PESARO – “Nell’ambito dell’attività di controllo e di monitoraggio sul rispetto delle misure anti Covid – si legge in un comunicato della Questura di Pesaro e Urbino – il personale della Polizia di Stato e della Polizia Locale, lo scorso 26 ottobre, aveva accertato che il titolare di un ristorante del centro storico di Pesaro non aveva ottemperato all’obbligo di chiusura delle attività di somministrazione di alimenti e bevande “al tavolo” previsto per le ore 18, organizzando una cena a cui partecipavano circa 90 persone.
Inoltre, nella circostanza, il titolare aveva tentato, con determinazione, di impedire
l’acceso al proprio locale al personale incaricato del controllo che, infine, riusciva ad entrarvi solo grazie all’occasionale apertura di un’uscita di sicurezza da parte di un avventore.
Una volta all’interno gli operatori hanno constatato, oltre alla rilevante presenza di persone
intente a consumare cibi e bevande ai tavoli, anche il mancato rispetto delle misure organizzative anti covid previste dal protocollo regionale e dal D.P.C.M. del 24 ottobre 2020, come quella relativa all’uso delle mascherine. Per tale motivo il personale della Polizia Municipale, una volta effettuate le contestazioni del caso, procedeva alla chiusura provvisoria immediata del locale per giorni cinque.
Successivamente il Questore di Pesaro e Urbino, valutata la gravità dei comportamenti, ha disposto la sospensione della licenza del locale per giorni quindici, ai sensi dell’art.100 del T.U.L.P.S.. L’art.100 prevede, infatti, che il Questore possa sospendere la licenza di un esercizio che, comunque, costituisca un pericolo per per la sicurezza dei cittadini o per l’ordine pubblico. Nello specifico caso, nell’attuale situazione di emergenza sanitaria dovuta all’espandersi del contagio del virus COVID-19, la violazione delle norme imposte a tutela della salute pubblica ben possono inquadrarsi nel più vasto concetto di “pericolo per la sicurezza dei cittadini” racchiuso nella norma sopracitata. Inoltre la mancata osservanza delle disposizioni atte a prevenire il contagio da parte dell’esercente, ha causato delle oggettive criticità per l’ordine pubblico, connesse al rilevante numero di avventori presenti nel ristorante, che venivano gestite senza ulteriori ricadute sulla situazione solo grazie alla professionale opera di mediazione e persuasione
svolta dal personale della Polizia di Stato intervenuto sul posto”.
La risposta del ristoratore non si è fatta attendere. Sul suo profilo Facebook ha scritto:
“a seguito della notifica pervenutami poco fa, in merito al provvedimento di sospensione di 15 giorni dell’attività di ristorazione de “La Macelleria”, comunico che quanto riportato e motivato dal questore per giungere al provvedimento in oggetto, e’ assolutamente non veritiero riportante comportamenti mai avvenuti.
La sicurezza dei cittadini non è mai stata messa in pericolo, ho controllato personalmente le persone mie ospiti all’interno del locale, tutt’ora monitorandole. Ribadisco l’illegittimità del DPCM del 24.10.2020 che contesto anche per la sua incostituzionalità e comunico che ho già dato incarico ai miei avvocati, di ricorrere in ogni sede anche per le dichiarazioni fasulle riportate nei verbali a me notificati.
Ritengo di aver subito una disparità di trattamento molto grave, anche in relazione ad altri fatti di protesta simili accaduti nel territorio italiano nella vicina Emilia Romagna, richiederò il risarcimento dei danni che subirò a causa delle chiusure.
Ritengo di essere ancora in un paese democratico.
La mia battaglia non si fermerà ed andrò fino in fondo“.