IL SINDACO DI PESARO MATTEO RICCI AGLI STATI GENERALI DELLA SALUTE: RIDISCUTERE IL MODELLO ORGANIZZATIVO
PESARO – «Il sentimento è di profonda delusione». Non usa giri di parole, Matteo Ricci, aprendo gli «Stati Generali della Salute» nella sala Pierangeli della Provincia. «Si era scommesso sull’idea di rafforzare il nord delle Marche, dal punto di vista sanitario, nell’interesse dell’intera regione. Per due obiettivi principali: ridurre le liste d’attesa e la mobilità passiva. Oggi i dati ufficiosi ci dicono che, al contrario, le due voci sono aumentate in modo forte. E’ la dimostrazione che qualcosa non funziona». Il sindaco fa partire la prima considerazione: «Se si vuole investire su Marche Nord e Area Vasta 1 per diminuire la mobilità passiva non si possono togliere le risorse. Anzi: bisogna aumentarle. Altrimenti è una riforma monca. Si voleva mantenere il baricentro a sud? Non funziona neanche così: ora i pesaresi non vanno a curarsi ad Ancona ma in Emilia Romagna e Lombardia». Il nodo è anche regionale: «Con questa situazione, i marchigiani pagano per fare curare i cittadini del nostro territorio fuori regione o in ambito privato. E’ un dato di fatto, le dinamiche sono oggettive».
CRITICITA’. Nell’analisi, il sindaco entra nel dettaglio dei parametri: «Siamo fortemente penalizzati. Abbiamo un rapporto tra posti letto e cittadini inferiore rispetto alla media regionale (2,7 per mille abitanti, contro i 3,1 previsti, ndr)». Sui tagli: «A Marche Nord finanziamenti ridotti del 2 per cento; all’Inrca accade il contrario». Per cui: « Abbiamo una buona sanità grazie agli operatori e alla passione di chi ci lavora. ma il meccanismo organizzativo non funziona». Così come non torna, per il sindaco, il fatto che «i plessi ospedalieri di Pesaro e Fano debbano differenziarsi con l’internistica tutta su Fano e la complessità chirurgica su Pesaro. Non credo che possa stare in piedi nessun ospedale dove non ci sia dentro una medicina adeguata». L’inciso sul nosocomio: «Continuo a pensare che Pesaro e Fano abbiano bisogno di una nuova struttura. Ma si è perso un sacco di tempo. Oggi ci sono elementi oggettivi che da Pesaro dobbiamo sottolineare. Con il casello di Fenile che ora non c’è più, secondo lo studio fatto dalla Provincia su viabilità e urbanistica l’area ottimale diventa Muraglia. Se il problema poi è il costo, la differenza tra le aree è che Muraglia è quella che costa meno. Perché è pubblica, infrastrutturata e c’è già un pezzo di ospedale realizzato». Ribadisce sul budget: «Bisogna invertire la tendenza. Vediamo se viene ripristinato, e se questo basta». E avverte: «Sia il sindaco di Pesaro che quello di Fano vogliono ridiscutere il modello organizzativo». Il monito è dunque «fermare le bocce, evitare fughe in avanti. Non vogliamo che quest’estate accadano cose che non condividiamo. Ragioniamo sulla prospettiva della struttura».
ISTANZE. Non solo ospedale. Discutere di salute, secondo Ricci, è anche affrontare i temi «della prevenzione, della rete di medici di base, degli stili di vita, della domiciliarità. Dei nuovi bisogni e disagi che troppo spesso passano in secondo piano». Delusione anche sui servizi territoriali: «Continuo a credere che l’attuale sede dell’ospedale di Pesaro, in particolare nelle parti più recenti, non debba essere abbattuta. Nella mia idea di edilizia sanitaria lì può nascere un Palazzo della Salute, per accogliere i servizi territoriali sparsi nella città. Al tempo stesso, l’area più vecchia dell’ospedale può essere utilizzata per mettere in moto processi di trasformazione urbana nel costruito. Ma con questa situazione si è bloccato il processo di riqualificazione».
PERCORSO. I contributi, nelle parole del sindaco, «serviranno a definire il documento programmatico che approderà in consiglio comunale lunedì 30 giugno, per il secondo step dell’iter. «Dal giorno dopo apriremo la trattativa con la Regione, i vertici Marche Nord e Asur. Un percorso diverso rispetto al passato». Anche perché «dopo il problema occupazionale, la questione più sentita del nostro territorio riguarda il diritto alla salute. E’ un problema di grande urgenza. E vogliamo mettere insieme la città per convergere su una strategia comune».
COMUNICATO STAMPA
Francesco Nonni
Ufficio Stampa