PESARO – «Sul progetto dell’ospedale nuovo non arretreremo di un millimetro». È pronto a dare battaglia il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, per portare avanti un investimento fondamentale per la salute di tutti i cittadini. «Oggi è solo il primo giorno della mobilitazione che continuerà attraverso una petizione popolare lanciata nei prossimi giorni», ha spiegato durante il presidio di questo pomeriggio nel parcheggio dell’ospedale di Muraglia.
«La campagna elettorale è finita – continua -, quando si governa una Regione bisogna essere pragmatici e soprattutto avere l’idea di quali danni si possono creare, se si fanno scelte azzardate e dannose per il territorio. Non è possibile rinunciare dopo decenni di discussioni al nuovo ospedale per l’Azienda Marche Nord di Pesaro e Urbino. Siamo stanchi di doverci andare a curare in Emilia Romagna e in Lombardia, ogni volta che abbiamo patologie di una certa gravità».
Un progetto che va avanti ormai da anni: «Dovevamo fare prima, abbiamo discusso eccessivamente – ammette il sindaco -. Siamo in grave ritardo, non possiamo perdere ulteriore tempo. Bloccare tutto significa arretrare la nostra sanità per i prossimi 10-20 anni, una struttura moderna e innovativa attrae i medici migliori. I tanti, bravissimi, operatori che sono venuti qui lo hanno fatto anche per questo progetto».
Stop a propaganda rispetto alle aree interne. «L’ospedale nuovo tra Pesaro e Fano non si fa con i soldi delle strutture dell’entroterra. Abbiamo bisogno di rafforzare la sanità territoriale, questa è la sfida che si è aperta in tutto il Paese visto il momento che stiamo vivendo. Senza questa il servizio pubblico non regge. Abbiamo bisogno che la Regione investa di più a Sassocorvaro, Cagli, Pergola, Urbino, Fossombrone. Ma se un cittadino di Pesaro e Urbino non trova risposte a Marche Nord va a Milano o Bologna. Dobbiamo essere pragmatici, siamo in una fase in cui la sanità pubblica acquisisce un valore enorme». Poi continua: «Questo presidio serve a far capire di che pasta siamo fatti. Se qualcuno ha in testa di vendicarsi perché qui non ha avuto riscontro politico, come da altre parti, troverà le barricate».
Il progetto e i numeri
«L’ospedale nuovo costa circa 240milioni. Lo Stato, attraverso fondi CIPE, ha messo 104milioni, la Regione ne ha aggiunti 16, per un totale di 120milioni pronti a partire. Il resto, viene realizzato con il meccanismo del project: coloro che realizzano l’ospedale recuperano la differenza (120milioni circa ndr) con le risorse della gestione dell’ospedale dei prossimi anni. Se questo project non piace si può cambiare, i soldi ci sono sia per le aree interne che per nuovi ospedali. Non dimentichiamoci che c’è tutta la partita del Recovery da giocare insieme».
Sul futuro del San Salvatore
«Si spendono centinaia di migliaia di euro per gli affitti degli ambulatori sparsi per la città – continua Ricci -. Per questo la nostra idea è quella di destinare la parte del San Salvatore recentemente ristrutturata agli ambulatori. Quella più vecchia può essere demolita e ricostruita per un progetto pilota dedicato agli anziani autosufficienti».
«Basta propaganda – conclude Ricci -, ho chiesto un incontro al presidente Acquaroli. Spero capisca che non si può governare la regione contro la nostra provincia, contro la seconda e terza città delle Marche, ma soprattutto contro la principale unione dei Comuni».
Al fianco del sindaco Ricci, l’assessore ai Servizi Sociali di Fano Tinti, l’ex primario si oncologia Giuseppina Catalano, il presidente della Provincia Paolini, il sindaco di Vallefoglia Ucchielli e di Gradara Gasperi.
Le voci
Dottoressa Giuseppina Catalano che ha sottolineato la «fatica morale, l’amarezza e la stanchezza nell’essere qui oggi» a partecipare a un presidio a favore dell’ospedale nuovo. Catalano ha aggiunto che «è 33 anni che sento parlare di ospedale nuovo. Ancora siamo qui e la Regione ha le sue responsabilità». Per poi continuare: «C’è qualcuno che vuole male a questo territorio, noi non lo permettiamo. Dobbiamo insorgere a difesa di questa struttura che altro non è che il semplice diritto ad avere la sanità possibile nel terzo millennio. Ne abbiamo bisogno» perché l’ospedale San Salvatore è «come il vecchio telefono di Meucci che più di quello per cui è stato pensato non può fare».
Dimitri Tinti, assessore alla Sanità del Comune di Fano: «Il diritto della salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, di cui molti si riempiono la bocca non è garantito se dobbiamo spendere 40-50 milioni fuori dal nostro territorio». «Un ospedale di eccellenza di secondo livello, moderno, efficiente, serve. È necessario in un’ottica di sistema provinciale in cui sia garantita e rafforzata anche la rete di sistema che comprenda l’intero territorio. I presidi di Fano e Pesaro hanno già fatto un percorso di integrazione in questi anni. Percorso che oggi non può rimanere in un guado». Un buon amministratore, ha concluso Tinti «se toglie risorse deve dire dove le vuole mettere e cosa vuole farci. Qui si tolgono solo opportunità».
Palmiro Ucchielli, sindaco di Vallefoglia, ha sottolineato che «quando si è in una fase così drammatica in cui siamo costretti a rinunciare quasi a tutto, c’è bisogno di coesione istituzionale e politica, al di là delle appartenenze: se una cosa serve al territorio si fa, perché serve a tutti». «Questa è una fase in cui se si ha la capacità di tenere relazioni istituzionali corrette, si riescono a distribuire nell’interesse del cittadino una grande quantità di risorse, che stanno arrivando nei territori dall’Europa, e che probabilmente non avremmo più». «E poi, permettetemelo: cosa c’è di alternativo? Qui c’è un progetto, è in appalto. Rinuncio a quel progetto per che cosa?». Ucchielli ha concluso con un «accorato appello istituzionale: ripensateci è meglio per tutti, anche per la giunta regionale».
Giuseppe Paolini, presidente della Provincia di Pesaro e Urbino che ha parlato in veste di «sindaco di Isola del Piano, di un’area interna. Sapere che c’è un ospedale a Pesaro nuovo che funziona a me fa star tranquillo». «Siano consapevoli e coscienti che stanno parlando della salute dei cittadini della nostra provincia e che senza la provincia di Pesaro e Urbino non si governa» ha continuato Paolini rivolgendosi alla Giunta regionale per poi concludere: «Saremo qui insieme a tutti i sindaci del territorio a presidiare e a mantenere viva la speranza che possa nascere una struttura nuova, efficiente, che consenta di stare tranquilli anche agli abitanti delle aree interni».