URBINO – L’Associazione F V M – Ferrovia Valle Metauro ha consegnato formalmente al Sindaco di Urbino Maurizio Gambini il Progetto Preliminare per il ripristino della Ferrovia Fano Urbino.
Il Sindaco ha ringraziato l’Associazione e tutta l’organizzazione che in pochi mesi ha predisposto il documento che costituisce la base per i prossimi passi necessari sia alla revoca della dismissione che alla ricerca di partners e dei finanziamenti così come realizzato in altre parti d’Italia.
Il Sindaco nel ricevere il documento ha simbolicamente tagliato il nastro tricolore e si è reso disponibile a fare da capo fila alle iniziative sia di Urbino che degli altri Comuni del circondario che vorranno dare corso effettivo alle prossime attività.
In una Sala Raffaello gremita di pubblico ed esperti del settore, oltre alla illustrazione dei vantaggi del treno che ne sono derivati in altri territori in cui analoghe iniziative sono già in atto da anni, è stato presentato il team che ha realizzato il documento: Società Ingegneria Pegaso e Sistema Ingegneria rispettivamente di Milano e Firenze e il team di base F V M ( Ing. S V Russo, ing. G. Carboni, Arch. G. Palma, geom. M. Vimini, ed altri, guidati dal presidente F V M dott. Carlo Bellagamba. Il Team si è avvalso inoltre della professionalità ed esperienza del Prof. G. Bariletti – UTP Lazio esperto in Economia dei Trasporti e collaboratore della Regione Lazio in questo campo.
Gli elementi salienti del nuovo progetto di ripristino sono la valorizzazione integrata del Territorio mediante l’utilizzo di 7 stazioni e ulteriori 7 fermate con una flessibilità spinta sia verso il trasporto puro e semplice che verso l’utilizzo a fini turistici. Verrà sostituito l’intero armamento ferroviario, ristrutturate le 7 stazioni e verranno create le necessarie infrastrutture minori per le fermate turistiche ( Es. agli scavi romani di Fossombrone e alle Marmitte dei Giganti). Secondo i canoni moderni di progettazione si è teso a ridurre per quanto possibile i passaggi a livello che sono passati da 55 a 21 superando soprattutto i problemi in uscita da Fano. Con una velocità di punta di 125 km all’ora fino a Fossombrone, l’intera tratta può essere percorsa in meno di un’ora.
I costi complessivi ammontano a 86.747.000 € , al netto Iva, è previsto un viadotto per superare le arterie principali di Fano il cui costo è calcolato in 18 milioni di €.
Il prof. Bariletti nel suo intervento ha messo in evidenza che tale cifra di investimento corrisponde a quanto le FS ( e quindi Stato e Regione) non ha speso per il servizio su gomma sostitutivo per i circa 30 di esclusione dal territorio dal godimento indispensabile del bene ferrovia ( circa 64 milioni di € attualizzati) e per i mancati contributi di mantenimento della infrastruttura sospesa dal 1987, incamerati per altri scopi ( circa 16,5 milioni di € ).
Dall’analisi dei costi di produzione e delle relative fonti di approvvigionamento economico per il nuovo esercizio ferroviario sulla Fano Urbino risulta che i parametri di efficienza d’esercizio fissati dal D.Lgs 422/97 (35%) sono pienamente soddisfatti attestandosi dal 53% al 71%: un dato da metropolitana FS.
Per non parlare poi di quanto si risparmierebbe in minori manutenzioni stradali, risparmi sulla spesa sanitaria e oneri infortunistici.
Bisogna altresì evidenziare che con questo ripristino si rende disponibile più modernamente tutto il patrimonio culturale costituito dalla Città di Urbino, di Fano e dei paesi di tutta la Vallata del Metauro.
Sembra quasi un buon auspicio il contemporaneo evento di Siena, sulla Ferrovia della Val D’Orcia, dove il Ministro Franceschini ha comunicato l’ingresso del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali nella Fondazione FS, che ha il compito di «preservare, valorizzare e consegnare integro il patrimonio ferroviario italiano alle future generazioni», come ripreso dall’arch. Bottini presidente di CO. MO. DO. a conclusione del convegno.
