata smaltita per errore tra i rifiuti dell'ospedale Sirai». La donna e il marito ora vogliono che sulla vicenda venga fatta chiarezza e, attraverso gli avvocati Alberto Fois e Barbara Pintus, hanno presentato una denuncia-querela. «Non voglio vendetta - ha detto la donna all'Unione Sarda - ma solo che altre donne non debbano mai poter vivere il mio inferno».
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Incidente a San Secondo Parma Fiesta fuoristrada muore il conducente Artium Stanciu 20 anni altri due giovani gravissimi
SAN SECONDO (Parma) 27 gennaio 2013 Un’altra tragedia della strada a Parma. Nella notte a San Secondo, sulla provinciale Cremonese, poco dopo il ponte sul Taro, ha perso la vita un ragazzo di 20 anni. L’incidente si è verificato verso le 2.30 quando la Ford Fiesta con quattro amici moldavi a bordo è uscita di strada a tutta velocità, si è ribaltata ed è finita contro un palo. Il conducente 20enne Artium Stanciu, residente a Fontanelle, dove lavora in un’azienda agricola, è morto subito, mentre altri due giovani (un ragazzo e una ragazza di 19 e 20 anni) sono rimasti feriti in modo gravissimo e sono stati portati al Maggiore di Parma: sono ricoverati in rianimazione in prognosi riservata. Solo lievi feriti per il quarto giovane.
La centrale di Parma Soccorso ha inviato ambulanze e automedica. Per estrarre i feriti sono intervenuti anche tre squadre dei vigili del fuoco, che hanno lavorato a lungo con le pinze idrauliche.
I rilievi dell’incidente sono stati eseguiti dai carabinieri di San Secondo: toccherà a loro accertare le cause della fuoriuscita, avvenuta all’ingresso della tangenziale per Parma.
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Secondo incidente stradale nelle campagne di Crevalcore: muore operaio
Modena 27 gennaio 2013 continua la mattinata fatale a Crevalcore. Ancora un incidente mortale nella zona. Questa mattina nelle campagne della zona l'auto di un operaio di 30 anni di Ravarino, in provincia di Modena, è finita in un canale. Niente da fare per l'uomo, nonostante l'intervento dei sanitari del 118 e dei carabinieri.“
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mamma e figlio vittime dell'incendio divampato in un appartamento questa mattina in via Aldini a Bologna
BOLOGNA 27 Gennaio 2013 Tragedia nel bolognese dove due persone, probabilmente madre e figlio, sono morte in un incendio divampato in mattinata in un appartamento a Bologna in viale Aldini, sui viali di circonvallazione. Lo hanno riferito fonti dei soccorritori. Intervenuti vigili del fuoco, polizia e 118.
LE VITTIME Sono una donna di 75 anni e il figlio di 47 anni le vittime dell'incendio divampato in un appartamento questa mattina in via Aldini a Bologna. Sulle cause del rogo sono in corso accertamenti dei vigili del fuoco e della polizia. Le fiamme si sono sviluppate all'interno di un appartamento al secondo piano di una palazzina di tre piani.
LA CASA IN STATO DI DEGRADO Era in stato di «assoluto degrado» l'appartamento abitato da madre e figlio, morti a causa dell'incendio del loro alloggio, a Bologna. Lo ha riferito il pm Francesco Caleca dopo un sopralluogo nell'abitazione. I soccorritori hanno addirittura avuto difficoltà ad entrare, così come non è stato possibile finora capire che cosa abbia scatenato le fiamme e il punto di innesco. L'anziana donna è stata trovata a letto, il corpo del figlio nel corridoio. È possibile che i due siano stati sorpresi nel sonno da fumo e fiamme e il figlio potrebbe aver cercato una via di scampo. Ad una prima ispezione medico legale non sono stati notati sui corpi segni che facciano pensare ad altre cause dei decessi; le esatte cause della morte saranno comunque chiarite dall'autopsia.
