FANO – “La stagione balneare sta per iniziare ma agli operatori balneari non viene data la possibilità di ripristinare gli stabilimenti erosi dalle violente mareggiate dei mesi scorsi”. È quanto afferma Andrea Giuliani di Oasi Confartigianato Fano, l’associazione di categoria che tutela gli interessi di numerosi stabilimenti balneari.
“L’assurda Delibera della Giunta Regionale delle Marche n.294 del 6/3/2013 – spiegano da Oasi Confartigianato – ha introdotto una serie di inutili burocratismi che rendono problematica ogni forma di movimentazione della sabbia e della ghiaia dai punti di prelievo alle spiagge disastrate dall’erosione. In pratica la DGR regionale prevede che, per ogni piccolo trasporto di materiale da una spiaggia all’altra servono il progetto e le analisi dell’Arpam anche quando le spiagge si trovano nella stessa unità fisiografica”.
“Oasi Confartigianato ha già fatto presente la cosa all’Assessore Regionale ai Lavori Pubblici Paola Giorgi e ai tecnici del Servizio Opere Marittime ma senza risultato alcuno. Come se non bastasse la Regione, quest’anno, ha più che dimezzato le risorse da assegnare ai Comuni per l’effettuazione dei ripascimenti; di conseguenza gli operatori dovranno arrangiarsi da soli con mezzi propri”.
“In tale contesto di difficoltà – afferma Andrea Giuliani di Oasi Confartigianato – ci si attenderebbe dalle istituzioni locali e dai vari organismi di controllo maggiore comprensione e collaborazione; ciò al fine di garantire il ripristino degli arenili ed il regolare svolgimento della stagione turistica.
Al contrario si deve, purtroppo, lamentare che non è stato autorizzato il prelievo dei cumuli di sabbia del Lido vagliata dai mezzi dell’Aset per portarla in altre spiagge dilaniate dall’erosione; mentre gli operatori che hanno iniziato a sistemare e livellare gli arenili vengono, addirittura, filmati come se fossero dei criminali”.
“Di conseguenza Oasi Confartigianato non assicura che gli operatori riescano ad approntare gli stabilimenti in tempo utile per l’anniversario del gemellaggio con la città di Rastatt; anzi, allo stato attuale, è molto facile che i gentili ospiti tedeschi vedano ancora i plinti dei capanni e gli impianti tecnologici scoperti a causa dell’impossibilità di apportarvi la sabbia”.