Associazione Ferrovia Valle del Metauro
Bene! Avete previsto tutto, ma proprio tutto: contenuti i costi al budget desiderato, tappata la bocca a quelli che si preoccupavano degli attraversamenti di Fano, è stata aggiunta perfino la fermata extra Fossombrone Scavi e, se qualcuno avesse chiesto la fermata Carrara, anche quella gli avrebbero dato. Solo una domanda: e la ciclabile a lato? Già finita nel dimenticatoio? No così, tanto per sapere, perchè anche quella ha un costo e perchè tra quei 5000 turisti al giorno, ai tempi nostri potrebbero essercene almeno 1000 che sul treno ci portano la bicicletta e avrebbero il piacere di non finire ammazzati percorrendo la statale. Ma questo, forse poco importa, fatti loro… e che tengano la destra ormai groviera della viabilità ordinaria.
Bella, utile ed ecologica. Un irresistibile richiamo turistico che il comune di Fano avrebbe il previlegio di possedere. Nessun governo negherebbe finanziamenti ( se venissero chiesti) per un opera simile.
Peccato che non saranno mai erogati dopo lo stop prima del Colle e poi del neoministro alle Infrastrutture. Ops, questo i “comitati” non lo hanno detto vero? Ah lo diranno dopo le elezioni, giusto…
Veramente una cosa bella e utile per tutti ……cittadini, comuni e provincia.
Tenete duro, come avete sempre fatto in questi anni!!!!!
Che strano! Sotto le elezioni hanno ridotto la stima a UN QUARTO dell’originale!
Quante frottole per accaparrarsi voti… ah già dimenticavo. Non si fa farà ne domani, nè mai, come metà E78, metà E45, ecc. ecc. ecc.
Mi spiace per tutti coloro che continuano ad illudersi così…
La ss 3 bis non si deve trasformare in autostrada. Va bene come B2. Lo stato deve investire nelle ferrovie visto che l’Italia da questo punto di vista è indietro.
Per una ciclabile a lato della ferrovia, basterebbe ridurre lo scartamento normale di 1435 mm. a 950 mm. In questo caso si avrebbe spazio per le due infrastrutture divise fisicamente fuori dei centri abitati e affiancati nell’altro caso. Da Fano a Fossombrone avremmo una linea a doppio scartamento come a Coira o Chur in Svizzera dove un segmento della ferrovia è comune a tutti e due e gli altri due distinti. Da Fossombrone ad Urbino con scartamento ridotto. A scopo turistico e non solo, avere questa linea innestata a Pergola, porterebbe solo vantaggi anche per i tanti che provengono dall’Umbria e dal Lazio.
Forse Sig. Maria Conti è meglio non allargarsi. Questo progetto per quanto bello e illustrato in modo entusiasmante grazie alla passione di troppo pochi e ininfluenti, non vedrà luce almeno in tempi brevi. E’ proposto senza basi concrete, aspettare i fondi dallo “Stato” è pura utopia visto che non danno nemmeno quelli per i dissesto idrogeologico. Come la Fano-Grosseto tante belle parole e la conclusione: se la volete pagate il pedaggio… bella furbizia.
Se verrà mai ripristinata la Fano – Urbino, spero sarà previsto un servizio di trasporto biciclette . Penso sia più invitante prendere il treno se all’arrivo hai la comodità di spostarti in bicicletta .
Egregio signor Alberto il binomio ferrovia + pista ciclabile è la prerogativa per il successo di questa ferrovia regionale. Visitando la ferrovia Merano- Malles chiusa dalle FS e riaperta dalla Provincia di Bolzano, con la pista ciclabile accanto, si può constatare che la pista ciclabile, in effetti, è stata realizzata in parte con tracciati ex novo ma per la gran parte utilizzando e migliorando strade rurali e quant’altro; non credo che sullo scenario della Fano- Urbino non si possa fare altrettanto!
Gli abitanti della valle del Sole (Merano-Malles) invece di una superstrada hanno optato per la riapertura della ferrovia e la scelta è stata vincente!