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È deceduto sul colpo il 32enne alla guida del veicolo che alle 7 è finito fuori strada nella zona industriale di Crevalcore
Un automobilista di 32 anni è morto questa mattina nella zona industriale di Crevalcore, nel bolognese, in un incidente stradale.
Il veicolo su cui viaggiava è finito fuori strada poco prima delle 7 e il conducente è morto sul colpo. Inutile l'intervento dei sanitari del 118. I
rilievi sono stati eseguiti dai carabinieri.
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sabato 26 gennaio 2013
Diego Timenez Torres, un 22enne perde la vita in un incidente a Strevi
Acqui Terme 26 gennaio 2013 Un grave incidente stradale accaduto nelle prime ore di questa mattina (26 gennaio) ha provocato la morte di Diego Timenez Torres, un 22enne di origine ecuadoriana residente ad Acqui Terme . L’incidente è
avvenuto a Strevi, in Regione Santo Stefano. Dai primi rilevamenti sulla dinamica dell’incidente, pare che l’auto, guidata dal ragazzo sia sbandata, forse a causa dell’alta velocità, andando a impattare contro la cancellata di un’abitazione all’altezza del civico 14.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno estratto il corpo esanime del giovane dalle lamiere dell’auto. Gli altri due passeggeri sono rimasti feriti e sono stati trasportati all’ospedale di Acqui Terme. Sul luogo è intervenuta anche la polizia stradale, per effettuare i rilievi di competenza.
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INCIDENTE CHOC IN USA: COINVOLTE 86 AUTO MUORE UNA DODICENNE
CINCINNATI 26 gennaio 2013 Un tamponamento a catena dalle proporzioni enormi quello accaduto lo scorso lunedì sull'interstatale 275 in Ohio, nei pressi della città di Cincinnati. Le autorità hanno contato almeno 86 vetture coinvolte nel maxi incidente in cui ha perso la vita una ragazzina di 12 anni. Ad innescare il tamponamento, una forte raffica di pioggia e neve che ha reso scivoloso il fondo stradale.
La giovane vittima si chiamava Sammy Reagan. La bambina era uscita fuori dall'auto rimasta impilata tra le altre, ma è stata colpita da un pilone caduto dopo lo scontro con un'altra vettura. Uno dei suoi insegnanti, Mike Luke, l'ha ricordata davanti ai suoi compagni dicendo "Sammy portava il sole ovunque andasse".
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Angelo, il bambino di 9 anni morto ieri tra le fiamme che hanno avvolto la sua abitazione a Livorno, era solito accendere candele nella sua cameretta per paura del buio
LIVORNO 26 gennaio 2013 Angelo, il bambino di 9 anni morto ieri tra le fiamme che hanno avvolto la sua abitazione a Livorno, era solito accendere candele nella sua cameretta per paura del buio. Ci sarebbe proprio questa abitudine alla base dell'incendio, scoppiato, appunto, per una candela accesa.
LE IPOTESI L'ipotesi del corto circuito o della fuga di gas vengono escluse dagli esperti, mentre gli investigatori hanno ascoltato amici e vicini di casa, che hanno raccontato di questa abitudine della piccola vittima. Angelo divideva la cameretta con il fratello di 11 anni, rimasto ferito e ora ricoverato all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Secondo quanto emerso, il fratello maggiore avrebbe raccontato più di una volta a scuola che a volte dormiva poco perché Angelo aveva paura del buio e lasciava la candela accesa tutta la notte. La stessa scena si sarebbe ripetuta anche l'altra sera. E Angelo non ce l'ha fatta, raggiunto dalle fiamme nel sonno.
IL FRATELLINO FUORI PERICOLO Nel rogo sono rimasti feriti tutti i suoi famigliari: in maniera meno grave la sorellina di 4 anni e la mamma, più gravi sono il padre e il fratello maggiore. «Ricoverato presso il reparto di Rianimazione del Meyer, il bimbo di 11 anni è sveglio e le sue condizioni sono buone e stabili - affermano i medici -. È in programma il suo trasferimento in reparto che potrebbe avvenire entro domani». Il bambino è seguito anche dal Centro Ustioni dell'ospedale pediatrico. Anche il padre è rimasto ferito nel rogo, in maniera grave, ed è all'ospedale di Pisa.
