I Carabinieri di Fano arrestano un marocchino per estorsione – VIDEO

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Nei giorni scorsi un noto imprenditore fanese formalizzava presso il Comando Stazione Carabinieri di Fano la denuncia di furto su autovettura. La refurtiva consisteva in un Ipad, un Iphone nonché bancomat e diverse carte di credito.
La sera seguente il furto uno sconosciuto contattava l’imprenditore tramite un noto social network chiedendo di poterlo incontrare per “raggiungere un accordo al fine di restituirgli la refurtiva”.
In pratica lo sconosciuto pretendeva 200 euro per riconsegnare i due apparati.
I militari del Comando Stazione e del Nucleo Operativo di Fano accompagnavano l’imprenditore nel luogo convenuto per l’appuntamento, un bar della zona di Bellocchi, dove dopo qualche minuto di attesa si presentava un giovane di origini marocchine.
Il ragazzo non appena entrato nel locale pubblico riconosceva l’imprenditore per averne già visto le fotografie sul tablet mentre, insospettito, chiedeva spiegazioni circa l’accompagnatore. L’imprenditore lo rassicurava sostenendo fosse un parente.
Il giovane, alla presenza del parente/carabiniere, sosteneva di essere in possesso del tablet e dell’iphone dell’imprenditore chiedendo in cambio i 200 euro pattuiti.
Il militare che accompagnava la vittima chiedeva al ragazzo di poter visionare i due oggetti. Il giovane estraeva da uno zaino che aveva al seguito il tablet affermando che l’iphone si trovava in un altro luogo.
A questo punto i Carabinieri intervenivano procedendo all’arresto di I.Z., 21enne, di nazionalità marocchina, fruttivendolo, nella flagranza del reato per tentata estorsione e ricettazione. I.Z. dopo le formalità di rito veniva condotto al Carcere di Pesaro e successivamente all’interrogatorio di garanzia inviato agli arresti domiciliari presso la propria abitazione di Fano.
All’imprenditore veniva restituito il tablet mentre del telefono e delle carte di credito nessuna traccia. Dopo qualche giorno l’imprenditore si presentava nuovamente al Comando Stazione Carabinieri di Fano per denunciare che le carte di credito rubate erano state utilizzate nell’immediatezza del furto. L’acquisizione immediata dei video installati presso gli sportelli bancomat dove erano stati fatti i prelievi consentiva di accertare che era stato sempre I.Z. a prelevare dopo aver acquisito i codici attraverso il tablet della vittima. Le nuove risultanze sono al vaglio dell’A.G. che potrebbe aggravare la misura detentiva a cui è sottoposto I.Z.

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