PESARO – Piove al calcio d’inizio, ma la butta sull’ironia. E avvisa: «L’assicurazione sul sole assicurato parte dal primo luglio: per stasera non era pronta». Così il racconto di un anno si sposta sul porticato e l’inizio è per chi gli rinfaccia le apparizioni televisive: «Stasera dovevo essere a Ballarò, mi avevano chiamato. Ma avevo appuntamento con voi e la città viene prima di tutto. A qualcuno può dare fastidio il sindaco in televisione, forse c’è anche un po’ d’invidia. Ma comunicare questa città è una sua esigenza economica, non una mia mania. Dobbiamo rafforzarci in termini di competitività e se, qualche volta, il sindaco va in tv, male alla città non fa». Intervistato a Palazzo Gradari dal giornalista Michele Romano, Matteo Ricci parla di tutto. Sospeso tra «cose fatte, cose impostate e cose da fare».
Aggettivi. «Tre aggettivi per descrivere il lavoro di un anno? Unità, velocità e determinazione. C’è un grande gioco di squadra in giunta, consiglio, maggioranza. Ci aggiungo anche la minoranza, che fa la sua partita. E’ importante perché i problemi sono tanti, dobbiamo remare dalla stessa parte. Il clima è positivo: pretendo molto, sono una bella rottura di scatole. Ma non c’è tempo da perdere, non si può traccheggiare: chi amministra decide tutti i giorni, non può rinviare le decisioni altrimenti è meglio che smetta».
Unione. «In sei mesi abbiamo fatto l’Unione dei Comuni: l’obiettivo da qui alla fine dell’anno è estenderla ai Comuni di Pian del Bruscolo, arrivando a 140mila abitanti. E’ lo strumento per fare le cose, razionalizzare, investire, mettere insieme servizi. Abbiamo risorse per ribaltare in senso buono la città: su un bilancio di 94 milioni ci sono 39 milioni di avanzo, bloccati dal patto. Una cifra che ormai non possiamo più vendere solo come virtuosismo, se rimane ferma lì. L’operazione serve a sbloccare anche questi fondi, specie sui lavori pubblici. C’è da modificare il regolamento? I segretari hanno già risposto: se dovremo cambiare qualcosa lo faremo, ma a me interessa la sostanza. Curioso poi che la minoranza che non ha votato l’atto, considerandolo una perdita di tempo, adesso rivendichi posti. Mi sembra un atteggiamento contraddittorio ma non è questo il punto: la questione è credere nell’Unione. Vuol dire contare di più, ma anche dire al resto delle Marche: ‘Fate come noi’. Spero che la nuova Regione invece di ostacolare questi processi, come faceva Spacca, li favorisca. C’è bisogno di una legislazione regionale e nazionale che incentivi unioni e fusioni. A Ceriscioli ho detto di dare una mano sulle quote di patto solo ai Comuni che si mettono insieme. Così come è necessario dare a questi assetti autonomia finanziaria, magari legandola alle risorse della local tax. Porterò la proposta all’Anci».
Lavoro. «Un amministratore dieci anni fa doveva gestire al meglio le risorse. Oggi, invece c’è un pensiero fisso, il mio assillo quotidiano: cosa può fare un sindaco per creare qualche posto nuovo di lavoro? Il problema è anche culturale: abbiamo vissuto di economia e ricchezza diffusa, per questo l’impatto della crisi è stato ancora più devastante. Abbiamo salvaguardato la spesa sociale: non abbiamo tagliato un servizio, senza aumentare le tasse. Pesaro è nei 20 Comuni con le tasse comunali tra le più basse d’Italia: lo dice la classifica del Sole 24 Ore. Anzi, le abbiamo tagliate per le nuove imprese: dal luglio 2014 chi apre un’impresa non paga per tre anni le tasse comunali. Cioè Imu, Tasi, Tari, suolo pubblico e pubblicità. Non è un annuncio: è il segno che il Comune ti dà una mano. Nonostante tutto c’è voglia di fare impresa, è nel nostro dna, va sostenuta. E’ anche un investimento sui futuri contribuenti. La concorrenza? Ci deve essere per migliorare. Se il centro si riempie di locali catalizza più gente, funziona il polo. Più attività ci sono, meglio è per tutti. Cambiamo mentalità».
Sanità. «Gli ultimi cinque anni sono stati disastrosi in termini di rapporto con Ancona. Non ci sentivamo neanche parte della Regione. Ogni volta che abbiamo posto un problema, gli amministratori regionali hanno fatto melina. Abbiamo validi medici e professionisti, l’organizzazione degli Ospedali riuniti ha fatto qualche passo avanti, però non siamo soddisfatti. Ci sono tanti disagi, è alta la mobilità passiva. Ceriscioli? Penso che gli abbiano lasciato parecchia polvere sotto il tappeto, diamogli un po’ di settimane per assestarsi. Ma è chiaro che, sulla sanità, bisogna invertire la tendenza». Quindi: «Si faccia un ragionamento di verità: finché non si investe nel nord delle Marche, continueremo ad avere liste d’attesa lunghe, mobilità passiva e costo economico da pagare per tutti i marchigiani». Sul nuovo ospedale: «Su questo la vecchia Regione ci ha preso in giro: diamo il tempo a Ceriscioli di capire se ci sono risorse da cui partire per fare il nuovo nosocomio. Poi ci metteremo d’accordo sul sito. In questi anni, il tentativo è stato farci litigare sul nulla». Per essere chiari: «Il nuovo ospedale? O si avvia in questi cinque anni o non lo si fa più e smettiamo di parlarne».
