FANO – “Una considerazione sulla splendida manifestazione “FAN DIALETTO” – Settimana del Dialetto Fanese.
Questo lunedì, spinto dalla curiosità, ho avuto la fortuna di assistere alla Pasticceria le Terrazze di Fano ad una stupenda esibizione di tre artisti locali conosciutissimi in città per la loro preparazione artistica e per lo loro innata simpatia, precisamente Filippo Tranquilli, Stefano Facchini e Lorenzo Alessandrini, accompagnati alla fisarmonica dal bravissimo Giovanni Oliva, detto Vanni.
La splendida serata, che rientra nell’ambito della I Edizione della Settimana del Dialetto Fanese “FAN DIALETTO” ideata da Etienn Lucarelli, presidente della Proloco di Fano, e che si avvale della direzione artistica di Nicola Anselmi, è stata dedicata al genio creativo del poeta e scrittore Giacomo Gabbianelli e pertanto si è articolata in una serie di letture di suoi testi in dialetto fanese, magistralmente interpretati dai tre artisti tanto da far divertire ma allo stesso tempo riflettere le tantissime persone presenti all’appuntamento, che hanno attruibuito loro un lunghissimo applauso al termine dello spettacolo.
Ancora una volta, sono stato enormemente impressionato dalla bravura tecnica, dalla capacità di intrattenere e far divertire il pubblico e quindi dalla simpatia di certi personaggi fanesi, veri e propri artisti, che riescono a rendere tutt’oggi il dialetto fanese una lingua viva e oserei dire universale, per la sua musicalità e per la facilità con la quale viene compresa in ogni luogo d’Italia. Al riguardo, mi limito a citare solo due dei tantissimi personaggi fanesi, tutti bravissimi, che fanno arte con il dialetto: Filippo Tranquilli ed Elvio Grilli, un attore e tanto altro il primo, un sensibilissimo ed acuto poeta il secondo, personaggi che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente ed apprezzare prima ancora che per le loro indubbie qualità artistiche per il loro spessore umano; Filippo rappresenta per me l’essenza dell’attore o meglio dell’artista, capace di farti ridere a crepapelle ed un attimo dopo di strapparti una riflessione malinconica sulla vita o su noi stessi mentre Elvio ha avuto in questi ultimi anni il grande merito di portare il dialetto fanese in giro per Italia, vincendo premi letterari importanti.
Concludo questa mia riflessione, nel dire che ritengo riduttivo considerare il dialetto fanese, o meglio i tre vernacoli fanesi come ben ci ha spiegato Ermanno Simoncelli nel precedente incontro della manifestazione, un lingua locale, provinciale, perché la musicalità e la capacità di essere compreso ed apprezzato ovunque lo rendono una lingua assolutamente viva, attuale e soprattutto “esportabile”; inoltre, i tantissimi personaggi della nostra città che fanno arte con il dialetto fanese sono di una bravura artistica, di una capacità tecnica, interpretativa e comunicativa tale da riuscire a valorizzarlo come meglio non si potrebbe, servendosene magistralmente per comunicare emozioni in modo semplice, immediato e quindi intenso, peculiarità di tutti i dialetti rispetto alla lingua italiana.
Sarebbe auspicabile che dopo questa splendida manifestazione si pensasse di creare a Fano, magari nel periodo estivo, oltre al Festival del Brodetto anche il Festival del Dialetto, perché il successo sarebbe assicurato”.
Stefano Sorcinelli