ROMA – Si avvia in queste ore alla conclusione, innanzi ai giudici della Cassazione, il lungo contenzioso tra l’Italia e il museo californiano di ‘Villa Getty’ a Malibù – rappresentato dal responsabile della ricchissima collezione, Stephen Clark – per la restituzione della statua in bronzo dell’Atleta vittorioso, attribuita allo stile di Lisippo, e acquistata dal ‘Getty’ in modo illegale, secondo la nostra magistratura. Altre prestigiose istituzioni museali statunitensi, infatti, decisero di non acquisire l’Atleta – ritrovato nelle acque di Fano nel 1964 – per i sospetti sulla sua illecita provenienza. La Procura della Suprema Corte ha già espresso positivo parere scritto per il ritorno del preziosissimo bronzo, ottimamente conservato e privo solo dei piedi. Stamani si è svolta la discussione dei supremi giudici in camera di consiglio a porte chiuse e senza la partecipazione degli avvocati, come prevede il rito camerale per le udienze in materia di confisca. Il ‘Getty’ è stato difeso da Alfredo Gaito del foro di Roma e da Emanuele Rimini del foro di Milano. Il ministero dei Beni culturali era rappresentato dall’Avvocatura dello Stato. In serata o domani si saprà, dunque, se la Prima sezione penale della Cassazione – presidente Renato Cortese, relatore Francesco Bonito, consiglieri Angela Tardio, Lucia La Posta e Filippo Casa – avrà accolto o meno il ricorso con il quale il curatore del ‘Getty’ ha contestato l’ordinanza del Gup del Tribunale di Pesaro che il 3 maggio del 2012 aveva rigettato l’opposizione alla conferma della confisca. I giudici marchigiani ritengono che la statua sia un bene indisponibile dello Stato e che l’Atleta sia stato esportato illegalmente. Secondo il Gip, la Fondazione Getty non poteva essere considerata un soggetto terzo estraneo al reato, né in buona fede al momento dell’acquisto del bronzo. Inoltre, in base all’art. 174 del D.Lgs n. 42 del 2004, la confisca speciale del bene culturale è “obbligatoria”, e ha un valore “recuperatorio”, non di sanzione. L’Atleta vittorioso comparve per la prima volta nel 1974 fra le antichità del Getty che lo comprò per 3,9 milioni di dollari alla morte del fondatore del trust, il miliardario Paul Getty, contrario ad acquistare un reperto dalla provenienza controversa. Il ‘Lisippo’ è rimasto fuori dalla trattativa fra ‘Villa Getty’ e il Ministero dei Beni culturali che, finora, ha riportato in Italia 40 capolavori, tra i quali la Venere di Morgantina. Il rientro dell’Atleta era stato subordinato, dal museo di Malibù, all’esito della vicenda giudiziaria.