PESARO – Nella mattinata odierna personale della Guardia Costiera di Pesaro operante a bordo della Motovedetta CP 2086, nel corso dell’ordinario pattugliamento della costa, ha rinvenuto una rete da posta lunga 1 chilometro e 300 metri che era stata illecitamente posizionata all’interno dell’area marina asservita ad un impianto di mitilicoltura, in zona antistante il Monte San Bartolo. La lunga rete da pesca era stata collocata in un’area di mare dove la pesca non è consentita, in violazione di legge e normativa emessa dalla locale Autorità Marittima, senza targhette identificative ed in forma anonima.
Per quanto sopra, gli uomini della Guardia Costiera hanno proceduto a salpare la predetta rete, presumibilmente calata all’alba ed effettuato il sequestro delle attrezzature da pesca utilizzate in maniera del tutto irregolare.
“I controlli in mare e sulla costa proseguiranno” ha detto il Capitano di Fregata (CP) Silvestro GIRGENTI – Comandante del Porto di Pesaro “con il fine di mantenere sempre alta la soglia della sicurezza e verificare il rispetto delle norme vigenti in tutte le attività marittime, a tutela della vita umana in mare e dell’ambiente”.
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Sono buone le condizioni della tartaruga marina della specie “caretta caretta”, soccorsa dall’equipaggio di un’imbarcazione da diporto nei pressi della piattaforma BRENDA, al largo della costa pesarese, nel fine settimana appena trascorso. La stessa veniva trasportata in porto a Pesaro e consegnata agli uomini della Guardia Costiera per l’attivazione della catena operativa creata dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero della Salute per il recupero e lo studio sulla fauna marina.
L’esemplare maschio di “caretta caretta”, lungo 52 centimetri e pesante circa 20 chilogrammi, la sera stessa veniva preso in carico dal personale veterinario della Fondazione Cetacea di Riccione (ove attualmente è custodito e curato) come previsto dal Protocollo della Rete Regionale per la conservazione delle tartarughe marine della Regione Marche. Lo stesso sarà rimesso “in forma” grazie alle cure del personale esperto e potrà nuovamente riprendere il mare aperto.
Dove sfocia il Metauro ci sono sempre pescatori abusivi con reti di ogni tipo, chiudono anche lo sbocco in mare