Referendum, Ricci: «Noi più forti, orgogliosi di lavorare da subito con Monteciccardo»

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PESARO – «E’ chiaro che la partita si giocherà a Monteciccardo», aveva detto Matteo Ricci a Villa Betti, chiudendo la campagna del sì alla fusione. Così è stato. Dopo i commenti a caldo in notturna («la città diventa più grande e forte, aiutando un territorio in difficoltà»), il giorno dopo il referendum, il sindaco torna sull’analisi del voto. A Pesaro a favore l’82.98 per cento dei votanti (in tutto 5.498; affluenza al 6,99 per cento). A Monteciccardo vota sì il 78,61 per cento (1301 votanti complessivi; affluenza al 63,26 per cento). «Dati netti e inequivocabili. Grazie ai cittadini di Monteciccardo. Non è mai facile prendere una decisione del genere, che chiaramente denota anche le criticità del territorio». Quindi: «Non si festeggia, ma iniziamo a lavorare insieme. Sentiamo una grande responsabilità. Pochi referendum sulle fusioni per incorporazione hanno registrato una percentuale plebiscitaria come questa». Prossimi step: «Mercoledì porteremo la delibera in consiglio comunale, per avviare l’iter procedurale che terminerà con la legge regionale. Chiediamo di farla nel più breve tempo possibile. Ma anche nella fase di transizione sindaco, giunta e consiglio comunale devono avere la forza e l’orgoglio di rappresentare Monteciccardo. Un territorio splendido». Anche a Pesaro, rileva il sindaco, «il risultato è netto. Speravo in un’affluenza un po’ più alta, come quella che si è registrata per le elezioni dei quartieri. Ma è stato davvero complicato spiegare ai pesaresi che dovevano votare anche loro. Ci era già successo con Mombaroccio: in tanti erano d’accordo sull’operazione, ma sapevano che si decideva tutto a Monteciccardo». Ricci ringrazia «comitato del sì ed ex sindaci (Goffi, Vagnini, Mengacci), che hanno preso posizione con coraggio. Dimostrando che la partita non era politica». Lettura che invece, secondo il sindaco, hanno dato «i sovranisti nostrani del territorio»: «Hanno preso l’ennesima batosta. Non hanno ragionato su cosa fosse più utile ai territori e alla città. Ma solo su un punto: se arrivano due milioni all’anno per dieci anni, se si risolvono i problemi, se si fa il piano di lavori, se si rafforza il bilancio e non aumentano le tasse, chi governa prende più voti. Quindi bisogna votare no. Grande autogol: prima vengono le questioni amministrative, poi quelle politiche. Altra occasione persa per dare una mano».
AGENDA- Si apre l’anno di transizione, «ma a me piacerebbe anticipare, valutando l’accensione del ‘mutuo Monteciccardo’ già dal 2020. Cosa che ci consentirebbe, già dal 2021,di essere operativi e partire con i primi lavori». Contestualmente, «c’è il versante dell’autonomia: elemento che resta, con la parte statutaria che andrà a costituire il Municipio di Monteciccardo. Da cui dipenderanno, attraverso il consiglio municipale, le scelte per quel territorio». Non solo: «Da subito lavoreremo sull’organizzazione dei servizi che da Monteciccardo potranno essere rivolti ad aree limitrofe come Ginestreto e Santa Maria dell’Arzilla».
FUTURO – «Da qualche anno abbiamo scommesso sull’Unione dei Comuni: è stato un grande passo, Ucchielli è una guida autorevole. La vicenda Monteciccardo ci spinge a rafforzare in primis l’Unione. Ma anche a guardare oltre, aprendo un ragionamento serio». Ovvero: «Valutare se l’Unione dei Comuni esistente possa diventare, in futuro, un unico Comune. Mi rendo conto che non è semplice, ma con Ucchielli abbiamo cominciato a ragionarci. Sul versante del Foglia la discussione sarebbe più agevole e praticabile, un po’ meno per i Comuni al di là del San Bartolo, che hanno le loro particolarità morfologiche». Puntualizza: «Il tema sarà dare forza all’Unione e verificare se possa diventare, nei prossimi anni, un’unica realtà amministrativa Pesaro-Vallefoglia». In questo caso, «non si tratterebbe, eventualmente, di fusione per incorporazione. Sarebbe invece un classico processo di fusione. Un confronto che richiede tatto, precauzioni e confronti. Lo faremo con calma: avremo tempo da qui al 2024 per pensarci ed eventualmente agire. E’ un ragionamento di prospettiva. Del resto il territorio è omogeneo e da oggi Pesaro e Vallefoglia confinano. Sarebbe una riforma storica, che porterebbe al primo Comune delle Marche». Ad affiancare il sindaco gli assessori Heidi Morotti e Antonello Delle Noci. Oltre ai membri del comitato per il sì: tra gli altri Gianfranco Amadori, Carmen Ghidotti e Giovanni Barberini. Che chiude così: «La nostra azione è stata al di fuori di ogni logica politica. Non finiamo qua, saremo ancora interlocutori perché c’è un grande lavoro da fare. Ma ora, per Monteciccardo, c’è la possibilità di una rinascita».

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