COLLI AL METAURO – In relazione alla proposta di tracciato per la realizzazione della pista ciclo-pedonale intendiamo in primo luogo ringraziare la Regione per la grande disponibilità e gli sforzi profusi per l’identificazione di un tracciato il più possibile fruibile da parte dei cittadini di Colli al Metauro e per le importanti risorse riservate a questo territorio finalizzate al superamento degli ostacoli legati alla complessa viabilità del nostro Comune.
Al contempo, desideriamo esprimere la nostra posizione in ordine a questo progetto. Tutto ciò in un’ottica propositiva, nel rispetto dei ruoli e dei poteri decisionali che competono alla Regione e con un approccio di piena e proficua collaborazione.
Permangono delle perplessità sull’opportunità di realizzare un tracciato ciclo-pedonale in pendenza di una valutazione di fattibilità tecnico economica del ripristino della ferrovia. Il sedime ferroviario, infatti, costituisce la colonna vertebrale di Colli al Metauro, l’arteria di raccordo e di congiunzione di tutto il territorio e, al di fuori dei confini comunali, il tracciato baricentrico di collegamento tra la costa e l’entroterra e tra la collina e la valle. E’ la sede naturale per lo sviluppo di una ciclo-pedonale di ampia portata che possa costituire il punto di incontro, di socializzazione e di mobilità sostenibile per tutta la vallata del Metauro. Soprattutto nel nostro Comune, dove in passato si sono privilegiate dissennate politiche di sfruttamento del suolo in favore del mattone. Queste politiche hanno pregiudicato irreparabilmente la viabilità urbana e la possibilità di fruire di percorsi in sicurezza da parte di famiglie, turisti e cultori della mobilità sostenibile. Quindi, a parere del nostro gruppo di maggioranza, e lo diciamo con il massimo rispetto del lavoro svolto, limitare l’ampiezza della ciclo-pedonale agli standard minimi di legge per preservare una possibile, quanto remota, riattivazione della linea ferroviaria è la carenza di fondo che si riscontra nei progetti della ciclo-pedonale dell’amministrazione regionale attuale e di quella precedente perché ne limita fortemente la fruibilità e ne inficia il valore e la portata. La competizione di questi due sistemi di mobilità (treno e ciclo-pedonale) per l’“occupazione” del sedime ferroviario ha pregiudicato negli ultimi decenni la realizzazione di qualsiasi tipo di investimento e ha portato, ora, a scelte di compromesso. Non solo, il rispetto della salvaguardia del sedime ferroviario impone soluzioni tecniche per la realizzazione di tratti della ciclo-pedonale che hanno un impatto economico non trascurabile. Tutto ciò perché il Governo centrale, da Roma, lontano quindi dai nostri territori e dalle nostre esigenze, intende preservare quel sedime ferroviario per la riattivazione di una linea ferroviaria che, su quel tracciato, Colli al Metauro non vuole e noi, che rappresentiamo il sentimento dei nostri concittadini, non vogliamo.
Quindi, consci appieno dell’importanza di scelte così determinanti e definitive per la mobilità dei nostri territori e vista la proroga al 31/12/2022 per l’utilizzo del contributo per la realizzazione della ciclo-pedonale, riteniamo che sia opportuno attendere l’imminente pronuncia da parte di RFI sulla fattibilità tecnico-economica della riattivazione della tratta ferroviaria Fano-Urbino prima di procedere alla realizzazione definitiva del progetto della pista ciclo-pedonale. La suddetta pronuncia è prevista per il mese di ottobre p.v. e potrebbe dirimere la contesa sulla destinazione d’uso del sedime ferroviario. Un eventuale esito negativo, infatti, consentirebbe l’adozione della soluzione ottimale, e non di compromesso, per la realizzazione della pista ciclo-pedonale. Questo è sicuramente vero per il tratto che attraverserà Colli al Metauro, il territorio che i nostri concittadini ci hanno chiamati ad amministrare e tutelare.
Vogliamo fortemente la ciclo-pedonale e apprezziamo l’impegno della Regione che, per tale finalità, ha messo in campo importanti risorse. Per il bene del nostro territorio, però, con altrettanta fermezza vorremmo essere fieri di avallare, senza recriminazioni, un’opera non sottomessa a soluzioni di compromesso.