Referendum, per il Comitato del sì “la storia è fatta”

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MAROTTA – E’ stata una note lunga ed emozionate quella che tutti i marottesi attendevano. Nove sezioni elettorali, due Comuni, 4168 votanti totali. 2.793 sì, 1.357 no. Il referendum consultivo per Marotta unita s’è fatto e il popolo ha parlato: vince il sì con il 67,3% del totale, più del doppio dei contrari (32,7%). Nei quattro seggi di Marotta di Mondolfo è avvenuto un vero e proprio plebiscito:  ben il 94% di schede favorevoli contro il 6% dei no, segno che i marottesi vogliono abbracciare i loro fratelli sotto la stessa bandiera.

Altro dato importantissimo a favore dell’unità è quello dei due seggi di Marotta di Fano direttamente coinvolti nel trasferimento comunale, ovvero il 55 e il 63: in entrambi il sì ha vinto con il 65% e 67%. Anche qui, pertanto, un segnale forte che dimostra la volontà dello spirito d’unione. Nei seggi riferenti a Pontesasso e Torrette hanno, in cui vivono cittadini non interessati allo spostamento, hanno decretato la vittoria del no sul sì con un rapporto di circa 70 a 30.   Ora si attende il verdetto del Consiglio Regionale che, ponderando e vagliando attentamente il risultato nel suo complesso, darà il beneplacito definitivo a quell’unità che marotta sogna da 50 anni. Alla notizia della vittoria, nella scuola elementare in via Damiano chiesa, dove si erano radunati tutti i sostenitori di Marotta Unita si dà inizio al coro da stadio che invoca “Marotta, Marotta”. Finalmente unita. Partono le grida di gioia, gli abbracci, i brindisi.

Ci sono i ragazzi che ci hanno sperato, creduto, hanno fatto propaganda con ogni mezzo. Ci sono i membri del Comitato, in primis Gabriele Vitali, presidente del gruppo, con il volto segnato dalla tensione di queste ultime ore e dalla gioia per un risultato tanto atteso, un sogno che dura da 75 anni. Ci sono i vecchi di Marotta, emozionati e quasi senza parole. Fra loro anche chi ha partecipato alla “Staffetta su Roma”, come Vittorio Giambartolomei, che non poteva perdersi questo momento e che non può nascondere l’emozione. C’è molta gente, intervenuta per godere in prima persona di questa giornata epocale, per poter dire “io c’ero”. Tutti, taccuino o cellulare in mano, segnano numeri, percentuali, tengono informati quelli che non ci sono. Facebook impazza. Marotta è tutta sveglia per sapere come è andata. Anche chi è marottese, ma vive lontano. Anche chi non lo è, ma sente questa tensione per una cittadina che porta nel cuore. “Abbiamo stravinto”, decreta trionfante Tinti. Subito, la decisione di festeggiare in piazza Kennedy, terra simbolo di confine.

Il gruppo si sposta, con un corteo di auto e clacson in festa. Per far sentire a tutti, che la vittoria c’è stata. Che la battaglia è stata vinta. Il corteo arriva in piazza, tra bandiere svolazzanti e urla. Poi ci si sposta sul lungomare, verso Fano, in quel territorio che stanotte non è più terra di confine. Ma stasera diventa invece simbolo di questa vittoria per niente scontata, per testimoniare che Marotta c’è. Ed è una e sola, “ha unito i pezzi”, senza più confini, senza più specifiche ulteriori. E’ Marotta e basta. La storia è stata scritta il 9 marzo 2014. I marottesi si sono espressi. Ora la palla passa alla Regione.

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