FANO – “Scriviamo questa lettera per un semplice motivo: in questi giorni in tanti, soprattutto attivisti o
elettori del M5s, principalmente giovani, ma non solo, ci hanno chiesto di dire la nostra rispetto a quanto uscito sui giornali qualche giorno fa in merito ad alcune dichiarazione dei consiglieri 5 stelle.
“emanare un bando di gara per l’affidamento in concessione della gestione e della manutenzione ordinaria dell’ex scuola di volo del campo di aviazione, aperto alle associazioni culturali e ricreative della città, da effettuarsi mediante procedura aperta, con il criterio della migliore offerta tecnica, sulla base di un progetto di valorizzazione culturale e ricreativa in grado di arricchire l’offerta della città in tale ambito”.
Queste parole sono lo stralcio finale di una proposta di mozione da portare in consiglio comunale da parte dei consiglieri del M5s. Leggendo la mozione interamente, inizialmente in maniera un po’ distratta e superficiale, la prima sensazione è stata quella di averla compresa male, ma purtroppo non è così.
A questo punto vogliamo spendere qualche parola su questa mozione e su chi l’ha scritta e pensata. Andiamo con ordine e per punti allora, parlando del metodo e del merito.
Per prima cosa vorremmo far notare ai consiglieri che non c’è nessuna ex casa di volo in via della colonna 130, ma se mai c’era l’ex casa del custode, che però, piccolo particolare, da più di un anno è diventata lo Spazio Autogestito Grizzly. Forse non lo sapevano o non si sono mai accorti? Ci sembra strano dal momento che ad ottobre, in occasione di un attentato incendiario che abbiamo subìto cosi scrivevano, “Totale e completa solidarietà nei confronti dei ragazzi del centro “Grizzly” colpiti da atti di vandalismo di stampo neofascista che non si possono più tollerare. Il fatto che sia stata poi bruciata la libreria è assai significativo, infatti solo con la cultura e la conoscenza diffusa e capillare della nostra storia, potremo definitivamente debellare questi fenomeni aberranti.”
Rispetto al merito della mozione ci sentiamo in obbligo di fare qualche osservazione breve. In quel testo si parla di bando e di un progetto di valorizzazione culturale e ricreativa. A questo punto, allora ci sorge un dubbio atroce e veniamo colpiti da un profondo sconforto: vuoi vedere che le decine di iniziative di carattere culturale, sociale e politico organizzate in quest’ultimo anno e attraversate da centinaia di persone non rappresentano una valorizzazione di un posto che era stato abbandonato da vent’anni e lasciato a morire di degrado e abbandono? Noi ci avevamo creduto e ne eravamo convinti, ma si sa, si può sempre sbagliare.
Oltre al merito del testo, su cui non vogliamo dilungarci troppo, ci sembra più importante e significativo spendere due righe sul metodo, visto che non è affatto un orpello secondario al contenuto, soprattutto per una forza politica che dice di fare del metodo e della prassi, orizzontale e democratica, il suo punto qualificante della diversità rispetto agli altri partiti e alla casta.
Due considerazioni allora, in cui il tono, però, non sarà più scherzoso come sopra, perché riguardano fatti estremamente gravi.
La prima considerazione riguarda il concetto e la pratica della democrazia, non quella rappresentativa e formale, ma quella diretta, costruita sull’autorganizzazione, l’autogoverno e un vero potere decisionale di chi vive i territori con le sue ricchezze e le sue contraddizioni. Ci appare paradossale ed inspiegabile che se da un lato lo Spazio Autogestito Grizzly è attraversato da tanti uomini e donne, con cui discutiamo, ci confrontiamo, rimaniamo su posizioni diverse o troviamo punti in comune, ma sempre su un piano della discussione partecipata ed aperta, dall’altro i consiglieri di un movimento, pardon, in questo caso meglio dire partito, che si fanno paladini di questi metodi e di questa prassi, fanno calare dall’alto, bypassando completamente una realtà politica cha fa della democrazia diretta, dell’autogoverno e dell’autonomia, teoricamente cavalli di battaglia del m5s, l’asse portante della propria attività politica, una mozione di questo genere.
Il pretesto per questa mozione è sempre lo stesso, la legalità. Su questo punto ci siamo spesi fin troppo, ma alcune precisazioni è meglio farle: Il concetto di legalità espresso in quella mozione è vuoto e puramente formale ed assomiglia molto agli appelli della casta politica, nemica giurata dei 5 stelle, che se da un lato invocava e invoca tutt’ora legalità e repressione per chi prova a organizzarsi per la difesa dei territori, il diritto alla casa, al reddito e alla scuola, dall’altra emana leggi lacrime e sangue, ruba tutto quello che può, trucca gli appalti pubblici e mangia sopra le nostre vite, togliendoci tutto, mentre stanno ad ingrassare sulle loro poltrone. Onesta e trasparenza non sono sinonimi di questa legalità, ma piuttosto di giustizia sociale, di diritti e di partecipazione, libera a consapevole.
Ultimo punto che ci fa riflettere. Non bisogna essere dei politologi esperti per comprendere che questa mozione non è direttamente per noi, ma è un mezzo, da un lato per attaccare il comitato parco, basta leggere i giornali della scorsa settimana e dall’altro la giunta comunale. Attaccare in maniera strumentale una realtà politica quando gli obiettivi sono altri e affrontare temi cosi importanti come la democrazia,la partecipazione e l’autorganizzazione dei cittadini con superficiale disinvoltura non ci sembrano metodi di una nuova, sana e trasparente cultura politica, ma piuttosto riportano alla mente giochetti di potere e di poltrone più vicini alla vecchia casta politica, tanto vituperata, e ai metodi di tutti gli altri partiti politici. Facce nuove, ma vecchia politica? Il dubbio è legittimo.
In conclusione a noi piacerebbe affrontare, ma lo stiamo già facendo con tanti uomini e donne, giovani e meno giovani, temi fondamentali come la deriva petrolifera dei nostri territori, le trivellazioni in terra ed in mare, l’introduzione di un reddito di base, nelle tante assemblee fatte in questi mesi dove la democrazia diretta, la partecipazione e l’autonomia della società contro l’arroganza e la violenza di uno stato centralizzato sono lo stile e l’attitudine fondamentale. Di questo ci sarebbe piaciuto parlare e noi continueremo a farlo. Parlare di problematiche reali che riguardano il nostro presente e costruire alternative concrete all’austerità, alle diseguaglianze sociali e alla solitudine in cui ci costringono ogni giorno. Chiudiamo questa lettera dicendo che noi ancora siamo disposti al dialogo ed al confronto, ma la condizione necessaria ed imprescindibile è quella del rispetto reciproco, della trasparenza e della democrazia, quella vera, non dei giochetti tipici della vecchia politica”.
Spazio Autogestito Grizzly