FANO – E’ arrivata a bordo di un furgone, scortata dalla polizia locale, la bara in zinco all’interno della quale riposano i resti mortali del Beato Antonio da Fano. Un frate francescano vissuto in città nel 1400 di cui però non si hanno a disposizione molti elementi biografici sulla sua vita terrena. Questa mattina era in programma la ricognizione del corpo mummificato, dopo il dissequestro della salma disposto dalla Procura della Repubblica di Pesaro. Era stato il comune di Fano, proprietario della Chiesa di Santa Maria Nuova dov’era stata collocata la bara nel 1959, a chiederne il dissequestro per poterla analizzare. Ora si attendo i risultati di laboratorio (coperti però da segreto istruttorio) ma è pressochè certo che lì dentro ci sia il corpo del Beato. All’interno infatti è stata rinvenuta una targhetta con il nome e la data. Una persona acclamata come tale nel XIV secolo a furor di popolo, come avveniva anticamente, senza ratifica Pontificia che ne autorizzasse il culto per la venerazione pubblica. Se dall’esito degli esami emergesse l’assoluta certezza che si tratti del piccolo frate francescano, sarà necessaria una ricerca storica approfondita, anche attraverso i documenti disponibili, per provare la santità, i meriti ed eventualmente i miracoli di questo frate rimasto chiuso in una bara di zinco per oltre mezzo secolo, tra le pareti della chiesa di Santa Maria Nuova e l’ex convento dei frati minori. Infine una degna collocazione in chiesa, non più nascosto al mondo tra due pareti, ma dove meritano di essere venerati i santi.
IL COMUNICATO DEL COMUNE DI FANO
ORE 12.00 – Sono del Beato Antonio da Fano, il fratello dell’Ordine dei Frati Minori vissuto nel 1400, le spoglie rinvenute all’interno della chiesa di Santa Maria Nuova in centro a Fano. All’esterno della cassa infatti è stata trovata una targa che ha dato conferma alle ipotesi. Questa mattina si sono svolte le operazioni di apertura e successivo esame del contenuto della cassa di zinco rinvenuta il 12 settembre scorso nella chiesa di Santa Maria Nuova durante la riapertura di una porta nell’ambito dei lavori di ristrutturazione del vicino convento.
La cassa è stata traslata nei locali del cimitero dell’ulivo per le attività svolte dal medico legale, nominato dal Tribunale di Pesaro che aveva subito posto sotto sequestro l’area del rinvenimento e avviato le relative indagini, coadiuvato da tecnici e alla presenza delle Forze dell’Ordine, sono stati ammessi a partecipare per il Comune di Fano il Vicesindaco Cristian Fanesi e il Dirigente Adriano Giangolini.
La cassa di zinco portava l’iscrizione esterna “Beato Antonio da Fano m. 1435” avvalorando dunque la tradizione, ripresa in ultimo da padre Silvano Bracci nel suo saggio sui Frati Minori a Fano. Si dovranno attendere le risultanze che emergeranno dal proseguo delle indagini. Intanto l’Amministrazione comunale non può che rallegrarsi per un avvenimento tanto raro quanto rilevante per la devozione religiosa.
La salma è tuttora nella disponibilità della magistratura che sta continuando le proprie indagini, sulle quali vige il segreto istruttorio. Si confida che quanto prima possa essere restituita all’Ordine dei Frati Minori, d’intesa con i quali si provvederà a ricoverarla nel luogo di culto, una volta terminati i lavori.
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FOTO 2-3: FANO TV (Giacomo Vitali)