FANO – Cristo, l’amore incarnato, è venuto a manifestare l’amore, è venuto a dire che siamo tutti fratelli, che il Padre ci ha perdonato, che ci ha allungato le mani del suo Figlio, che noi le possiamo prendere, e ritrovare la nostra strada.
Prima di provare che il cristianesimo è vero nell’ordine logico, si deve provare che è vero nell’ordine dei fatti. Esso diventa un problema dottrinale dopo che l’ho sentito come problema di vita.
I ripetitori, chiunque essi siano e per quanto valgano, non sono gli uomini nuovi di cui abbiamo bisogno.
La Parola dev’essere testimoniata: una testimonianza non aggiunta, ma sgorgante dalla Parola stessa e che sia esemplarità nella vita.
Il Vangelo è tutto fuorché una parola negativa: è vita, fuoco, fermento, passione divina.
Non temete! Gesù non è venuto a distruggere la città degli uomini, ma a costruire, per mezzo degli uomini di buona volontà e con le cose degli uomini, la città di Dio.
Perché i fatti abbiano un monito e orientino occorre che la voce del profeta li preceda. Il popolo prende stima di una dottrina che sa parlare il vero contro tutte le apparenze e le infatuazioni di un’epoca.
In ogni pensiero c’è un raggio di verità; in ogni ricerca un palpito di sincerità, in ogni strada un avviamento verso Dio. Quando il palpito umano è onesto, c’è sempre un punto d’ incontro, una speranza di abbraccio.
Non c’è che un linguaggio intelligibile, una sola lingua veramente universale: l’amore. Se io non ti sono fratello, se tu non senti la mia fraternità, come l’idolo “ho una bocca ma non parlo”.
Dobbiamo rendere amabile la religione, far vedere come essa si concilia meravigliosamente con tutto quello che vi è di buono, di sano, nell’attività moderna.
Se noi non siamo capaci di farlo sentire così come essa è, nella bellezza della sua divina nudità, vuol dire che abbiamo fallito, noi, non l’idea. Altre vie dobbiamo seguire: parlare con familiarità, sentirci vicini alla gente. Il Vangelo è di una sobrietà e delicatezza infantile.
Ritorniamo benedicenti ad ogni opera buona, ad ogni progresso, cooperatori e fattori di giustizia e di carità, tolleranti e illuminati; e il mondo ci restituirà nel posto d’onore dal quale potremo predicare la parola di vita che il Cristo ci ha affidato.
Bisogna inquietare con intelligenza e carità l’ozio interiore che tutto appiattisce e impedisce il sogno di un mondo diverso.
Auguri di Buon Natale e di Buone feste.
Armando vescovo