FANO – Nel marasma generale di decreti, ordinanze, via libera e divieti derivanti dalla situazione legata all’emergenza sanitaria, l’attenzione di questi giorni è concentrata sui cosiddetti sport di contatto, alla luce dell’ultimo provvedimento della Regione Marche emanato sabato 27 giugno.
Il documento consente lo svolgimento di attività come calcio, calcio a 5, pallavolo, basket e beach volley anche in spiaggia, però ci sono dei “ma” e dei “distinguo” fondamentali per evitare di incappare in problemi anche rilevanti. La prima è che il centro sportivo (o i campi della spiaggia) devono essere affiliati ad una Federazione o ad un Ente di Promozione Sportiva, la seconda è che vanno rigorosamente rispettate le linee guida che la stessa Federazione o Eps ha predisposto.
Ed è proprio in quest’ottica che si inserisce l’ennesimo assist del Centro Sportivo Italiano di Pesaro-Urbino (sede in Fano) che ha lavorato insieme al comitato regionale per stabilire criteri e modalità per permettere anche nella nostra Provincia di ripartire in sicurezza. Ciascuna norma dovrà e potrà essere personalizzata da ciascun gestore in base alle caratteristiche della propria struttura.
“Non abbiamo mai smesso di credere che lo sport, presto o tardi, sarebbe ripartito”. Così Giacomo Mattioli, vicepresidente provinciale e regionale, commenta le Linee Guida che il comitato ha adottato, mettendo a disposizione di tutte le società e strutture affiliate indicazioni e suggerimenti che consentono, da oggi,di riprendere le attività, con buona pace di centinaia di addetti ai lavori che ormai da mesi sono senza reddito.
“Abbiamo fatto una sintesi – spiega Mattioli – dei vari provvedimenti usciti in questi giorni tra cui il protocollo Safe Sport del Csi Nazionale elaborato con l’Università Cattolica e con lo staff di J Medical, che ha consentito la ripresa dei centri estivi e delle attività di allenamento e gioco. Ci siamo informati, confrontati e documentati e alla fine abbiamo messo nero su bianco delle semplici ma fondamentali indicazioni tra cui, la più importante, è sicuramente quella della formazione per dirigenti, arbitri, gestori, custodi e allenatori”.Il primo che deve conoscere le regole, infatti, è colui che è tenuto a farle rispettare; per questo tutti i soggetti affiliati al Csi che hanno in gestione impianti o organizzano eventi, saranno presto chiamati dal comitato, col supporto del Csi nazionale, per dei corsi di aggiornamento, così come hanno fatto a loro volta gli educatori dei centri estivi.Oltre ai corsi di formazione, tra le azioni da seguire segnaliamo il registro presenze che andrà conservato per almeno 14 giorni, mascherina obbligatoria per gli atleti in panchina, esultanza senza abbracci e tutte le attività svolte a porte chiuse, ovvero in assenza di pubblico.
Infine, un’attenzione ai giudici di gara che, nel protocollo, aiuteranno gli atleti e le atlete a rispettare le regole del gioco e dell’allenamento ma anche le regole igienico-sanitarie: “E’ vietato – spiega il presidente Marco Pagnetti – avvicinarsi agli arbitri che, nel protocollo Safe Sport del Csi diventano i custodi della salute e i compagni di viaggio della ripartenza delle attività. Speriamo che diventi un’abitudine anche per quando la situazione tornerà alla normalità. Forse avremo appreso uno stile nuovo, di rispetto e di armonia, fra tutti i protagonisti del gioco”.