Profughi. Passaggio sull’immigrazione: «Né propaganda, né buonismo: solo pragmatismo di governo. No agli alberghi; evitare concentrazioni; impegno volontario per la comunità: siamo stati la prima città a fare il protocollo con la prefettura per progetti di pulizia dei quartieri e gestione del verde urbano con i volontari. Un approccio che attutisce le tensioni sociali, anche se il problema è più grande di noi».
Porta a porta. Capitolo differenziata: «Pesaro ha superato il 65 per cento, l’abbiamo fatto anche grazie al porta a porta. Ora serve un salto di qualità: abbiamo chiesto a Marche Multiservizi di sperimentare un meccanismo verso la tracciabilità del rifiuto. Sarà la sfida dei prossimi anni: migliorare la qualità della raccolta. Comporta un controllo, anche per premiare i comportamenti corretti dei cittadini. Legare la differenziata alla tariffa è il prossimo obiettivo: la sperimentazione si può avviare in una parte di città, potrebbe essere il centro storico come un altro quartiere. Nel frattempo, abbiamo chiesto di ripensare nelle vie del passeggio, in vista dell’estate, alcune modalità, aprendo una riflessione sul tema degli orari. Sono accorgimenti che vogliamo prendere. Ma è ovvio che non si torna indietro: prima di mollare il porta a porta, bisogna avere un sistema migliore. Altrimenti si rimane così, con i necessari accorgimenti».
Riorganizzazione. «Siamo scesi da 18 a 10 dirigenti, con un risparmio di 250mila euro all’anno. Abbiamo detto che ognuno deve lavorare di più e con i risparmi abbiamo abbassato le tariffe dei nidi nella fascia medio-bassa, quella più in difficoltà. Da settembre pagheranno dal 15 al 25 per cento in meno».
Porto. «Finalmente sono stati consegnati i lavori per la nuova darsena: potremo spostare le imbarcazioni arenate nel fango all’ingresso del porto canale. La soluzione è possibile perché abbiamo fatto il dragaggio che dà alla nuova darsena tre metri e mezzo d’acqua, un intervento costato un milione e mezzo. Dal prossimo anno, conclusa l’emergenza, avremo il doppio dei posti barca attuali. In più sono state sbloccate altre risorse per sistemare beni demaniali e opere di viabilità: il primo stralcio sta già procedendo. E insieme alla senatrice Camilla Fabbri abbiamo liberato tre milioni e 400mila euro del secondo stralcio. L’Arpam farà il carotaggio dei fondali, con quei soldi faremo il dragaggio sull’altro versante. Nel giro di un anno e mezzo ci sarà una grande modernizzazione. E pare che sia arrivata l’offerta concreta sul cantiere navale: se si confermerà l’interesse (mezzo milione già versato di ‘caparra’, non recuperabile, ndr), dopo anni di depressione si vedrà un porto più vivo».
Casello e opere accessorie. «I lavori di Autostrade sono una grande opportunità per la viabilità e l’economia. Ci hanno consegnato i progetti definitivi delle opere accessorie, la prossima settimana ci presenteranno il progetto definitivo del casello di Santa Veneranda». Elenco di tutte le strade: «Complessivamente è un intervento che vale 74 milioni di lavori. Il cronoprogramma di Autostrade? Nei primi mesi del 2016 partono i cantieri, per concludersi alla fine del 2017. Strade che equivalgono a 40 anni di bilancio impegnato del Comune. Sui lavori pubblici vale la regola: ‘Cose piccole con bilancio del Comune, a vantaggio dei quartieri; cose grandi con finanziamenti extra’».
