FANO – Troppe vongolare a caccia di bivalvi nello stesso specchio di mare: 221 barche, un terzo della flotta nazionale, operano nelle Marche, e alla scadenza del Regolamento regionale sulle zone di pesca di Pesaro, Ancona, Civitanova Marche e San Benedetto del Tronto sale la tensione fra i 4 consorzi marchigiani. Lo afferma l’Organizzazione produttori della Pesca di Fano Marotta e Senigallia. ”Una concentrazione pazzesca di barche in 150 km di costa, cioè un’imbarcazione attiva ogni 680 metri, si traduce in un danno enorme alla pesca e all’ambiente”. I pescatori si sentono vittime di ”una speculazione, avviata tra il 1990 ed il 1994 e avallata da dati scientifici inattendibili, cui hanno fatto seguito le sanatorie scorrette del ministero delle Politiche agricole”. Ora, sostiene l’organizzazione, la situazione ambientale è peggiorata, e ”la pesca dei molluschi-bivalvi nella regione è al tracollo. Non si può continuare a spostare barche da un compartimento marittimo ad un altro, limitandosi a spostare il problema. Il ministero deve assumersi le proprie responsabilità e deve decongestionare, i compartimenti delle Marche”.