PEARO – “Erano le 9:44 di lunedì 8 dicembre quando il treno regionale 11530 partito da Ancona con destinazione Piacenza percorreva per primo la nuova galleria fra Pesaro e Cattolica.
Dopo oltre 150 anni di onorato servizio al vecchio tunnel si abbina uno nuovo per consentire prestazioni della linea coerenti con le attuali direttive europee.
La nuova galleria, è lunga oltre 1,1 km e si sviluppa in affiancamento a quella esistente. E’ formata da un tratto centrale di galleria naturale – lungo 950 metri – e da due tratti di galleria artificiale lunghi 40 metri – lato Cattolica – e 118 metri – lato Pesaro. Il tunnel consentirà il transito dei treni porta-container di grandi dimensioni e della cosiddetta autostrada viaggiante (cioè tir fino a 4 metri di altezza completi di motrice e rimorchio caricati su speciali carri merci), favorendo lo sviluppo del traffico combinato intermodale strada-rotaia.
Un’opera considerata indispensabile per sbloccare il trasporto ferroviario delle merci e container. Troppo stretto, infatti, lo storico tunnel a doppio binario tra Pesaro e Cattolica, per questo tipo di carichi voluminosi. Il tappo che impediva alle merci di grosse dimensioni di viaggiare sui binari della linea adriatica è stato rimosso.”
“L’ investimento complessivo oltre 32 milioni di euro.”
“Il costo della nuova galleria rende l’idea del valore che ha la ferrovia Fano Urbino: nel suo percorso insistono 8 gallerie, di varia lunghezza non superiori ad 1km, e 42 fra ponti e viadotti.
In base a perizie e studi di esperti il suo recupero è tecnicamente facile e con costi pari a due chilometri di nuove gallerie.”
“Non è difficile comprendere che gli investimenti più utili e determinanti in futuro, sia che riguardino il trasporto merci sia il trasporto dei viaggiatori, saranno quelli che previlegiano il trasporto su ferro per ragioni legate alla sostenibilità ambientale, alla velocità e anche all’economia ( solo per piccoli numeri non è conveniente il treno), pertanto un territorio privo di infrastrutture ferroviarie è destinato a non prosperare.”
“La posta in gioco sulla ferrovia Fano Urbino, quindi, è altissima perché il suo definitivo abbandono comporta per la Provincia di Pesaro e Urbino l’ impossibilità di uscire dal suo isolamento ferroviario; il vuoto di connessioni ferroviarie che affligge le alte Marche può essere colmato, per ragioni legate ai costi delle nuove infrastrutture e alle dinamiche ambientali, solo attraverso il suo recupero.”
Associazione FVM Ferrovia Valle del Metauro