FANO – Firenze brucia. E io l’ho perdutamente amata…”. La storia di Oriana Fallaci è legata a doppio filo a quella della sua città, ma non è una storia facile: ci sono amore e odio, passioni che bruciano, rotture e riconciliazioni. Lo racconta Riccardo Nencini nel suo libro Il fuoco dentro. Oriana e Firenze (Mauro Pagliai Editore, pp. 176, euro 10), che esce nel decimo anniversario della morte della scrittrice e giornalista. Il libro sarà presentato venerdì 8 Luglio alle ore 19:00 presso la MEMO-MEDIATECA MONTANARI di Fano,alla presenza dell’autore,che dialogherà con Marta Costantini.
Riccardo Nencini, politico e scrittore, vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stato amico intimo e confidente di Oriana Fallaci, tanto da pubblicarne nel 2007 un toccante ritratto considerato un testamento morale: intitolato Morirò in piedi, il libro ha superato le centomila copie vendute ed è in corso di trasposizione cinematografica. Nencini si concentra ora su uno degli aspetti più problematici e affascinanti della vita di Oriana, il suo legame profondo e tormentato con Firenze, a partire dalla nascita in Oltrarno e dall’adolescenza segnata dalla guerra. In primo piano le tante battaglie combattute per la città, in difesa della sua storia e del suo patrimonio artistico. Dal libro emerge una Firenze a due facce, quella dell’establishment e quella del popolo, l’una ostile, l’altra vicina alla scrittrice che parla senza mezzi termini, sfida le convenzioni, non guarda in faccia a nessuno. Oriana può essere solo amata o odiata, in ogni caso fa discutere: appare chiaro già nel 2001, anno dell’attacco alle Torri Gemelle e della pubblicazione de La rabbia e l’orgoglio. È in quell’occasione che i nemici si moltiplicano, tanti indecisi si schierano contro Oriana e contro le sue posizioni su Europa e Islam, sul terrorismo e sul pericolo di uno scontro tra civiltà. La rottura si fa insanabile: quando la grande scrittrice morirà nel settembre del 2006 in pochi andranno al suo funerale e Firenze, madre e matrigna, non le riconoscerà mai il Fiorino d’Oro. Tra i pochi a ricordarla, oltre allo stesso Nencini, l’allora presidente della Provincia Matteo Renzi che le dedicherà la sala stampa della Provincia.
L’autore ricostruisce, con stile accattivante e profonda partecipazione, la figura di una donna, che l’autore definisce “dal carattere difficile, aspro, ‘assoluto’”, che ha conosciuto molte guerre e molte ne ha combattute, non ultima quella contro la malattia che si è impossessata di lei negli ultimi anni di vita. Il libro rende così omaggio a uno dei più grandi testimoni nel Novecento, e ci accompagna allo stesso tempo in un viaggio emozionante nel cuore tormentato di Firenze.
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