CANTIANO – «I cittadini di Cantiano hanno messo gli stivali e non li hanno mai tolti, per combattere per la loro terra, pretendendo ciò che gli spetta. Questa comunità è diventata un simbolo: di resilienza, di coraggio, di dignità». Con queste parole Matteo Ricci, europarlamentare del Partito Democratico e candidato alla presidenza della Regione Marche, ha dato il via al suo tour in bicicletta “Ricucire le Marche”, partendo da uno dei luoghi maggiormente colpiti dall’alluvione del 2022.
Un viaggio politico e umano tra i borghi dell’entroterra, da Cantiano fino ad Arquata del Tronto, attraversando anche Fabriano, Camerino e Comunanza. Ogni tappa toccherà un tema: si parte dall’alluvione, si passa per le crisi aziendali, la ricostruzione post sisma, la lotta allo spopolamento.
«Attraverserò in bici i territori che più stanno soffrendo – ha spiegato Ricci – È un modo per viverli, per ascoltarli e per mostrare che si può fare politica anche stando dentro la fatica. Andare in bici è bello, ma è anche faticoso. Come vivere nelle aree interne. Nei prossimi cinque anni dovremo rendere il vivere questi posti meno faticoso. La bellezza da sola non basta, servono servizi, infrastrutture, una visione chiara che valorizzi le aree interne».
Ricci ha scelto Cantiano proprio per l’impatto devastante che l’alluvione ha avuto su quest’area. «Nessuno si aspettava un disastro simile in questo territorio. Il vortice meteorologico che si è formato nella zona del Catria ha colpito a valle, qui, in modo mai visto prima. Ci aspettavamo l’esondazione in altre vallate, e invece ha colpito dove non era mai successo. È il segno che il cambiamento climatico sta accelerando più di quanto immaginiamo».
Un attacco diretto anche a chi oggi vorrebbe fare marcia indietro su clima e ambiente: «Persino in queste ore sento dire che dobbiamo tornare indietro rispetto al Green Deal, dalle stesse persone che poi propongono una tassa occulta, chiamandola assicurazione contro le calamità naturali, proprio su questi fenomeni. Ma con che faccia possiamo tornare indietro? Con che faccia guardiamo i nostri figli, quando vediamo questi fenomeni estremi e qualcuno ancora nega il cambiamento climatico?»
Accanto a Ricci, il sindaco Alessandro Piccini, che ha ricevuto parole di stima per il suo lavoro. «Mai con il cappello in mano, ma sempre con la testa alta e la schiena dritta. Piccini ha rappresentato la sua terra senza guardare al colore politico dell’interlocutore. Perché quando ci sono disgrazie, non c’è partito. C’è solo una comunità che va aiutata, ascoltata e sostenuta».
Ricci ha poi parlato di ristori e fondi per il dissesto idrogeologico, sottolineando la necessità di velocizzare procedure e sbloccare le pratiche bloccate nei cassetti.
Il discorso si è poi spostato sul fronte delle infrastrutture «O ci accontentiamo delle briciole o portiamo a casa risultati eclatanti. Non si può pensare che dopo una galleria non ci sia più una strada. Non si può accettare che l’unica direzione della Fano-Grosseto porti verso la Toscana. Bisogna che la Guinza sia un vero collegamento tra le regioni in grado di promuovere il turismo nella nostra regione». Ha rilanciato con forza la necessità di completare la Fano-Grosseto: «Basta con i rinvii. È una grande opera che può ricucire davvero le Marche».
Poi ha parlato della strada Flaminia: «È sempre stata sottovalutata perché era una provinciale. Ma ora è in capo ad Anas. Senza quel passaggio oggi sarebbe chiusa, perché non c’erano fondi. Ora invece abbiamo la possibilità di modernizzarla, soprattutto perché l’Umbria ha già fatto la sua parte da Gubbio in poi. Tocca a noi».
Non poteva mancare un passaggio sulla sanità, tema centrale per i cittadini. «Le liste d’attesa sono aumentate, la mobilità passiva è cresciuta ovunque. La gente vuole sapere cosa vogliamo fare, non sentire che è colpa di chi c’era prima. Il primo o il secondo anno può avere un senso questo discorso. Ma dopo cinque anni no, altrimenti finisce che diamo la colpa a Garibaldi». Ricci ha invocato più risorse per la sanità pubblica: «Va rifinanziata. Va portata almeno al 7% del PIL regionale, altrimenti rischia il collasso. E se non ti batti a livello nazionale, fai un favore a chi governa, ma non alla tua terra».
Infine, il candidato ha presentato alcune proposte per invertire il declino demografico dell’entroterra. «Sappiamo che il mondo sta andando verso le città. È un processo culturale ed economico globale. Ma noi dobbiamo provare a invertire la rotta». E ha illustrato il suo piano: «Serve un contributo a fondo perduto per le giovani coppie che comprano casa nei borghi. Servono trasporti gratuiti per gli studenti delle aree interne. Bisogna finanziare le pluriclassi per tenere aperte le scuole nei piccoli comuni. E dobbiamo rendere gratuiti gli asili nido, per aiutare le giovani famiglie a restare». Misure già sperimentate in Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia, da finanziare tagliando sprechi: «Come i 12 milioni buttati in Atim, un carrozzone senza strategia per il turismo».
Il viaggio ora proseguirà con altre tappe e altri temi. Ma da Cantiano è partita una promessa chiara: «Sarà un cammino in mezzo alla bellezza delle Marche, ma anche dentro la loro fatica. Per resistere, per ricostruire, per pensare a nuove Marche. Per pensare alle Marche grandi».