PESARO – Si presenta pubblicamente a Pesaro, a cura del Comune di Pesaro – Assessorato alla Bellezza e alla Vivacità in sinergia con le Fondazioni Alessandro Rigi Luperti e Cassa di Risparmio di Pesaro, mercoledì 16 dicembre 2015 alle ore 17:30 nell’Auditorium di Palazzo Montani Antaldi il romanzo “Il tempo degli uomini e il tempo delle cose. La vita di Clorinda”, con il quale Alessandro Rigi Luperti ha quest’anno debuttato al Salone Internazionale del Libro di Torino a ottant’anni.
Il regista Leandro Castellani nell’augurarsi che la critica letteraria scopra questo “coinvolgente e trascinante gioiello” scrive che si tratta di “uno squarcio di vita, la riconquista letteraria di una biografia, la ricostruzione-reinvenzione di un’ava [Clorinda] vissuta nel secolo inquieto dove la vecchia Italia, nobile raffinata discreta ma un po’ angusta e prevaricatrice, cede alla nuova Italia malamente rabberciata in unità. Con una scrittura doviziosa, pertinente, ipnotica, raffinata Alessandro indaga la vita di Clorinda, ne ricostruisce la psicologia inquieta, il carattere possessivo e insieme arrendevole, nel contesto di una famiglia avita, vissuta nelle terre della Chiesa […] Ma non si pensi a una meticolosa e asettica ricostruzione da entomologo. Alessandro Rigi Luperti dipinge, si commuove, sorride, partecipa trepido, fa romanzo delle cose, degli oggetti, come dei sogni e delle speranza. Una sorpresa e una scoperta letteraria”.
Ma del testo, ancora dattiloscritto, se ne era già occupato nel 1975 lo scrittore Giorgio Bassani (1916-2000), che nel tempo in cui è consulente e direttore della Feltrinelli favorisce la pubblicazione di autori inediti come Boris Pasternak, con il Dottor Zivago, e Giuseppe Tommasi di Lampedusa, con Il Gattopardo.
In detta lettera, pubblicata solo ora insieme al romanzo rimasto inedito per quarant’anni, Bassani scriveva all’Autore che si trattava di “un’opera non comune con quella sua minuziosità ossessiva, escavazione di un ambiente e di un animo, che lo rende voluttuosamente lungo senza mai sfiorare il tedio della prolissità. Non so se più mi coinvolga la figura di Clorinda o il mondo che la circonda: due cose di cui lei ha saputo concretare una fusione letteraria senza mai concedere all’uno un vantaggio sull’altra, senza mai permettere che l’uno o l’altra si contaminino in un rapporto che certamente riuscirebbe a svilirli […].Lei è un artista. Un vero scrittore. Pochi sanno usare la lingua italiana privilegiando una strutturazione sintattica di ampio respiro e un lessico modellato sulla parola piena e attagliata con precisione al suo significato, non ledendo la capacità di svolgere una narrazione tanto sostanziosa sul piano quantitativo e senza minimamente allentare le maglie specifiche dell’accuratezza stilistica. Mi piace fare dei nomi: Nievo, Bacchelli, Gadda, Baldini”.
A proposito di questo romanzo per la presentazione al Salone Internazionale del Libro di Torino ha affermato Bruno Zanardi, dell’Università degli Studi di Urbino, che è “uno straordinario quanto singolarissimo film scritto. Un genere letterario inedito dove arie scorci, strade, grandi palazzi, notti d’amore, mattine di primavera, rumori di vita, abiti, gioielli, musiche, cibi, mobili, quadri, lune, nascite e morti escono dalle pagine del libro per tutti ricomporsi lì, davanti ai nostri occhi. Davanti a noi che leggiamo un libro che è un film e vediamo un film che è un libro. Moderno e antico e bellissimo”. Per la presentazione a Pesaro, dopo il saluto del Vice Sindaco Daniele Vimini, alla relazione dello storico e critico d’arte Alberto Mazzacchera saranno alternate selezionate letture da parte dell’attore Roberto Posse, tratte dal romanzo ed ambientate nelle Marche.