PESARO – La tre-giorni di festa di “Coltiva la Capitale” di Pesaro 2024 si chiude nel segno della Pace e della speranza, con la proiezione di “Liliana”, di Ruggero Gabbai, in un Teatro Sperimentale sold out per l’anteprima nazionale del documentario che racconta la vita della Senatrice a vita, cittadina onoraria di Pesaro, nelle sale dal 20 al 22 gennaio.
“Concludiamo la tre-giorni di festa per ‘Coltiva la Capitale’ – che ha celebrato il passaggio di consegne ad Agrigento, Capitale italiana della cultura 2025 – lanciando un messaggio di pace e solidarietà con la figura della senatrice Liliana Segre, simbolo vivente della Shoah e cittadina onoraria di Pesaro, di cui siamo estremamente orgogliosi – ha sottolineato il sindaco Andrea Biancani in apertura -. In un momento storico dove vengono annunciate quotidianamente nuove guerre, Pesaro lancia un messaggio di unione e contrasto a qualsiasi tipo di conflitto in corso, promuovendo la Cultura della Pace. Non potevamo che chiudere quest’anno straordinario con un personaggio ‘rock’ come Liliana che rappresenta la memoria e ci insegna a custodire il passato essendo attivi nel presente, con un agire impegnato e concreto rivolto all’inclusione, alla solidarietà, contro l’indifferenza”. Il sindaco Biancani ha poi ringraziato le istituzioni presenti; il prefetto Emanuela Saveria Grego; le autorità civili e militati; Alberto Belli Paci, figlio di Liliana Segre; la Giunta comunale; il regista Ruggero Gabbai; Franco Vaccari di Rondine Cittadella della Pace e gli studenti delle scuole superiori in sala. Infine, “l’ultimo ringraziamento a colei che ci ha permesso di concludere il nostro anno da Capitale in modo emozionante e inimitabile. Viva Liliana Segre”.
La proiezione, guidata dalla giornalista La7 Marianna Aprile, è stata un momento importante per ‘fare memoria’ e per continuare e rafforzare il tema della pace e della speranza, su cui la Capitale italiana della cultura ha lavorato in modo particolare negli ultimi 12 mesi, come sottolineato dal vicesindaco assessore alla Cultura Daniele Vimini: “Emozionante l’opportunità di chiudere quest’anno Capitale e la tre-giorni di ‘Coltiva la Capitale’ con l’evento di oggi. Non poteva esserci tema migliore per questa conclusione che quello della Pace, veicolato con il racconto della vita incredibile di Liliana Segre, che è tantissime cose e che ogni volta che torna a Pesaro riempie la città con la sua presenza”. Il vicesindaco ha ricordato l’endorsement della Senatrice in occasione della candidatura di Pesaro a Capitale italiana della cultura: “Ha speso tra le parole più belle per il nostro progetto e per la città; ne ha raccontato l’anima con l’amore che la lega ai nostri luoghi. Quanto da lei detto è stato tra gli elementi più decisivi e qualificanti della nostra candidatura”. Vimini ha aggiunto la gratitudine anche per il progetto di Rondine Cittadella della Pace, “a cui siamo legati da un rapporto speciale favorito dai progetti delle scuole coinvolte che ci aiutano nel ricordare il conflitto in Ucraina, quanto sta accadendo in Medio Oriente e gli oltre 60 conflitti in corso nel mondo. Per continuare a ricordare la necessità di promuovere la Cultura della Pace”.
Un messaggio che ha segnato il viaggio di Pesaro 2024. Un anno straordinario che è iniziato con la foglia di ginkgo biloba, simbolo di resistenza, usata per sottolineare il pensiero all’Ucraina, proseguito con la “Marcia della Pace” (ricordata anche da Papa Francesco) che ha attraversato la città il 31 dicembre, culminata oggi con la proiezione di “Liliana” di Ruggero Gabbai, che spiega: “Un privilegio realizzare questo documentario, un racconto intimo e personale evocato direttamente da Liliana Segre. La pellicola, si apre e si conclude nella spiaggia della sua Pesaro, con un’immagine della Senatrice sorridente e a braccia aperte. È una scena centrale, che abbiamo girato prima del 7 ottobre 2023 e che è stata inserita per controbilanciare la narrazione di estremo dolore legata ad Auschwitz con un luogo come Pesaro, topos della rinascita di Liliana perché è proprio a Pesaro, è qui che ha trovato l’amore”.
A presentare il documentario, Alberto Belli Paci, figlio di Liliana Segre che ha riportato al pubblico come la sua famiglia “Sia legatissima alla città di Pesaro, io in particolare ho vissuto tanti anni dell’infanzia e dell’adolescenza; è qui che ho cresciuto i miei ricordi, legati in particolare ai miei nonni paterni. Credo che il fatto di aver voluto fortemente che venisse fatta una prima nazionale di ‘Liliana’ nelle sale a Pesaro sia un riconoscimento per la città perché nella nostra mente rappresenta il luogo che ha segnato la rinascita di mia madre”. Sul rapporto con la senatrice: “È un grande onore, e una grande stima. Liliana è una grande donna che rappresenta per me la dignità della persona che riesce ad uscire da un incubo spaventoso in cui sono morte milioni di persone, a sopravvivere, ricrearsi una vita e diventare quello che è: sostanzialmente un simbolo”.
Imparare a superare l’odio che separa i popoli costruendo un messaggio di pace. È questo il cuore del lavoro di Rondine Cittadella della Pace, a cui Liliana Segre, nel 2020, ha affidato la sua memoria, dopo 30 anni di ininterrotta testimonianza, rivolti soprattutto ai giovani italiani, degli orrori vissuti nel campo di sterminio di Auschwitz. Così Franco Vaccari, presidente di Rondine Cittadella della Pace, “un borgo in Toscana dove da 27 anni si vive l’esperienza di convivenza tra giovani nemici. Abbiamo ragazzi che arrivano dalla Russia, Ucraina, ma per la prima volta quest’anno non sono stati selezionati giovani da Israele e Palestina, segno della tragedia che stiamo vivendo. La speranza è che ci siano sempre più giovani che non si arrendono all’odio, ma vogliono vivere la sfida di convivenza e trasformarla in amicizia”. Insieme a Vaccari, sul palco del Teatro Sperimentale anche 2 giovani partecipanti dello “Studentato Internazionale – World House”, Tornike, georgiano, che sottolinea come ”A Rondine impariamo la pace ogni giorno. Se vogliamo cambiare qualcosa dobbiamo prima cambiare noi stessi e non avere preconcetti. Si può fare qualcosa se c’è dialogo e ascolto attivo” e Viktorija, serba, che ricorda “Vengo da un paese che sta vivendo la fase del post conflitto, dove non si parla in maniera aperta di quello che è successo. Per me è stato importante trovare un posto, Rondine, dove si può esprimere quello che si sente, anche e soprattutto con l’arte, e dove anche con un ‘nemico’ può diventare amico”.