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Addio Massimiliano Bedogni, “Max” 65 anni, imprenditore appassionato di sport e del proprio territorio. La morte è avvenuta ieri mattina all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio.


La vittima è un uomo di 44 anni. La salma è stata sequestrata per essere sottoposta ad autopsia
CASSINO 25 GENNAIO 2013 Stava giocando a tennis quando all’improvviso si è accasciato al suolo ed è morto. E’ successo stasera in un centro sportivo a Cassino. Inutili si sono rivelati tutti i soccorsi del personale del 118. La vittima è un uomo di 44 anni. La salma è stata sequestrata per essere sottoposta ad autopsia….
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M.F. è morto in un incidente stradale avvenuto la notte scorsa poco prima dell'1.30 tra via Giulio Agricola e viale Spartaco, a Roma
ROMA 26 gennaio 2013 Un uomo di 41 anni, M.F. è morto in un incidente stradale avvenuto la notte scorsa poco prima dell'1.30 tra via Giulio Agricola e viale Spartaco, a Roma. La vittima era a bordo di uno scooter che si è scontrato con un'auto. I due passeggeri a bordo della macchina sono stati portati al policlinico Casilino in codice verde. Sul posto per i rilievi sono intervenuti gli agenti del settimo gruppo della Polizia di Roma Capitale.
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venerdì 25 gennaio 2013
Martin Messner, 54 anni, e il cugino Bernhard Messner, 41 anni, entrambi di Anterselva di Mezzo muoiono travolti da una valanga
CORTINA D'AMPEZZO 26 gennaio 2013 Una valanga si è staccata dal gruppo del Cristallo, a Cortina d'Ampezzo, poco sotto quota 3.000. Sono due le vittime della valanga. Il corpo del secondo scialpinista è stato trovato sotto la neve dai soccorritori. Non si sa ancora se si tratti di turisti italiani o stranieri.
La slavina,con ampio fronte, è venuta giù dalle "Creste bianche", sotto la forcella Staunies, un'area dove non vi sono piste da discesa, ma frequentata da scialpinisti e freeriders.
LE VITTIME I due scialpinisti morti sotto una valanga sul Monte Cristallo sono l'albergatore Martin Messner, 54 anni, e il cugino Bernhard Messner, 41 anni, entrambi di Anterselva di Mezzo. Martin era titolare dell'albergo Vierbrunnenhof, mentre Bernard lavorava per il Servizio bacini montani della Provincia di Bolzano.
SUL BORMIO SCONTRO TRA SCIATORI È un brianzolo di 44 anni, lo sciatore morto in uno scontro con un altro turista in Valtellina. L'altro sciatore, uno straniero di 50 anni, si è rotto un femore. Il tragico incidente è avvenuto attorno a mezzogiorno sulla pista Stelvio, una delle più impegnative dell'intera ski-area, teatro spesso delle gare mondiali e internazionali di sci. La vittima, secondo le prime informazioni, è deceduta in seguito al violento impatto sulla neve dopo la collisione. Gli agenti della Polizia di Stato di Sondrio, in servizio in soccorso lungo gli impianti di risalita, con il personale della Sib (Società impianti Bormio), hanno tentato di rianimare il turista brianzolo, ma ogni tentativo è risultato vano. L'altro sportivo, invece, è stato trasportato all'ospedale Morelli di Sondalo per la frattura al femore e lo stato di choc.
La vittima dello scontro mortale fra sciatori avvenuto oggi sulla pista Stelvio di Bormio è Marco Ronchi, 44 anni, di Limbiate (Monza e Brianza).
