Polo Logistico, Fano Cresce lancia un appello agli imprenditori proprietari dell’ex zuccherificio

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FANO – “In occasione del Consiglio Comunale del 25 marzo, Fano Cresce ha espresso la propria opposizione al progetto di realizzazione del Polo Logistico nell’area di Chiaruccia, che prevede l’insediamento di un’industria insalubre di II classe. La proposta dell’Amministrazione, finalizzata alla riqualificazione dell’area dell’ex zuccherificio di proprietà privata, si basa su una permuta: i privati cederebbero al Comune l’area dell’ex zuccherificio in cambio di terreni comunali a Chiaruccia, con contestuale modifica della destinazione d’uso”.

“Prima di entrare nel merito della proposta vorremmo solo ricordare che è stata la giunta Aguzzi, di cui facevano parte alcuni amministratori attuali, ad aver lasciato in eredità al quartiere e alla città intera “una foresta di cemento”, regalando un’area da sempre definita area risorsa, quindi strategica per lo sviluppo della città, all’abbandono e al degrado”.

“Analizzando il progetto, evidenziamo due criticità sostanziali. La prima riguarda la frammentazione del dibattito pubblico. Le legittime istanze dei comitati di quartiere perdono efficacia perché si genera una contrapposizione tra diverse zone della città, quando invece la tutela del territorio dovrebbe essere un interesse comune e condiviso. Crediamo fermamente che le questioni relative alla qualità della vita urbana e alla salute pubblica richiedano una mobilitazione unitaria della cittadinanza, poiché le trasformazioni urbanistiche impattano sull’intera comunità, da San Biagio a Ponte Sasso, da Carignano a Baia Metauro”.

“La seconda criticità concerne la scelta di utilizzare la formula della permuta. I proprietari attuali hanno acquisito i terreni dell’ex zuccherificio in sede di asta fallimentare a condizioni particolarmente vantaggiose. Un’eventuale vendita diretta dei terreni privati comporterebbe l’imposizione fiscale sulla plusvalenza realizzata tra il costo pagato in asta fallimentare ed il valore commerciale che verrebbe calcolato in fase di vendita. La permuta, invece, consentirebbe uno scambio a cui conseguono benefici fiscali per i privati che diverrebbero proprietari di terreni dal valore commerciale superiore senza esborso di oneri tributari. È pacifico che, scambiando un’area compromessa, degradata, da bonificare, risultata non appetibile e quindi di scarso valore commerciale con un’area integra, con una logistica strategica e potenzialmente ambita da tanti, la giunta stia danneggiando la Comunità. In conclusione, riteniamo importante evidenziare come dal prospettato scambio (permuta) derivino, al di là della propaganda dell’amministrazione, solo vantaggi per i privati”.

“Fano Cresce conferma il proprio sostegno all’opposizione al polo logistico e coglie l’occasione per rivolgere un appello costruttivo agli imprenditori proprietari dell’ex zuccherificio. Pur comprendendo le legittime aspettative di redditività degli investimenti degli industriali coinvolti, riteniamo che Fano non necessiti di un polo logistico e, men che meno, di allargare la sua zona industriale in terreni utilizzati fino ad oggi per attività agricole”.

“Proponiamo agli imprenditori, quali membri attivi della comunità cittadina, che si facciano promotori di un progetto di riqualificazione dell’area ex zuccherificio, una volta modificata la destinazione d’uso, realizzando direttamente le strutture prospettate dall’Amministrazione: il palazzetto dello sport, la struttura alberghiera e l’housing sociale”.

“Questo approccio consentirebbe di recuperare gli investimenti attraverso la gestione delle strutture e dei servizi realizzati, creando valore duraturo per la comunità e lasciando un’impronta significativa nel processo di riqualificazione urbana. Non si tratta di contrapposizione tra parti, ma di costruire insieme una visione condivisa dello sviluppo cittadino, dove ogni attore si senta pienamente partecipe del futuro della città.
La nostra proposta mira a superare le contrapposizioni per promuovere un modello di sviluppo urbano sostenibile e partecipato, dove gli interessi privati possano armonizzarsi con il bene comune, nell’ottica di una città più vivibile e coesa, in cui tutti ci sentiamo cittadini di serie A”.

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