SANT’ANGELO IN VADO – I Carabinieri della Compagnia di Urbino, unitamente al personale delle unità cinofili del Comando Provinciale di Pesaro Urbino, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre persone residenti nella provincia.
I tre, che sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, sono accusati di spaccio di sostanze stupefacenti, ed inoltre, avrebbero concorso, a vario titolo, nella cessione di eroina ad un uomo, poi deceduto; i fatti risalgono allo scorso febbraio quando, nel Comune di Sant’Angelo in Vado, i Carabinieri della locale Stazione intervennero per la morte di un uomo, deceduto all’interno della propria abitazione per arresto cardiaco.
A chiamare i soccorsi era stato il nipote, in sua compagnia nei tragici attimi, la cui presenza fu subito attenzionata dagli inquirenti, atteso che, già i primi accertamenti, misero in luce l’uso, prima del decesso, di eroina.
L’ispezione del telefono cellulare, insospettì ulteriormente i Carabinieri, che notarono la completa cancellazione di chat e telefonate di quel giorno.
Da quel momento le indagini, condotte dai militari dell’aliquota operativa della Compagnia di Urbino, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, si sono indirizzate sull’ipotesi che la morte fosse stata probabilmente causato da overdose di sostanza stupefacente, ipotesi confermata dagli esiti dell’esame autoptico condotto nei giorni successivi.
Visti i primi riscontri, sono stati svolti una serie di accertamenti, ed avviato anche attività tecniche, al fine di individuare chi avesse consegnato all’uomo la dose letale.
La lente di ingrandimento si posava subito su una sala scommesse della zona, in virtù del ritrovamento, nella casa del deceduto, dei residui della sostanza stupefacente posati su una classica schedina utilizzata per le scommesse.
Attenzionata la zona, veniva notata l’assidua frequentazione da parte di un uomo, noto ai Carabinieri per i propri precedenti; inoltre le indagini ponevano in risalto i rapporti di quest’ultimo con il nipote della vittima.
Le testimonianze raccolte e gli elementi probatori acquisiti, hanno consentito agli investigatori di risalire alla probabile filiera della dose letale, che sarebbe stata ceduta alla vittima proprio dal nipote, che a sua volta l’aveva acquistata, poche ore prima, dall’uomo individuato come frequentatore della sala scommesse, un 44enne originario della provincia di Pesaro Urbino.
Il prosieguo delle indagini permetteva poi di allargare il cerchio. I Carabinieri infatti, grazie a intercettazioni ed all’analisi di decine e decine di tabulati telefonici, sono riusciti ad arrivare al gradino più alto della filiera dello spaccio. È stata infatti individuata la figura di un 26enne nord africano, noto agli inquirenti per la capacità di muovere considerevoli quantitativi di sostanze stupefacenti. Gli investigatori hanno raccolto elementi investigativi utili ad attribuire a quest’ultimo l’utilizzo di alcune schede sim intestate a prestanomi, le cui telefonate intercettate ed i relativi riscontri testimoniali, consentivano di attribuirgli decine di cessioni di stupefacenti a persone della zona.
Gli esiti complessivi delle indagini hanno dunque permesso il deferimento dei tre soggetti, che sono stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare, con sottoposizione agli arresti domiciliari, emessa dal Giudice del Tribunale di Urbino su richiesta della locale Procura della Repubblica.
I tre indagati dovranno dunque ora difendersi dall’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti e del concorso a vario titolo nell’attività di spaccio che ha causato la morte dell’uomo avvenuta lo scorso anno.