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VALANGA A CORTINA, TURISTI TRAVOLTI:UN MORTO. "DISPERSO UN SUO AMICO"
CORTINA D'AMPEZZO 25 gennaio 2013 Una valanga si è staccata dal gruppo del Cristallo, a Cortina d'Ampezzo, poco sotto quota 3.000. Due gli scialpinisti coinvolti: uno di loro è già stato estratto senza vita dal cumulo di
neve, mentre il soccorso alpino sta ancora cercando il secondo sciatore.
La slavina,con ampio fronte, è venuta giù dalle "Creste bianche", sotto la forcella Staunies, un'area dove non vi sono piste da discesa, ma frequentata da scialpinisti e freeriders.
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CHOC IN METRO: DONNA SI BUTTA SUI BINARI, MUORE DOPO DUE ORE DI AGONIA
MILANO 25 gennaio 2013 Una morte lenta, orribile, sotto gli occhi di decine di persone, alcune delle quali, straziate, si sono sentite male. È accaduto ieri alla stazione della metropolitana QT8, linea rossa: una donna italiana di
41 anni, erano le 16, ha scelto di uccidersi gettandosi sotto un treno in arrivo. Il conducente, però, è riuscito a frenare abbastanza da lasciarla viva, ma non per salvarle le gambe, entrambe tranciate dalla sotterranea. Quando sono stati chiamati i soccorsi da decine di passeggeri, la donna era viva, tant’è che è stata inviata anche l’automedica. Con l’aiuto dei vigili del fuoco, che hanno lavorato più in fretta che hanno potuto, la donna è stata liberata e portata in tutta fretta all’ospedale San Carlo. Il cuore, dopo un primo arresto cardiao, sembrava essersi ripreso. Invece, due ore dopo, intorno alle 18: è spirata. Non ha lasciato biglietti a spiegare il suo gesto. Una donna che le era accanto, sua coetanea, in un primo momento pensava che fosse caduta sui binari, nella calca che spesso c’è quando arriva il treno. Le immagini riprese dalla telecamera del mezzanino, e subito visionate dagli agenti, hanno escluso quest’eventualità: voleva morire e probabilmente ha avuto un attimo di esitazione gettandosi quando ormai anche gli altri passeggeri si stavano avvicinando al bordo del marciapiede. La testimone, sotto choc, ha avuto bisogno di cure ed è stata trasportata in codice verde al Fatebenefratelli.
La circolazione della sotterranea è stata interrotta per oltre due ore.
È stata un settimana nera per i suicidi, quella appena trascorsa. Ce ne sono stati quattro. Un uomo di 46 anni, esasperato dalla ricerca vana di un lavoro, e due donne ottagenarie vittime della depressione.
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un bambino di 9 anni è morto carbonizzato nella sua casa, in cui stamattina è scoppiato un incendio. Gravi il padre ed un fratello di 11 anni
LIVORNO 25 gennaio 2013 Tragedia a Livorno, dove un bambino di 9 anni è morto carbonizzato nella sua casa, in cui stamattina è scoppiato un incendio. Gravi il padre ed un fratello di 11 anni. Ricoverati in ospedale anche la mamma ed una sorellina di 4 anni, oltre a tre vicini di casa.
Il padre del piccolo morto nel rogo è stato ricoverato al centro ustionati di Pisa, intubato e ventilato: nell'incendio l'uomo ha riportato gravi ustioni e intossicazione da monossido di carbonio. Le sue condizioni sono critiche.
Un altro figlio di 11 anni, fratello del bimbo morto, è stato ricoverato in rianimazione all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze, mentre la sorellina di 4 anni è in osservazione al reparto di pediatria di Livorno con la mamma, anche lei rimasta ferita nell'incendio.
Le condizioni di mamma e bimba sarebbero le meno gravi. Ricoverati in osservazione anche tre vicini di casa della famiglia nella cui casa si sarebbero sviluppate le fiamme, tutti con insufficienza respiratoria causata dal fumo.
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