Ricci-Burioni, l’appello su Instagram: «La responsabilità dei comportamenti fa la differenza»

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PESARO –   Matteo Ricci confida il suo stato d’animo a Roberto Burioni: «Non nascondo che per noi sono giorni di preoccupazione», racconta il sindaco in diretta Instagram. «La fase due è molto delicata, c’è apprensione per una ricaduta. Stiamo dando messaggi di grande prudenza e abbiamo aumentato i controlli sul lungomare. Ai pesaresi dico che se a maggio non faremo il passo più lungo della gamba, potremo sperare in un’estate quasi normale. Altrimenti rischiamo di giocarcela». «Giusto essere molto attenti», ribatte il virologo pesarese. «Proprio in queste ore la Corea del Sud ha visto una recrudescenza, chiudendo di nuovo bar e ristoranti per un mese. Magari poi potremo allentare la morsa col tempo. Ma in questo momento dobbiamo renderci conto che il virus è apparso sulla faccia della terra più o meno quattro mesi fa. Sappiamo poco ed è corretto eccedere in prudenza. Tassativa, quindi, l’attenzione. Perché se riparte è un guaio». Osserva il sindaco: «Sono d’accordo con la prudenza del governo di questi giorni. Tutta questa corsa a riaprire una settimana prima da parte di alcune Regioni, col rischio di giocarci l’estate, non la capisco». Il professore lo dice con una metafora calcistica: «Abbiamo rimesso in piedi una partita che perdevamo tre a zero. Ora siamo tre a tre: prendere un gol in contropiede sarebbe da polli. La difesa deve essere attenta. Poi potrebbe esserci qualche sviluppo inaspettato, in grado di cambiare le cose». Tra i motivi di ottimismo: «I virus respiratori umani hanno una trasmissione molto più intensa nei mesi invernali rispetto a quelli estivi. Bisogna sperare che il coronavirus in estate si trasmetta meno, però chiaramente dobbiamo arrivarci con pochi casi». Poi il fronte degli studi controllati, «necessari sui farmaci che sono stati usati, dall’ idrossiclorochina al tocilizumab. E anche sul plasma». Secondo Ricci, nella fase due «manca ancora un elemento essenziale: il tema della mappatura, al momento rimasto ancora molto confuso». Aggiunge il professore: «Dobbiamo essere in grado di capire con i tamponi se le cose vanno peggio, in modo da potere isolare immediatamente. Poi ci deve essere il personale capace a tracciare. Gli esami sierologici sono importanti: servono per ora a capire quante persone hanno avuto la malattia. E’ un dato che in realtà non abbiamo: abbiamo contato 200mila casi in Italia, ci sono stime di un istituto inglese molto autorevole (l’Imperial College, ndr) che parlano di sei milioni alla fine di marzo. Magari sono esagerate. Ma, a mio parere, se ai 200mila aggiungiamo uno zero non sbagliamo di tanto. Però dobbiamo saperlo. Il test sierologico riesce a determinare se un paziente ha gli anticorpi. Quello che ancora non si sa, ma secondo me sapremo presto, è se chi è guarito è anche protetto. Dobbiamo osservare questi casi. Finora non è stata dimostrata nessuna reinfezione. Ma bisogna dare tempo alla scienza di verificare su un numero sufficiente di persone». Sindaco e professore concordano: «Non dobbiamo abbassare la guardia. Il virus non si trasmette da solo ma attraverso i nostri comportamenti. Con la responsabilità possiamo fare la differenza». «L’augurio è di rivedersi a Pesaro per il Rof. Incrociando le dita e sperando che tutto vada per il meglio», è l’invito di Ricci: «Ho programmato le vacanze estive come sempre nella nostra provincia», chiude Burioni.  

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