URBINO – Una lettera di scuse alla famiglia di Ismaele Lulli, parole di pietà verso la vittima, ma anche la scelta di non rispondere alle domande del giudice e del pm Irene Lilliu, rendendo una dichiarazione spontanea. Questa: ”Non posso confermare che Marjo Nema mi abbia detto poco prima che uccidessi Ismaele ‘se vuoi ammazzalo’. Forse non l’ha detto, non ricordavo bene”. Nell’incidente probatorio svoltosi oggi pomeriggio nel tribunale di Urbino, entrambi gli indagati per l’omicidio di Ismaele, 17 anni appena, Igli Meta e Marjo Nema, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Igli è accusato dell’omicidio premeditato del diciassettene di Sant’Angelo in Vado, ”colpevole” di aver avuto un flirt clandestino con la fidanzata del ventenne albanese. Nema avrebbe concorso al delitto dando manforte a Igli nel ripulire la zona, una piazzola sulla sommità di una collina di Sant’Angelo in Vado, dove Ismaele è stato ammazzato il 19 luglio scorso. Oggi il pm Lilliu ha contestato a Igli anche l’aggravante della tortura. La perizia medica sul corpo della vittima ha dimostrato che prima della morte, Ismaele venne ferito alla parte destra del torace con almeno 4 coltellate; colpi non mortali, ma tali da acuire il dolore patito dal ragazzo, che era legato ad un palo, con la bocca chiusa con del nastro adesivo. Ismaele venne poi ucciso con un taglio alla gola. L’indagine si può dire conclusa. Da quanto si è appreso, Igli Meta, difeso dall’avvocato Salvatore Asole, chiederà di essere processato con il rito abbreviato. Marjo Nema (avv. Umberto Levi) sceglierà il rito ordinario. (ANSA)
FOTO: Il Ducato
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