Il Carnevale di Fano è sempre più “vivo”. Crisi o non crisi, la manifestazione che quest’anno è in programma con le sfilate dei carri allegorici del 16, 23 febbraio e 2 marzo, continua a sfornare divertimento, carri alti fino a 18 metri, un “getto” di 150 quintali di dolciumi sulla folla e, addirittura, occasioni di lavoro.
In barba alla crisi economica, e a differenza di altre realtà simili sparse per lo Stivale, la macchina organizzativa del Carnevale di Fano continua a muovere i propri passi e a chiamare a raccolta i sostenitori numero 1 dell’evento: i fanesi. Proprio loro, gli abitanti della città, hanno raddoppiato le adesioni all’Ente Carnevalesca (costo 10 euro), l’associazione che, ogni anno, organizza il Carnevale. Nel 2013 erano state in totale 265 le schede registrate mentre per il 2014 gli iscritti hanno già toccato quota 420.
Un segno importante al di là della cifra raccolta, una dimostrazione del legame tra cittadini e kermesse e un’ulteriore spinta a investire nella tradizione. Una tradizione che vanta, tra l’altro, il coinvolgimento di centinaia di persone per realizzare l’evento. Tra questi anche 600 tra disoccupati e giovani studenti, incaricati di gestire le tribune e i cortei in maschera che sfilano nello scenografico viale Gramsci e di dar il loro apporto alla realizzazione dei carri che vengono ricompensati con un contributo per il lavoro svolto.
A Fano a investire nell’evento sono sia gli enti pubblici sia i privati, dalle aziende al singolo cittadino. C’è chi investe soldi, chi tempo, chi la sua arte. Il risultato finale è una manifestazione con un budget di 350mila euro coperto, per la gran parte, dagli enti locali (in primis dal Comune con i suoi 130mila euro e dalla Regione Marche 51mila euro). A finanziare l’evento, a ingresso gratuito, è anche la vendita di palchi e tribune per assistere alla sfilata in modo più confortevole, la vendita dei biglietti della Lotteria del Carnevale e il tesseramento all’Ente Carnevalesca.
Le altre spese l’Ente Carnevalesca le dedica alla promozione e comunicazione istituzionale e almeno 100mila euro ai veri protagonisti dell’evento: i maestri carristi che per mesi, notte e giorno, festivi e feriali, lavorano alla realizzazione delle opere di cartapesta alte anche 18 metri.