MARCHE – “La Regione e il servizio sanitario delle Marche – afferma l’assessore Filippo Saltamartini – stanno svolgendo uno screening di massa, un’attività di prevenzione unica nel suo genere in Italia, che sta proseguendo in tutta la Regione anche nei prossimi giorni con la possibilità per gli studenti di recarsi nei punti di prelievo e dove già molti ragazzi si sono rivolti per tornare a scuola in sicurezza. La copertura viene effettuata con 700.000 tamponi antigenici rapidi che, di recente, sono stati validati dall’ISS per la verifica della positività da Covid19 anche nei percorsi diagnostici. Non è vero quello che afferma il sindaco Ricci quando dice che non vengono utilizzati, i tamponi restano a disposizione delle strutture regionali che li usano quotidianamente e per i prossimi mesi.
Il Comune di Pesaro ha ritenuto di organizzare da settimane un suo screening, assumendo una presunta funzione di supplenza del SSR servizio sanitario regionale, senza averne la competenza, con le eventuali e conseguenti responsabilità. La Regione è da tempo impegnata sul duplice fronte dello screening e della vaccinazione e il personale della sanità da circa un anno è sottoposto a pesantissimi ritmi professionali che non ammettono ritardi o duplicazioni per ragioni di visibilità politica.
Queste argomentazioni sono state sempre espresse al sindaco Ricci, anche se solo nella giornata di venerdì il Comune di Pesaro avanzava una formale richiesta di fornitura di tamponi e materiale di protezione.
Tuttavia all’esito della richiesta, i dirigenti del Servizio sanità a cui spettano la determinazioni finali negavano la fornitura sulla base di 3 argomentazioni:
1) il servizio sanità coinvolgendo organizzazioni e professionalità determinate dalla legge attribuisce tale funzione alle Regioni e non ai Comuni;
2) i tamponi sono acquistati per il servizio sanitario regionale e devono essere computati e rendicontati allo Stato che li paga;
3) sono coinvolti profili di tutela della privacy nel nucleo essenziale della condizione della salute.
Questi principi si applicano a Pesaro ma anche nel resto della Regione.
Le notizie apparse sulla stampa e che sono state richiamate dal sindaco Ricci di una presunta discriminazione politica non hanno fondamento. Il principio di leale cooperazione tra Enti che formano la Repubblica non possono portare ad assumere parametri politici in luogo dei principi di legalità, su cui poggia l’azione delle Amministrazioni pubbliche.
La notizia secondo cui il direttore dell’Area Vasta 5, senza alcuna autorizzazione dell’Asur avrebbe gestito l’attribuzione di tamponi antigenici, donati asseritamente alla stessa Area Vasta da una fondazione privata saranno oggetto di un approfondimento che l’Assessore alla sanità ha disposto con una visita ispettiva, disponendo la sospensione di ogni atto consequenziale, fino alla verifica dell’esistenza dei suoi presupposti di legalità.
I cittadini hanno bisogno di sapere che il servizio sanitario regionale è in grado di rispondere ai bisogni della collettività con i suoi 5.000 tamponi giornalieri e l’indice rt che da due mesi sotto all’1 e i nuovi posti in TI sono a dimostrare che possiamo essere sicuri della sua efficienza. Sono dispiaciuto – ha concluso Saltamartini- che si possa portare lo scontro ideologico dentro le Istituzioni, ma la porta è sempre aperta per collaborare nell’interesse della comunità”.
Il Comune di Pesaro ha ritenuto di organizzare da settimane un suo screening, assumendo una presunta funzione di supplenza del SSR servizio sanitario regionale, senza averne la competenza, con le eventuali e conseguenti responsabilità. La Regione è da tempo impegnata sul duplice fronte dello screening e della vaccinazione e il personale della sanità da circa un anno è sottoposto a pesantissimi ritmi professionali che non ammettono ritardi o duplicazioni per ragioni di visibilità politica.
Queste argomentazioni sono state sempre espresse al sindaco Ricci, anche se solo nella giornata di venerdì il Comune di Pesaro avanzava una formale richiesta di fornitura di tamponi e materiale di protezione.
Tuttavia all’esito della richiesta, i dirigenti del Servizio sanità a cui spettano la determinazioni finali negavano la fornitura sulla base di 3 argomentazioni:
1) il servizio sanità coinvolgendo organizzazioni e professionalità determinate dalla legge attribuisce tale funzione alle Regioni e non ai Comuni;
2) i tamponi sono acquistati per il servizio sanitario regionale e devono essere computati e rendicontati allo Stato che li paga;
3) sono coinvolti profili di tutela della privacy nel nucleo essenziale della condizione della salute.
Questi principi si applicano a Pesaro ma anche nel resto della Regione.
Le notizie apparse sulla stampa e che sono state richiamate dal sindaco Ricci di una presunta discriminazione politica non hanno fondamento. Il principio di leale cooperazione tra Enti che formano la Repubblica non possono portare ad assumere parametri politici in luogo dei principi di legalità, su cui poggia l’azione delle Amministrazioni pubbliche.
La notizia secondo cui il direttore dell’Area Vasta 5, senza alcuna autorizzazione dell’Asur avrebbe gestito l’attribuzione di tamponi antigenici, donati asseritamente alla stessa Area Vasta da una fondazione privata saranno oggetto di un approfondimento che l’Assessore alla sanità ha disposto con una visita ispettiva, disponendo la sospensione di ogni atto consequenziale, fino alla verifica dell’esistenza dei suoi presupposti di legalità.
I cittadini hanno bisogno di sapere che il servizio sanitario regionale è in grado di rispondere ai bisogni della collettività con i suoi 5.000 tamponi giornalieri e l’indice rt che da due mesi sotto all’1 e i nuovi posti in TI sono a dimostrare che possiamo essere sicuri della sua efficienza. Sono dispiaciuto – ha concluso Saltamartini- che si possa portare lo scontro ideologico dentro le Istituzioni, ma la porta è sempre aperta per collaborare nell’interesse della comunità”.