Un dono per Simone Zenobi: moglie ed amici regalano una stampante 3D all’Itis in ricordo dell’amato prof

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URBINO – Una giornata in ricordo di Simone Zenobi dentro la scuola che ha amato, ma con uno sguardo al futuro dell’educazione alla tecnologia a cui ha dedicato la vita. In questo modo la famiglia, gli amici e i colleghi vogliono ricordare l’ingegnere meccanico originario di Sant’Andrea di Suasa e docente di matematica, scomparso lo scorso ottobre. 

Tutto è nato da un’idea della moglie Lara che, in omaggio al marito, desiderava lasciare all’Itis “Mattei” di Urbino un segno dell’entusiasmo educativo del prof; un qualcosa che fosse utile per la crescita degli studenti di oggi e di domani. In accordo con il dipartimento di Meccanica si è pensato di acquistare una stampante 3D combinata, multicolore e multimateriale, controllabile anche con smartphone da remoto. Immediatamente si sono uniti all’idea tutti i quindici amici ingegneri che nel 1989 hanno iniziato assieme a “Zeno” il percorso di laurea all’Università Politecnica delle Marche di Ancona. Così il dono di uno strumento altamente professionale per la scuola diventa un abbraccio ideale ad un docente che ha speso energie e talento nell’ambito dell’educazione per i suoi studenti. 

A testimoniare la caratura umana del prof. Zenobi e l’affetto che lo lega a tanti, già prima di Pasqua in suo ricordo si erano stretti più di cinquanta colleghi, amici e familiari in un trekking a Secchiano di Cagli, luogo tanto amato dal docente. Quella era stata l’occasione per raccogliere offerte per l’AIL. 

Alla cerimonia di oggi hanno partecipato in tanti: il dirigente del “Mattei” Sergio Brandi, la moglie Lara, i figli Giacomo e Giada, i genitori Graziella e Gualtiero, i fratelli Giordano, Stefano e Adriano, diversi amici ingegneri della classe ‘89 tra cui Samuele Mencarelli e Alberto Tonucci (attuali docenti di Meccanica all’ITIS), ma anche molti colleghi e studenti del corso di Meccanica ed Elettronica che lo hanno avuto come docente. Tutti hanno voluto testimoniare la sua “opera di uomo e di insegnante” come sottolineato dal fratello Adriano in un commosso ricordo di Simone, l’eccezionalità di un docente che a detta dei suoi stessi studenti, “pur nel suo essere

esigente, non rinunciava mai a piegarsi a noi nel cercare di capirci e di guidarci”, e il suo immancabile sorriso nei corridoi e nelle aule, un sorriso come lui discreto e colmo di disponibilità. 

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