FANO – Le associazioni Lupus in Fabula, Pro Natura Marche, Legambiente Pesaro, For-Bici, Argonauta Fano, Wwf Pesaro e Italia Nostra Pesaro scrivono al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi: “NO al vigente progetto del nuovo casello, SI alle altre opere compensative.”
“Apprendiamo dalla stampa che l’incontro tra la Giunta di Fano e il ministro ai Trasporti e alle
Infrastrutture ha lo scopo di sbloccare l’iter per la realizzazione del casello di Fano Nord, sul quale
pende il parere contrario del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Questo parere, che condividiamo ampiamente e sul quale vi invitiamo a soffermarvi, considera non
solo la funzionalità del nuovo casello in relazione al traffico di attraversamento della città di Fano
ed ai collegamenti con Pesaro, ma soprattutto il valore ambientale dell’area su cui Società
Autostrade ha progettato l’opera.
Si tratta della valle del torrente Arzilla, l’unica che a livello provinciale si è salvata da una
urbanizzazione massiccia, la quale ha interessato i più noti bacini idrografici del fiume Cesano,
Metauro e Arzilla, anche per i numerosi vincoli esistenti: D.L. 42 del 22/01/2004 (Codice dei beni
culturali e del paesaggio) art. 136 e 142; P.P.A.R. approvato dalla Regione il 03/11/1989;
Dichiarazione di area di notevole interesse pubblico – D.M. 25/8/1965 e D.P.G.R. Marche n. 668
del 03/11/1981. Inoltre il corso del torrente Arzilla è tutelato come Sito di Importanza Comunitaria.
E’ stato il comune di Fano alla fine del 1980 a chiedere alla Regione Marche un
provvedimento di protezione assoluta per le zone correnti lungo il letto del torrente Arzilla (di cui fa
parte proprio l’area in cui dovrà essere realizzato il nuovo casello) per la particolare conformazione
e integrità del paesaggio agrario, al fine di conservarne “le attuali caratteristiche naturali, …la
conservazione delle singolarità faunistiche e geomorfologiche del territorio”. Oggi la tutela di
quest’area è ancora più importante, perché dopo trent’anni il territorio pianeggiante del comune di
Fano è stato ampiamente cementificato da una crescita edilizia spesso condizionata dalla
speculazione.
Quindi con la costruzione del casello di Fenile, non solo si andrebbe ad eludere e vanificare
un vincolo lungimirante e prezioso, ma il rischio che la nuova infrastruttura crei un effetto domino
su tutta la valle è molto concreto e sicuramente da scongiurare. Un casello crea sempre nuova
urbanizzazione, e questo lo ha capito anche la Regione Marche che, nell’esprimere parere positivo
nell’ambito della procedura di V.I.A., impone otto prescrizioni tra cui “mitigazioni consistenti in
superfici forestali… in quantità tali da occupare le aree situate ai lati della S.P. 45 maggiormente
sensibili alla diffusione insediativa”. Ma non saranno nuove superfici forestali – di difficile
realizzazione – o nuovi provvedimenti di salvaguardia adottati a livello comunale a rassicurarci
sull’effetto “sprawl urbano”. Il P.R.G. vigente già prevede un centro commerciale e direzionale
proprio all’uscita del nuovo casello!
La scelta più corretta è l’opzione zero, cioè non fare il casello, o comunque non
realizzarlo secondo la più recente soluzione progettuale.
Il casello di Fano nord non risolve il problema dei collegamenti con Pesaro, in quanto gli
automobilisti continueranno a preferire la S.S. 16 rispetto ad una strada con pedaggio. Anzi, come
evidenzia anche la Regione Marche nel suo parere, il pericolo è che a causa del nuovo casello
altre aree della città, come via Trave, siano interessate da quote aggiuntive di traffico. Ciò perché,
a differenza di quanto sostiene società Autostrade nel suo progetto, il nuovo casello non avrà una
nuova viabilità di servizio e la prevista strada comunale “interquartieri”, che dovrebbe collegare la
S.P. 45 con la S.S. 16 a nord-est dell’abitato di Fano, non verrà mai realizzata. Infine esiste il
rischio che se il nuovo casello di Pesaro sud –zona Santa Veneranda – non dovesse superare la
Valutazione di Impatto Ambientale e quindi non essere realizzato, sarebbe il casello di Fenile e la
viabilità locale tra le due città a dover subire un insostenibile carico di transiti provenienti anche
dalla città di Pesaro.
Quello che serve, invece, sono le quattro bretelle che collegheranno la S.P. 3 – fraz.
di Tombaccia – e la S.P. 45 – fraz. Belgatto – anch’esse previste nel pacchetto di opere
compensative della terza corsia autostradale. Questo percorso, che si connette anche al casello
esistente, è molto importante perché servirà a collegare tra loro strade provinciali e statali che
scendono a pettine verso la costa e pertanto ad evitare che il traffico extraurbano attraversi il
centro di Fano. Su questo progetto c’è già il parere positivo della Soprintendenza e la disponibilità
di Società Autostrade a cantierare l’opera.
Quindi le associazioni ambientaliste firmatarie della presente chiedono al Sindaco, alla
Giunta ed al Ministro di impegnarsi affinché con Società Autostrade sia sottoscritta una
convenzione in cui siano confermate tutte le opere compensative ad esclusione del casello di
Fano Nord. Per quest’ultimo riteniamo necessari ulteriori approfondimenti e lo studio di una
diversa soluzione di minor impatto ambientale rispetto al progetto scelto da Società
Autostrade, che la sua realizzazione sia decisa solo dopo il completamento dell’iter di
approvazione del casello di Pesaro Sud, che intorno al nuovo casello per un’area
sufficientemente ampia sia apposto un vincolo sovraordinato (Regione, Ministero, ecc.) di
totale inedificabilità, al fine di tutelare efficacemente i valori ambientali e paesaggistici della
valle dell’Arzilla.”
Complimenti. Grande visione strategica per la crescita della città. Poi non lamentatevi se al primo tamponamento a Gimarra si creano file chilometriche, se quando andate al mare a nord di Fano non trovate parcheggio, se il traffico da sud si scaricherà tutto sui quartieri Trave Poderino e Gimarra, se quando frana l’Ardizio Pesaro diventa irraggiungibile e bisogna andare al casello di Fano Sud per prendere l’autostrada perchè la SS16 è chiusa.
Attenzione non facciamo la frittata, riflettiamo.
Secondo voi nuovi chilometri di strade extraurbane non sono “sprawl urbano”? Nuove strade che attraversano fiumi, torrenti o fossi e siepi, di un paesaggio tipicamente agrario e pianeggiante, non è cementificare? non è rubare suolo all’habitat di flora e fauna? chi ci dice che lungo queste strade, in futuro, un nuovo PRG non pianifichi nuovi mq e mq di cemento? anzi, km di belle e funzionali strade da nord a sud del Comune non invitano gli speculatori urbani ha spalmarci a fianco nuove superfici da costruire? poi così, prima contenti e poi beffati! e la frittata è quasi fatta! ….alla faccia dello “sprawl urbano”! saluti