PESARO – “La provincia di Pesaro Urbino rientri nel riparto del fondo di 200 milioni di euro, destinati nel cosiddetto Decreto “Rilancio”, ai territori delle province più colpite dalla pandemia da Covid-19, in modo particolare alle attività economiche e alle famiglie che in questo momento stanno attraversando difficoltà enormi”.
Approvata oggi all’unanimità dal Consiglio provinciale di Pesaro Urbino, la mozione depositata dal Gruppo consiliare di centrodestra “Cambiamo Pagina”, con cui si impegna il Presidente della Provincia ad attivarsi con il Governo, ed in ogni altra sede istituzionale competente, affinché anche la provincia di Pesaro Urbino, venga contemplata e ricompresa, nella prossima legge di conversione, nella ripartizione del fondo di 200 milioni di euro previsti dall’art.112 del D.L.34/2020.
Infatti al momento, la provincia risulta essere esclusa dal provvedimento normativo, nonostante nel D.P.C.M. dello scorso 8 marzo la provincia di Pesaro Urbino fosse soggetta, esattamente come le province beneficiarie del provvedimento vale a dire le province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza, alle medesime misure restrittive.
I dati attestano che la situazione della provincia marchigiana non sia poi così diversa da quelle lombarde.
Il tasso di letalità del virus in rapporto al numero degli abitanti, infatti, per la provincia di Pesaro Urbino si attesta allo 0,15%, mentre per la regione Lombardia è dello 0,16% e la percentuale di incidenza della totalità dei casi, in rapporto al numero di abitanti, è dello 0,86% per la regione Lombardia contro lo 0,76% della provincia di Pesaro Urbino.
Addirittura il tasso di letalità sul totale dei casi, per la Lombardia è del 18,24% e per Pesaro Urbino del 19,23%.
Il differenziale così esiguo ha motivato l’urgenza e la necessità di presentazione della mozione, approvata unanimemente dal Consiglio come documento unitario, al fine di poter trasferire anche ai comuni della nostra provincia importanti risorse che potranno essere utilizzate per ristorare le attività economiche e sostenere i nuclei familiari che versano in uno stato di disagio.