FANO – “Oggi piantiamo un seme che ha il compito di tutelare il ricordo e la memoria di chi se n’è andato”. Così il sindaco Seri durante la cerimonia di inaugurazione del “Bosco della Memoria”, in onore delle vittime fanesi del Covid e ubicato nell’area verde di Via della Colonna. I familiari delle persone scomparse a causa della pandemia, hanno messo a dimora le 185 piante autoctone come segno di sensibilità e di ricordo.
“Questo momento vorrei connotarlo con tre parole – ha detto il sindaco Seri -: ricordo, speranza e comunità. Con il ricordo richiamiamo quello che abbiamo vissuto nel cuore, mettendo al centro dei nostri sentimenti un atto doloroso e traumatico. Speranza perché queste le piante dovranno essere accudite e ci si dovrà prendere cura di loro per far sì che le radici di ancorino in maniera determinata al terreno che rappresenta il nostro tessuto sociale. La comunità è la chiave identitaria di questo momento. Con la pandemia abbiamo vissuto e affrontato insieme una tragedia e delle difficoltà mai viste prima che ci hanno messo alla prova, strappandoci i nostri cari. A me il Covid ha portato via mio padre il cui ricordo da oggi vivrà anche in questo luogo. Starà a noi prenderci cura della memoria e tramandarla, così da praticare valori come la solidarietà e la condivisione”.
Il Vescovo Armando Trasarti, guardando negli occhi i presenti e scandendo le parole, ha commentato: “Quando c’è il dolore non bisogna mai dilungarsi nei discorsi. Non serve. Sarebbe superfluo. Oggi siamo qui per celebrare la vita, coltivando la memoria per il bene di questo territorio. Sarebbe bello se a fianco di ogni albero venisse piantata anche una margherita come pensiero a tutto il personale sanitario che ha lottato in prima linea e che ha messo a repentaglio la propria vita per salvare quella degli altri. Penso ai medici, agli infermieri a gli Oss che hanno gettato il proprio cuore oltre l’ostacolo senza risparmiarsi. Allora oggi commemoriamo la vita stringendoci intorno al bene comune”.