FANO – “Ancora non ci siamo”. Questo il commento del Presidente di Federalberghi-Confcommercio Marche Nord, Luciano Cecchini, alla lettura del Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
“Nei salotti e nei talk show si racconta la storiella del turismo settore strategico – dice Cecchini- ma quando è il momento di passare ai fatti, la storiella diventa barzelletta. Se, come afferma il piano, si intende realmente incrementare il livello di attrattività del sistema turistico, non si può pensare di farlo senza coinvolgere le imprese”.
Secondo il presidente di Federalberghi-Confcommercio Marche Nord, “la strada maestra da seguire è chiara: sostenere la riqualificazione delle strutture turistico ricettive, in coerenza con gli obiettivi di innovazione, digitalizzazione e sostenibilità su cui si fonda il piano”.
“Se il decreto Natale è stato a dir poco strabico – prosegue Cecchini – ed ha dimenticato totalmente le strutture ricettive, non vorremmo che anche i decreti seguenti continuassero su questa falsa riga. Abbiamo apprezzato l’esonero IMU previsto dalla legge di bilancio, ma non sappiamo dove reperire le risorse necessarie per pagare la TARI e le varie utenze come l’acqua che, nonostante il mancato lavoro, vengono richieste come se nulla fosse accaduto.”
“Aver lavorato due mesi scarsi questa estate è servito solo ai nostri Amministratori per imbiancare gli occhi e dare una immagine fuorviante di un turismo che ha tenuto di fronte alla crisi. Non è così. Le strutture hanno invece subìto perdite importanti che non verranno mai recuperate. Senza parlare poi del turismo commerciale o d’affari degli alberghi a carattere annuale che è ormai praticamente scomparso. Purtroppo la realtà con cui ci misuriamo è fatta di ristori di importo irrisorio, di poche migliaia di euro per impresa. Ci sono imprese che sono chiuse da dieci mesi ed hanno ricevuto un contributo a fondo perduto pari ad una piccola parte del fatturato di aprile”.
Come Federalberghi-Confcommercio chiediamo al Governo un confronto con la nostra Confederazione per discutere di una politica di sostegno che consenta alle nostre imprese di sopravvivere innanzitutto e poi di dare loro la speranza che il turismo possa rappresentare davvero una certezza per il futuro del Paese e delle nostre attività.
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