Marketing della città. «L’allungamento della stagione e il sole assicurato? Idee per accendere i riflettori sulla città, anche a livello mediatico. Abbiamo visto i riflessi in termini di scatto su Google Trend: non si fa il turismo solo con questo ma intanto qualcuno sa che ci siamo. Il nostro problema è raccontare quello che abbiamo: 9 turisti su 10, quando vanno via, parlano bene di noi: il punto è farli venire qui. Non vogliamo accontentarci, puntiamo sui nostri quattro asset». Il primo lega «musica e cultura: l’estate sarà piena di iniziative, a partire da Rocca Costanza. Rossini è il Rof ma ha anche una dimensione pop e la nostra sfida è sdoganarlo nelle vie della città. Moltiplicheremo le occasioni: una città della musica deve avere la musica, di tutti i tipi. Le lamentele? Ci sono e ci saranno ma dobbiamo essere più tolleranti. I locali devono rispettare gli orari, ma nelle regole la città deve avere la musica. E’ un pezzo del turismo culturale». Il secondo pilastro è la bici «per il turismo familiare: Legambiente dice che siamo i primi sugli spostamenti urbani, vogliamo arrivare da 80 a 100 chilometri di pista ciclabile, dobbiamo venderla di più». Infine: «Puntiamo sul Parco San Bartolo: oro sotto i piedi, ma ancora poco conosciuto. E crediamo nella città delle moto, perchè c’è concentrazione di storia e attualità unica al mondo: museo Benelli, collezione Morbidelli, piloti, meccanici, Valentino Rossi che è un brand mondiale. Si può crescere sul tema, in termini di appeal. Siamo al lavoro». Sulla Notte Rosa: «Siamo marchigiani, stiamo dentro la strategia delle Marche. Ma basta campanilismi: sulla Romagna su alcuni temi possiamo collaborare. A Rimini sanno bene che per mantenere i numeri devono vendere un territorio più grande, costruendo un rapporto con noi. C’è una sinergia nuova. Per noi esserci è una grande opportunità, si tratta di uno dei principali eventi europei. Ci concentreremo sulle Marche e sull’Umbria per l’incoming. Il divertimento non è in contrapposizione con il turismo culturale o familiare. Vogliamo una città più vivace, che è anche più sicura». Variazioni sul tema: «La Pesaro che si lamenta? C’è e ci sarà, ma è la minoranza. Penso di interpretare la voglia e lo stato d’animo della stragrande maggioranza dei cittadini che sanno che dobbiamo ristrutturare la nostra economia. Oltre all’industria, bisogna crescere sul turismo e raccontare la nostra storia. E’ il tentativo che stiamo facendo. Porterà turisti? Non lo so, ma se non facciamo così di certo non verranno. Perché dobbiamo scommettere sempre di non farcela?».
Ceriscioli. «Un anno fa eravamo fuori da tutto: Spacca imperava, questo territorio non esisteva, il Pd era in frantumi. In sei mesi abbiamo rovesciato la situazione, un risultato politico straordinario. Ceriscioli ha fatto una grande campagna elettorale: sono più contento della sua vittoria in Regione che della mia a Pesaro un anno fa. Abbiamo proposto il cambiamento ma con un amministratore solido, sconfiggendo il poltronismo e il peggio della politica. Siamo cresciuti insieme, abbiamo caratteristiche diverse: a me piace più ‘menare’, a lui più accostare, parlando il linguaggio delle bocce. Ma prevale il progetto politico-amministrativo e la nostra sinergia. Vuole Nardo Goffi? C’è la mia disponibilità, non è questo il punto. Il nodo è avere una Regione che consideri davvero plurale le Marche. Vogliamo essere considerati come gli altri e Ceriscioli lo farà».
Centro e mare. «Il vecchio palas sembrava non ristrutturabile. Abbiamo aggredito il problema: ora è ristrutturabile e ci sono i soldi grazie all’accordo tra Comune, Pesaro Parcheggi e Valter Scavolini, che si dimostra una volta di più un grande pesarese. Possiamo fare l’intervento in tempi brevi, vorrei inaugurarlo per il prossimo Rof: so che è una tempistica quasi impossibile ma ce la possiamo fare. Sarà un auditorium da 2mila persone per Rof, congressi e sport». Ancora: «Metteremo a posto viale Marconi nel 2016: c’è già mezzo milione a bilancio. A ottobre partono i lavori per piazzale della Libertà, che diventerà una piazza vera. In più abbiamo trovato un milione e mezzo da investire nel centro da spendere subito». Con queste priorità: «Nuova vita a via San Francesco: la gomma per terra è una vergogna in uno degli ingressi della città. Abbiamo sollecitato banche e condominio, siamo pronti a pagare l’illuminazione, anche se non ci spetterebbe. Ma se non intervengono sul resto chiuderemo il portico. Non ci si può approfittare della città. Se si sistema la via, è un beneficio anche per le attività che ci sono». Non solo: «Interverremo su Corso XI Settembre: nel primo tratto il porticato è chiuso, toglieremo le macchine per dare respiro. Sistemeremo la parte iniziale di via Mazza per illuminazione e selciato. Su via Castelfidardo interverremo sull’arredo urbano. Così come nella parte tra Pescheria e scuola d’Arte, che può essere un luogo dell’identità e creatività pesarese. In via Cavour rifaremo il selciato a settembre, sarà una delle vie più vive della città. Piazzale Olivieri? Vogliamo trasformarlo nella piazza della musica: via le auto; ci sarà la nuova gestione del giardino di Palazzo Ricci, che ristruttureremo nella parte su via Sabbatini con tre milioni e mezzo di fondi europei. Chiuderemo la vicenda degli Orti Giuli: finiremo il bar, faremo l’illuminazione, metteremo a bando l’attività. A chi la gestirà, gli daremo la custodia dell’area. Partiranno i lavori su via Goito e in via Nanterre; faremo la ciclabile fino a Villa Fastiggi, il Piano Spiaggia e un milione di asfalti». D’altra pare, riconosce nel finale, «ho l’ansia di fare le opere: vogliamo lasciare un segno nel mandato…».