FANO – “Evidentemente non piace a molti la legge che prevede interventi a favore dei profughi (profughi non clandestini). In mancanza di risorse a favore degli italiani in difficoltà è comprensibile che sia un dibattito, come quello di questi giorni sulla presenza di profughi ospiti in un hotel del Lido.”
“Sta di fatto che legge nazionale e accordi internazionali prevedono, aldilà di sensibilità diverse nei confronti dei profughi da parte dei cittadini, interventi a loro favore.”
“Per una corretta informazione è bene ricordare che : “L’accoglienza ai profughi fa parte di accordi internazionali e l’Italia è obbligata a rispettarli. Se respinge i chiedenti asilo, rischia sanzioni come è già successo nel 2012.Per facilitare l’accoglienza, la Comunità Europea ha messo a disposizione dei fondi per garantire ai profughi, richiedenti asilo politico, vitto e alloggio. Tutte le nazioni che fanno parte della Comunità Europea versano una parte e l’Italia verserebbe la sua in ogni caso. I trenta euro sono destinati alle strutture di accoglienza e non possono essere destinati ad altre iniziative per far fronte ai problemi degli italiani. “ Chiarito questo fondamentale aspetto la zona scelta , il Lido, quantomeno doveva essere condivisa con chi la città rappresenta anche se probabilmente realtà periferiche non sarebbero indenni da proteste specie in un contesto economico, sociale e di ordine pubblico come quello attuale.”
“Visto che non saranno né il sindaco di una città né le dichiarazioni di singoli o partiti a cambiare la legge nazionale come gli accordi internazionali e tanto meno l’esodo epocale da nazioni devastate dalla guerra guerra e dalla miseria, sarà opportuno nel nostro piccolo cercare di conciliare la triste realtà di chi è costretto a lasciare la propria terra con quella di chi suo malgrado si trova, nella difficoltà della crisi a dover “ospitare” lo “straniero”. A questo punto andrebbe valutata l’opportunità di coinvolgere questi “ospiti” nella cura della nostra città. Una proposta che sono sicuro sarebbe ben accettata anche dai “profughi”non solo come forma di riconoscenza per l’ospitalità e la permanenza nella nostra città ma anche per una questione di dignità. Proviamoci.”
Giancarlo D’Anna