FANO – “Il flashmob lanciato dalla TNI – Tutela Nazionale Imprese- la confederazione che rappresenta oltre 40mila imprenditori, di un delicato sistema artigianale con costi di gestione elevati e margini operativi ridotti, ha preparato la lettera che Ristoritalia ha consegnato direttamente nelle mani del Prefetto…..per chiedere aiuto.
Rispetto all’Emergenza sanitaria scatenata dal virus SARS-COVID 19 che ha coinvolto l’intero pianeta sono state le politiche adottate dai singoli Stati a fare la differenza nel fronteggiare le ripercussioni economiche della crisi sul tessuto sociale. In Italia, ad oggi, il Governo si è mostrato sordo al grido di allarme lanciato da migliaia di lavoratori, professionisti ed imprenditori travolti da uno stato di crisi senza precedenti a causa delle restrizioni imposte alle loro attività.
Le azioni del Governo si sono mostrate nei fatti, tardive, inique ed assolutamente insufficienti. Come, ad esempio, l’accesso al credito, concesso per arginare la crisi di liquidità, ha di fatto aggravato l’indebitamento di società che, non potendo espletare la propria attività in maniera proficua per le ragioni ormai note, potrebbero essere impossibilitate alla restituzione delle somme ottenute. Questa situazione rischia di diventare irreversibile e di sfociare in fallimenti a catena.
E’ doveroso precisare che mentre i ristori fino ad ora erogati sono andati effettivamente a beneficio delle imprese, nulla è stato previsto per sostenere noi piccoli imprenditori e le nostre famiglie.
In questi mesi abbiamo adeguato le nostre attività allo stato di emergenza sanitaria con ulteriori sacrifici economici e sforzi organizzativi. Abbiamo adottato rigidi protocolli sanitari, eseguito complesse operazioni di sanificazione degli ambienti, adottato una drastica riduzione dei coperti disponibili, censito quotidianamente ogni avventore, accettato una drastica riduzione degli orari di lavoro ed una drammatica contrazione dei ricavi. Abbiamo anche favorito l’uso della moneta elettronica con un ulteriore aggravio di costi. Senza esitazione ci siamo resi disponibili ad ogni richiesta, con piglio collaborativo, senso di responsabilità e spirito di abnegazione.
Come aggravante, nonostante il parere espresso dal CTS documentasse come non fosse da addebitare al settore Ho.re.ca la discriminante del contagio, nessuna azione correttiva è stata tentata e nessuna capacità di analisi e programmazione è emersa dalle misure adottate dal governo, mostratosi sordo al grido di allarme di migliaia di lavoratori.
A nulla sono valsi gli appelli inviati anche al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per questo motivo tutte le associazioni regionali, riunite nella TNI invieranno contemporaneamente, giovedì 14 gennaio, una lettera ai rispettivi Prefetti di provincia e ai Ministri Gualtieri e Patuanelli per chiedere un forte e pronto intervento.
Dopo questa prefazione, nella lettera si chiede ai Prefetti di liberare immediatamente le attività del comparto Horeca dai limiti fino ad ora vigenti che hanno ormai portato gli imprenditori del settore, i loro dipendenti e fornitori in uno stato di disperazione. Inoltre che facciano da tramite per ottenere immediati risarcimenti per i danni subiti dalle chiusure onde evitare ulteriori fallimenti e suicidi. Questi i punti nello specifico:
• Favorire l’immediato decadimento di tutte quelle norme che limitano le attività del comparto Ho.re.ca fino ad ora vigenti in maniera iniqua.
• Intercedere in nome e per nostro conto con l’Ill.mo Presidente della Repubblica affinché sia ripristinato al più presto il rispetto dei principi fondamentali della Carta Costituzionale cui da sempre si è ispirata la nostra azione civile e sia interrotta ogni azione discriminatoria nei confronti della categoria qui rappresentata. (Artt. 1, 2, 3, 4, 35, Costituzione della Repubblica Italiana)
• Farsi tramite tra la categoria Ho.re.ca ed il Governo per ottenere che allo stato di emergenza sanitaria faccia seguito, come già in altri Paesi dell’Unione, la proclamazione dello stato di emergenza economica con la previsione di immediati risarcimenti per i danni causati da chiusure e limitazioni (lucro cessante e danno emergente calcolati sulla base del fatturato annuale 2019).
Sig. Prefetto, -conclude la lettera- il nostro appello riporta la disperazione di un’intera categoria che rischia di pagare un tributo altissimo alla crisi in termini economici e di vite umane”.