FANO – Personale della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di P.S. di Fano ha denunciato in stato di libertà tre uomini, già noti alle Forze dell’Ordine, venditori porta a porta di dispositivi salvavita e di rilevatori di monossido di carbonio, per il reato di truffa..
L’operazione è rientrata nei servizi di sensibilizzazione del fenomeno predisposti dal Questore a tutela delle categorie deboli, in particolare gli anziani.
Infatti i poliziotti di Fano, a seguito di alcune segnalazioni di cittadini, hanno proceduto al controllo di uno degli incaricati della ditta che fornisce assistenza agli apparecchi del gas, sorpreso nell’atto di lasciare l’abitazione di un’anziana, nel quartiere San Lazzaro di Fano. Gli agenti hanno accertato che l’uomo, che nella circostanza indossava una pettorina fluorescente di colore arancione, dopo essersi assicurato che la donna fosse sola in casa ed essersi falsamente accreditato come tecnico del gas, l’aveva convinta ad acquistare un dispositivo salvavita per il costo di circa 299 euro (contro un prezzo reale alla vendita di una quindicina di euro), paventando il pericolo di fughe di gas e di possibili disastrose esplosioni ed adducendo il fatto (poi risultato non veritiero) che anche gli altri condomini si erano già prudentemente dotati di tale apparecchio.
Nel proseguo delle indagini, gli investigatori. acquisivano ulteriori denunce per fatti simili, e riuscivano ad identificare altri venditori, i quali risultavano rivolgersi unicamente ad anziane donne sole in casa ed utilizzare tecniche analoghe per indurle all’acquisto dei suddetti dispositivi, ad un prezzo variabile fra i 250 ed i 350 euro. Il denaro veniva versato in contanti o mediante un’apparecchiatura per il pagamento elettronico “pos”, che i venditori portavano al seguito e che a conclusione dell’attività di indagine veniva rinvenuta e sequestrata.
In un caso, gli agenti hanno accertato che la vittima, dopo essersi accordata per l’acquisto di un dispositivo al prezzo di 299 euro, si era poi accorta di aver invece pagato, tramite “pos”, ben 599 euro. Alle sue rimostranze, il venditore, anziché restituirle la differenza, le consegnava anche un altro dispositivo oltre a quello proposto in origine, sostenendo che anche quello era stato oggetto della transazione e che nulla le doveva essere reso (in realtà anche il secondo apparecchio risultava essere di scarso valore economico). Costatato che la donna, per nulla convinta dalla motivazione addotta, si accingeva a chiedere l’intervento di un vicino in suo aiuto, il venditore si dava ad una precipitosa fuga a piedi.
Nel corso dell’operazione i poliziotti hanno sequestrato 28 apparecchi trovati in possesso dei soggetti denunciati e numerosi tagliandi relativi a pagamenti “pos” effettuati per gli acquisti, per un ammontare di circa 30.000 euro.
Sono in corso ulteriori indagini finalizzate all’identificazione dell’intera rete criminale.
APPELLO FINALE
Si invitano coloro che hanno ricevuto proposte di acquisto degli apparecchi in questione a contattare urgentemente la Polizia di Stato.