“E’ passato da poco il 25 novembre, giorno della Colletta alimentare che ha visto milioni di Italiani impegnati nella raccolta di alimenti da distribuire a chi ne ha più bisogno. Un’azione di solidarietà importante che deve poter proseguire anche oltre questa data. Ecco perché la Regione Marche, che nel 1988 ha approvato una legge ad ok, ha stanziato nel Bilancio di Assestamento, approvato ieri in Aula, la somma di 40 mila Euro a favore della Fondazione del Banco alimentare marchigiano.”
Parole queste dei Consiglieri regionali, Andrea Biancani e Renato Claudio Minardi, che si sono impegnati affinché fosse, con tale intervento, sostenuto l’impegno organizzativo della Fondazione e dei volontari che ogni giorno, attraverso un lavoro paziente e instancabile, contribuiscono a dare dignità e nuova energia a tante persone e a tante famiglie.
La Fondazione Banco alimentare Marche che ha sede a Pesaro, raccoglie le eccedenze alimentari e le ridistribuisce ad Enti ed associazioni della regione, con precisione 380 Enti caritativi (associazioni, Caritas parrocchiali e diocesane, case di reinserimento, cooperative sociali, ordini religiosi, Banco di solidarietà, ecc.) con oltre 44 mila persone bisognose indigenti disabili e in vario stato di bisogno fisico e materiale assistite.
Sono circa 2.300 le tonnellate di cibo all'anno, movimentate, stoccate, raccolte e ridistribuite gratuitamente attraverso due magazzini di raccolta situati a Fano e San Benedetto del Tronto per un totale di 1.100 mq di superficie di raccolta e stoccaggio.
L’attività giornaliera di ritiro dei cibi cotti e freschi, consegnati in giornata ai bisognosi avviene grazie all’attività quotidiana di 50 volontari.
Sono 5 mila i volontari coinvolti nella Colletta Annuale del terzo sabato di novembre appena conclusa che ha visto una raccolta straordinaria di 221.859 chili donati dalla gente che ha fatto una spesa per il Banco. Cibo raccolto e ridistribuito ai bisognosi.
Biancani e Minardi ringraziano il Presidente Luca Ceriscioli per aver sostenuto questo intervento che è soprattutto un invito a considerare i poveri non un fatto sociale ma persone che dobbiamo rispettare e sostenere nella loro dignità.