SANT’ANGELO IN VADO – Una tranquilla passeggiata con il proprio cane in un tiepido pomeriggio di primavera in un’area verde limitrofa al Fiume Metauro, nel comune di Sant’Angelo in Vado, si trasforma in un attimo in una brutta avventura per una cagnolina e la sua padrona, fortunatamente questa volta senza gravi conseguenze.
Nel pomeriggio di alcuni giorni fa una signora aveva appena iniziato la passeggiata con la sua fedele cagnolina meticcia di piccola taglia nel parco “Pietro Viscera”, nell’area del Vivaio Forestale Regionale Assam (Agenzia per i Servizi nel Settore Agroalimentare della Regione Marche), quando, poco lontano dal cancello di ingresso, ha notato che la cagnolina aveva in bocca qualcosa di anomalo recuperato in mezzo all’erba alta. Per fortuna il boccone è stato subito lasciato e quindi non ingerito. L’inquietante scoperta è stata fatta dalla signora: si trattava di un pezzo di carne bianca, probabilmente pollo, ricoperta da numerosissimi granuli di colore blu, presumibilmente veleno anti-lumaca. Subito la corsa a cercare aiuto da un vicino di casa, che ha provveduto a far vomitare il cane, il quale aveva già ingerito parte della sostanza perché il contenuto gastrico presentava colorazione blu. Grazie al pronto intervento, la cagnolina è sopravvissuta senza conseguenze.
Sull’episodio sono subito partite le indagini dei Carabinieri Forestali di Mercatello sul Metauro e Urbino, competenti per territorio, immediatamente avvertiti dalla proprietaria del cane, la quale ha diligentemente raccolto e conservato il boccone poi affidato ai Carabinieri Forestali. I militari hanno provveduto all’inoltro all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, struttura competente per l’analisi di esche/bocconi avvelenati, per la ricerca delle sostanze nocive, come previsto da specifica Ordinanza del Ministero della Salute in materia. Al fine di effettuare una bonifica dell’area, è intervenuto il Nucleo Cinofili Antiveleno dei Carabinieri Forestali del Reparto Parco Nazionale “Monti Sibillini” di Visso (MC), costituito da cani addestrati per fiutare una vasta gamma di sostanze utilizzate nella costruzione di esche e bocconi avvelenati. Un binomio conduttore-cane assolutamente indispensabile sia per effettuare ispezioni preventive sia qualora si sia verificato il rinvenimento di bocconi presumibilmente avvelenati, come nel caso occorso pochi giorni fa. Si ricorda l’assoluta importanza di segnalare nel più breve tempo possibile alle Forze dell’Ordine il rinvenimento di esche o bocconi che si sospetta possano contenere sostanze nocive così come episodi di morte o avvelenamento di animali per poter avviare tempestivamente le indagini del caso, come previsto dall’Ordinanza del Ministero della Salute.
Purtroppo non è il primo caso di posizionamento di bocconi in quest’area pubblica; esattamente un anno fa si è verificata la morte di un cane per ingestione di carne con metaldeide (lumachicida) ritrovata nel parco, occultata tra l’erba alta. All’origine di tali gesti probabilmente contrasti tra i frequentatori dell’area ed i proprietari dei cani: si ricorda al riguardo l’obbligo di raccogliere le deiezioni e di tenere gli animali al guinzaglio durante le passeggiate in aree verdi. Gli accertamenti sono in corso e proseguiranno con un costante monitoraggio dell’area da parte dei Carabinieri Forestali per risalire all’individuazione del responsabile del fatto, il quale rischia severe sanzioni, dal momento che l’utilizzo di esche e bocconi avvelenati rappresenta un reato perseguito penalmente, così come sono previste dal Codice Penale pesanti pene qualora da ciò dovesse derivare l’avvelenamento o la morte (da tre a diciotto mesi di reclusione) di un animale sia esso domestico o selvatico.