La Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici: il 27 settembre a Urbino e a Fano

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FANO – Si è tenuta questa mattina nella Sala Lettura di Palazzo San Michele, la conferenza stampa di presentazione delle attività organizzate dall’Università di Urbino in occasione della Notte dei Ricercatori e delle Ricercatrici.

L’evento – che ha visto la partecipazione del prorettore alle attività di terza missione, Fabio Musso; dell’assessore ai grandi eventi di Fano, Alberto Santorelli; del presidente della Fondazione Carifano, Giorgio Gragnola, e del professor Stefano Amatori, docente di Scienze tecniche di medicina di laboratorio – ha evidenziato obiettivi e finalità di Sharper 2024 – La Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici, in programma venerdì 27 settembre nelle città di Urbino e Fano.

“Questa manifestazione – ha spiegato il prorettore Musso – apre una finestra sulle attività di ricerca che nel nostro Ateneo si conducono. Ringrazio della partecipazione il Comune di Fano e la Fondazione Carifano che con noi condividono questa opportunità molto importante.
Un’occasione che ci consente di raccontare al territorio il lavoro che svolgiamo nei nostri laboratori e di comunicarne anche l’impatto concreto. Di fatto, la ricerca accademica è una sorgente inesauribile di stimoli intellettuali e curiosità che si traducono in risultati significativi e applicabili, in grado di produrre benefici per la società civile.
Far emergere queste dinamiche, illustrando i processi e gli esiti delle indagini scientifiche, è fondamentale per trasmettere non solo il valore estrinseco della ricerca, ma anche il fascino e l’entusiasmo che caratterizzano il lavoro di chi si occupa di scienza. Durante la serata, anche qui a Fano, saranno quindi proposte diverse iniziative declinate in chiave divulgativa, così da rendere i contenuti comprensibili e coinvolgenti anche per i più giovani, che avranno la possibilità di interagire direttamente con i nostri ricercatori”.

Sulla stessa linea di intenti e aspettative si è sviluppato l’intervento dell’assessore Santorelli che ha commentato: “Abbiamo molto apprezzato che l’Università di Urbino abbia portato questa manifestazione anche nella sede fanese perché la riteniamo un’iniziativa importante. Vivremo insieme una bellissima serata che darà la possibilità di far conoscere alla città e ai giovani le attività e le ricerche condotte nelle aule e nei laboratori del corso di laurea in Biotecnologie, che ospitiamo qui a Palazzo San Michele e che creano valore per la città e l’intero territorio”.

Proprio negli spazi di Palazzo San Michele, che è sede del Dipartimento di Scienze Biomolecolari dell’Ateneo di Urbino, si svolgeranno gli eventi in programma, tant’è che durante Venite, venite, hanno aperto i laboratori! sarà possibile visitare, in tour guidati, il grande complesso architettonico e i laboratori di ricerca, vedere gli strumenti usati dai ricercatori e conoscere i progetti scientifici di ambito biomedico sviluppati all’interno della struttura. Uno sguardo al DNA: i “trucchi” dei ricercatori permetterà di vedere l’infinitamente piccolo che sfugge alla nostra vista. Si parlerà in forma non convenzionale della ricerca italiana e internazionale in Dialoghi di scienza, tra musica e parole. Infine, un’esperienza immersiva in un laboratorio didattico universitario permetterà l’osservazione di microrganismi con i quali conviviamo: I micro-mostri sono in mezzo a noi: impariamo a conoscere muffe e batteri.

“Siamo alla prima edizione della manifestazione – ha concluso il professor Amatori – si tratta di fatto di un esperimento ma, avendo da ricercatori una certa dimestichezza con le sperimentazioni, ciò non ci spaventa affatto, anzi, diciamo che ci piace proprio. Le attività previste per la sede di Fano sono completamente gratuite, indirizzate a tutte le fasce di età e prevedono dimostrazioni, visite guidate, laboratori per bambini e dialoghi in musica con i docenti. Lo spirito che anima la manifestazione è la volontà di aprire i laboratori di ricerca di Palazzo San Michele alla cittadinanza e far conoscere le progettualità su cui lavorano i gruppi che operano nella sede.

Progetti che condividono una matrice biomedica e che vanno dalla ricerca sul cancro a quella sui parassiti, dallo studio dei batteri a quello dei virus a anche di malattie genetiche rare. Sarà inoltre un’occasione per parlare del mestiere del ricercatore, degli strumenti a volte molto sofisticati che esso utilizza, ma soprattutto della curiosità e della passione che lo animano. I partecipanti avranno la possibilità di mettere le mani in pasta, approcciando vere e proprie sperimentazioni e vedere con i propri occhi il funzionamento della strumentazione più all’avanguardia che è ospitata all’interno della struttura. Contiamo su un’ampia partecipazione da parte della cittadinanza, nella speranza che questa possa essere la prima di una lunga serie di edizioni”.

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