Incuria e degrado a Marotta, tour del M5S

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MONDOLFO – “Un’altra volta, risparmieremo ai lettori il dettaglio della lunga lista di segnalazioni, che ormai tutti conoscono, e che, solo per dovere di cronaca , dobbiamo sintetizzare brevemente, durante il nostro ipotetico viaggio “alla ricerca del tesoro” in questo tour iniziato da Mondolfo , proseguito a Marotta Sud e che si conclude oggi nella zona più Nord.
In un pomeriggio soleggiato di inizio febbraio, ci troviamo sulla lunga spiaggia nord di Marotta dove la passeggiata è d’obbligo e il ritmato scrosciare delle onde, ci regala alcuni istanti di distacco, allontanandoci dai routinari rumori e stress quotidiani.
Tutto ciò invita al ricordo dei bei tempi trascorsi, quando gli abitanti si conoscevano tutti, il mare e la spiaggia erano puliti ed a disposizione di tutti. C’erano poche abitazioni, per lo più case singole, di residenti e turisti che amavano Marotta per la calma, la tranquillità, perché confusione e caos restavano altrove nei vicini centri urbani di maggiore dimensione. Molti anche gli alberghi aperti, belli, grandi e affollati, qualcuno arrivava ad avere fino a 300 persone al giorno; esclusivi alcuni servizi e divertimenti: l’Arena Carducci, uno dei pochi cinema all’aperto di tutte le Marche; in riva al mare, si trovava l’Arcobaleno dove si ballava con musica dal vivo. I pescatori tiravano ancora la tratta e se richiamati per un aiuto, ci si andava volentieri, magari semplicemente, per la curiosità di vedere quanti pesci sarebbero rimasti nella rete.
Dicevamo alcuni istanti di serenità e bei ricordi, e già l’occhio che dal dolce mare passa sulla sabbia umida non può fare a meno di incrociare, rompendo l’incantesimo, una serie di tubi e scarichi a cielo aperto. Se sono li è perché ovviamente ci possono stare, anche se, con l’arrivo dell’estate, si notano un po’ meno, anzi parrebbe che alcuni addirittura si smaterializzino sotto cumuli di sabbia; chissà, forse è il potente occhio del turista che magicamente … Anche se nulla, ha potuto fare, l’occhio “magico”, per fermare le ordinanze che si sono rincorse, estate dopo estate, limitando periodicamente la balneazione per lunghi tratti di mare.
Forse, ben altre attenzioni, investimenti e cura avrebbe meritato, questo tratto di costa, da parte delle varie maggioranze- minoranze nell’amministrazione pubblica che si sono succedute in questi decenni.
Lasciamo con dispiacere la spiaggia e il mare, forse perché consapevoli di allontanarci da uno dei tesori, forse il più grande, che mamma natura ci ha donato, e che vorremmo più valorizzato e amato.
Proseguendo nel tour, ci soffermiamo nelle vicinanze di un cavalcavia dell’ autostrada, ed il mix fra il leggero venticello fresco ed il tepore del sole, è come un invito a soffermarci per ammirare dall’alto il mare e il panorama disteso della campagna pianeggiante, antistante l’agglomerato urbano, sulla quale, pare, corra già l’odore di prossime cementificazioni. Ci raggiunge casualmente un passante di mezza età, e assieme a qualcuno di noi, indicando punti ben precisi, ricordiamo di averci passato la giovinezza fra questi campi; si riconoscono i pochi alberi e casolari rimasti, le file di ulivi, seminascosta dagli arbusti, si nota ancora la vecchia vasca delle anguille, i fossi … Già, i fossi, ma dove finiscono questi fossi? Alcuni scompaiono intubati sotto interi quartieri e, come si dice, alle cose che non si vedono non si da importanza.
Quando poi però arriva l’acquazzone improvviso e tanti cittadini si ritrovano con acqua e fango nelle case e scantinati, allora sì, che ce ne ricordiamo e ci allarmiamo, ma se a questo non seguono decise e concrete azioni strutturali correttive ci ritroviamo, di nuovo, dipendenti dagli eventi atmosferici. E, come al solito, le responsabilità di chi ha contribuito direttamente o indirettamente a creare il problema, come d’incanto, si smaterializzano proprio come i tubi e i fossi.
Più a valle, nelle vicinanze dell’autostrada, ci nota un contadino e ci soffermiamo qualche minuto ascoltando le sue lamentele sull’acqua che, negli ultimi tempi e in occasione di pioggia abbondante, invade la carreggiata creando dei problemi, già noti, non solo per la viabilità.
Stop, più che simbolico, anche davanti al fossato che attraversa via Ferrari con via Illica, considerato un riferimento emblematico, oltre che per l’esondazione a getto, anche per il mancato completamento delle opere di arredo urbano che terminano proprio nelle vicinanze del fossato lasciando via Illica incompleta di illuminazione pubblica, della pista ciclabile, e del decoro urbano necessari.
Si osservano, inoltre, nei dintorni, alcuni edifici dove non sono ancora state rimosse le barriere come riparo da eventuali altre ondate di acqua-fango e questa potrebbe essere un’altra indicazione della dilagante sfiducia in chi deve garantire la sicurezza del territorio e conseguente allontanamento dalla vecchia classe politica da parte dei cittadini.
Comunque, a conclusione delle 3 giornate-tappe del tour, noi del Movimento 5 Stelle di Mondolfo Marotta possiamo dire di aver trovato il “tesoro” e saremo ben lieti di parlarne durante le prossime assemblee aperte, ogni lunedì sera alle 21.00 presso Villa Valentina a Marotta. Vi aspettiamo, non perdiamo l’occasione di rilanciare e valorizzare assieme il patrimonio socio economico e culturale che merita questo bel territorio e chi ci risiede”.

Movimento 5 Stelle Mondolfo Marotta

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