FANO – Dopo essere stata sanzionata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in occasione delle elezioni regionali del 2015, l’Amministrazione Comunale dimostra di non essere diventata più prudente, e anche in vista delle prossime elezioni politiche persiste nella probabile violazione dei divieti previsti dalla legge durante la campagna elettorale.
Infatti, nonostante dal 29 dicembre scorso sia vietata la comunicazione istituzionale delle pubbliche amministrazioni, tranne quella svolta in forma impersonale e indispensabile all’assolvimento delle funzioni, su alcuni siti istituzionali del Comune e sui social network imperversa la propaganda: dai comunicati stampa che ci regalano le dichiarazioni trionfalistiche di qualche Assessore alle autocelebrazioni del Sindaco per la realizzazione del Piano Strategico, dai video promozionali sull’attività della Giunta ai notiziari che magnificano le gesta dei nostri infallibili Amministratori. Il tutto, si badi bene, con la spendita del nome del Comune di Fano, e quindi presumibilmente realizzato con risorse pubbliche.
Insomma, è proprio il caso di dirlo: dopo il monologo-show di Seri alla Sala Verdi dello scorso 28 dicembre, il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Come tre anni fa, ci siamo subito attivati per presentare una segnalazione delle presunte violazioni al Comitato Regionale per le Comunicazioni, che ora svolgerà l’istruttoria necessaria affinché l’Agcom si pronunci al riguardo, molto probabilmente prima delle elezioni che si terranno il prossimo 4 marzo.
Nel frattempo, abbiamo anche richiesto l’intervento del Prefetto per rinviare la presentazione del Piano Strategico #OrizzonteFano, anche questa annunciata in pompa magna, prevista per il prossimo 13 gennaio alla Mediateca Montanari, alla presenza ovviamente del Sindaco e della Giunta.
Dal canto nostro, continueremo a vigilare sul rispetto di una norma con una ragion d’essere ben precisa, che condividiamo pienamente: quella di evitare che nel periodo elettorale le forze politiche di maggioranza beneficino delle opportunità connesse alla titolarità di cariche di governo, sfruttando occasioni di comunicazione istituzionale, pagate con i soldi di tutti i cittadini, per svolgere abusivamente attività di propaganda. Stavolta la posta in gioco è troppo alta per consentire che tutto questo continui impunemente ad avvenire.