Maltempo, il presidente Spacca chiede lo stato di emergenza

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MARCHE – Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha chiesto la dichiarazione dello stato di emergenza per la straordinaria ondata di maltempo che ha colpito le Marche dal 4 marzo scorso. La richiesta è stata inviata questa mattina al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al Capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Franco Gabrielli. “Mentre ancora erano in corso – scrive Spacca a Renzi e Gabrielli – gli interventi finalizzati a ripristinare le normali condizioni di vita resi necessari dalle conseguenze delle avverse condizioni meteorologiche verificatesi nei primi giorni dello scorso mese di febbraio, una nuova ondata di maltempo si è abbattuta sulla nostra regione. A decorrere dallo scorso 4 marzo precipitazioni considerevoli, nevose nella zona collinare e montana, hanno causato ingenti danni in una situazione resa ancor più difficile dal fatto che il terreno era ancora saturo di acqua. L’evolversi della situazione – aggiunge – è stata oggetto di costanti informative inoltrate dalla sala operativa regionale a sala Italia; sono in corso le attività volte ad accertare l’ammontare dei danni causati o aggravati dalle avverse condizioni meteo, ma la situazione è già manifesta in tutta la sua gravità”.

Spacca ricorda le innumerevoli frane e smottamenti, le interruzioni della viabilità che causano l’isolamento di frazioni e nuclei di case sparse, le erosioni spondali. “Anche le precipitazioni nevose – scrive ancora nella richiesta – sono state tali da aver comportato gravi difficoltà, la frazione di Foce di Montemonaco è stata isolata da una valanga e si è reso necessario intervenire con un elicottero per evacuare le persone rimaste totalmente isolate in condizioni di notevole difficoltà anche a causa della concomitante interruzione dell’erogazione dell’energia elettrica. Hanno evitato il verificarsi di esondazioni in zone densamente abitate solo la tempestività di alcuni interventi effettuati sulle arginature dei fiumi, disposti immediatamente dopo la situazione emergenziale dello scorso febbraio, e la decisione, assunta non appena le previsioni meteorologiche hanno reso evidente la quantità di pioggia che si sarebbe verificata, di far rilasciare importanti quantità di acqua dalle dighe liberando così lo spazio per accumulare quella proveniente dalle precipitazioni puntualmente verificatesi”.

Le maggiori criticità, sottolinea il presidente che rivolge un particolare ricordo alla donna deceduta ad Urbino, sono derivate dalla bufera di vento che ha imperversato a lungo sulla regione causando, fra l’altro, caduta di alberi e danneggiamenti alla rete di erogazione dell’energia elettrica che hanno interessato migliaia di utenze. Le navi non hanno potuto lasciare il porto, la flotta peschereccia ha dovuto sospendere l’attività lavorativa, l’aeroporto ha dovuto interrompere i voli a seguito di un incidente, sempre causato dal vento, che solo per puro caso non ha causato vittime.

“Come sempre avviene nella nostra regione – conclude – gli Enti locali, le società che assicurano la erogazione dei servizi pubblici ed i gestori delle infrastrutture principali hanno messo in campo tutte le risorse disponibili per assicurare il ritorno a normali condizioni di funzionalità, ma il dato puntuale dei danni subiti potrà essere accertato solo nei prossimi giorni. Anche tenendo conto di ciò e del fatto che alcune conseguenze, come fenomeni di frana, si manifesteranno ancora nei prossimi giorni, lo scenario è sicuramente quello di una situazione fronteggiabile solo con mezzi e poteri straordinari e pertanto chiedo la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell’art. 5 della Legge 225 del 1992. Faccio riserva di inviare il rapporto di evento e tutta la documentazione necessaria, come stabilito dalla specifica direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 ottobre 2012, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 5 febbraio 2013 non appena possibile”.

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