PESARO – «Sull’autonomia non possiamo giocare in difesa. Dobbiamo accelerare: già da lunedì dobbiamo mettere in campo la nostra proposta sulla local tax». Lo ha detto il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, intervenendo all’Assemblea dell’Anci in corso a Milano. «Dentro la semplificazione della tassazione locale non può starci tutto. Ma alcune voci devono rientrare: la Tasi, l’Occupazione suolo pubblico, la Pubblicità. E l’Imu, che dovrebbe passare interamente ai Comuni, in cambio dell’addizionale Irpef da destinare allo Stato. Aggrediamo il tema, per trasformalo in opportunità».
Proposta. Ma Ricci chiarisce: «Vanno messi due paletti. Noi non vogliamo e dobbiamo aumentare la pressione fiscale. Al tempo stesso, abbiamo bisogno della garanzia che le risorse entranti siano le stesse del 2014. Anche perché molti Comuni già stanno lavorando sui prossimi bilanci di previsione. Dentro questo perimetro, costruiamo la nostra proposta da subito». Il sindaco di Pesaro ha spiegato che «giovedì l’assemblea è partita con un clima pesante. Oggi siamo ancora preoccupati ma non dobbiamo perdere di vista i passi avanti delle ultime ore. Intanto, c’è la volontà di offrire ai Comuni uno spazio per gli investimenti. L’alleggerimento del patto di stabilità per l’80 per cento annunciato dal governo va nella direzione giusta». In secondo luogo, «registriamo l’apertura per la copertura statale degli interessi sui mutui accesi dai Comuni. Da anni era una delle nostre richieste».
Nodi. Restano i problemi sul taglio, «molto profondo», e le criticità sulle Province: «Chiediamo al governo di accelerare sulla riforma, sul passaggio di funzioni e personale. Anche con una norma ad hoc, se necessario. Perché da gennaio le Province non solo non riusciranno più a intervenire nelle strade, ma avranno grandi difficoltà anche per garantire il riscaldamento nelle scuole e gli stipendi dei dipendenti. Non possiamo permettere che questa situazione collassi sopra i Comuni. L’emergenza è già adesso. Se la Provincia non assicura il riscaldamento nella scuola, il sindaco farà l’ordinanza. Ma chi paga alla fine?». In più, ha aggiunto Ricci, «dobbiamo vigilare sul taglio alle Regioni: non si tramuti in minori trasferimenti ai Comuni. Il governo sul punto è stato chiaro, l’impegno va mantenuto».
Assetti. Il passaggio sui nuovi assetti: «Siamo in trincea, ma dobbiamo essere motori del cambiamento. Ottomila Comuni non reggono più, spingiamo sui processi di unione e fusione. Chiediamo al governo, anche attraverso la sperimentazione della local tax, ulteriori incentivi. Una parte della nuova tassazione locale può essere riscossa dalle Unioni, piuttosto che dai singoli Comuni. Se chiediamo maggiore autonomia, dobbiamo accettare anche una dimensione di governo giusta e appropriata». Non solo: «Sull’aggregazione delle partecipate spingiamo con più coraggio. La disgregazione non sta più in piedi, usciamo dai campanilismi». Sulle Regioni: «Diciamo con chiarezza cosa devono essere. Non sono nate nel’ 70 per gestire ma per fare le leggi e la pianificazione. Alcune Regioni, con le dimensioni che hanno, non hanno più senso di esistere. Ammettiamolo e favoriamo processi di unioni delle piccole Regioni, a iniziare da Marche e Umbria».