“L’Ora d’aria”: Seduta aperta del Consiglio regionale dedicata alle attività svolte negli istituti penitenziari delle Marche

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MARCHE – Il carcere entra in Aula e parla attraverso la poesia, la musica, il teatro. “L’Ora d’aria” è la presentazione delle attività socioculturali e artistiche svolte negli istituti penitenziari delle Marche che questa mattina ha aperto i lavori consiliari. Una seduta aperta promossa dall’Assessorato alle politiche sociali con l’Assessorato alla cultura, in collaborazione con il Provveditorato regionale amministrazione penitenziaria, il Garante regionale dei detenuti e il Consiglio regionale. “E’ la prima volta in Italia che in un’aula consiliare viene realizzato un evento simile – spiega il Presidente Solazzi introducendo l’iniziativa – Oggi l’Assemblea legislativa ha la possibilità di conoscere i risultati di una legge che si pone all’avanguardia, la legge 28 del 2008, che ha l’obiettivo di creare un rapporto costante di supporto nei confronti dell’attività dei detenuti”. Il Presidente, ricordando i principi costituzionali, ha sottolineato che “la pena detentiva non può esaurirsi soltanto nel pagamento di un giusto tributo per un reato commesso, ma deve anche costituire un’occasione di riabilitazione, lo strumento per far sì che quando la pena è scontata il detenuto non sia in difficoltà nella fase del reinserimento”. Il programma, presentato da Lorenzo Sabbatini, coordinatore del sistema bibliotecario carcerario regionale, ha spaziato dalla musica di Johnny Cash, all’interpretazione dei detenuti di brani scritti da agenti penitenziari, educatori, volontari. “E’ un evento che dà visibilità al mondo penitenziario, a tutte le iniziative finanziate dalla Regione che testimoniano una consolidata sinergia con il territorio – ha detto Ilse Runsteni, Provveditore regionale amministrazione penitenziaria – Questa iniziativa promuove il superamento del binomio carcere-società e propone l’espressione carcere nella società. Carcere come momento, come passaggio, come investimento, come risorsa e non solo come costo”. Al momento sono 882 i detenuti presenti nella nostra regione, di cui 441 marchigiani. Quarantaquattro 41bis si trovano nel carcere di Ascoli Piceno, 119 detenuti sono nell’Alta sicurezza di Montacuto e Fossombrone e 79 in regime protetto a Pesaro. I dati, aggiornati ad oggi, sono letti da Teresa Valiani, giornalista e direttrice della testata del carcere di Ascoli “Io e Caino”. “Le Marche sono tra le regioni all’avanguardia in fatto di interventi – spiega la Valiani – Borse lavoro, lavori di pubblica utilità, convenzioni con enti pubblici e privati. E’ una legge, la 28 del 2008, che molte realtà ci invidiano”. Dal 2004 ad oggi le risorse che la Regione Marche mediamente stanzia ogni anno per le attività trattamentali è pari a 700 mila euro. “Il nostro compito – ha sostenuto l’Assessore alle politiche sociali Viventi – è quello di cercare di favorire il recupero e il reinserimento di coloro che hanno sbagliato. E’ un compito che svolgiamo con tutte le nostre limitazioni e i nostri difetti, ma riusciamo a ottenere dei buoni risultati”. Ad oggi nella nostra regione lavorano per l’amministrazione penitenziaria 208 detenuti, 29 lo fanno per terzi. 73 reclusi stranieri seguono corsi di alfabetizzazione, 80 detenuti studiano per la licenza elementare, 60 per la licenza media superiore, 66 seguono corsi di informatica e di inglese. Il frutto di tutte queste esperienze sono state raccontate dagli stessi detenuti, attraverso versi, video, fotografie, testimonianze, ascoltati in aula non solo dai consiglieri regionali, ma anche da molti rappresentanti dell’amministrazione e della polizia penitenziaria. In scaletta tanti contributi. Dal teatro napoletano della compagnia “Lo Spacco”, alla produzione di Radio Freedom, dai brani tratti da “Il muro rock di gente da galera” dell’associazione Art’O alle “Lettere parole da dentro” dell’associazione l’Officina. In chiusura la videopresentazione del progetto “Liberamente”, curato dall’Ombudsman negli istituti penitenziari di Montacuto e Barcaglione e la voce di Giorgio Gaber sulle note di “La libertà”.

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