FANO – Grande affluenza questa mattina al Codma di Rosciano a Fano per lo screening di massa. Sono centinaia i fanesi e non solo che stanno aderendo all’iniziativa fortemente voluta dalla Regione Marche per individuare i positivi asintomatici. Grande l’impegno anche dell’Asur, dei comuni coinvolti e dei volontari della protezione civile (foto) e della croce rossa, sul posto dalla giornata di ieri per garantire le procedure in massima sicurezza.
“Partecipare allo screening è molto importante – aveva commentato ieri il sindaco di Fano Massimo Seri che si era sottoposto al test insieme agli assessori -, la curva epidemiologica è di nuovo in crescita e questo screening sarà fondamentale per un maggior controllo del contagio e soprattutto per individuare tutti quei soggetti asintomatici che altrimenti andrebbero in giro creando nuovi focolai. Spero che la maggior parte dei cittadini accolga il nostro appello e si faccia controllare per il bene di tutta la comunità”.
Lo screening di massa continuerà tutti i giorni dalle 8 alle 13 e dalle 15 alle 19 fino al 13 gennaio. Ricordiamo che partecipare è gratuito e semplicissimo. È sufficiente presentarsi nei punti di controllo, dove sarà necessario compilare un modulo per poi sottoporsi al test. Non è richiesta alcuna prenotazione e i cittadini di Fano, Mondolfo, Cartoceto, Mombaroccio e San Costanzo possono presentarsi indistintamente:
-al Codma di Rosciano, in via Tommaso Campanella a Fano
-alla palestra Venturini, in via San Paterniano a Fano
-al bocciodromo comunale, in viale Europa a Marotta di Mondolfo
-nel ristorante La Tagliata, di via Mombaroccese 19/a nel Comune di Colli al Metauro. In quest’ultimo caso l’obiettivo è quello di favorire gli abitanti di Mombaroccio e Cartoceto, ma sarà aperto per il test soltanto nelle giornate di lunedì e martedì.
Ricordiamo che non possono partecipare le persone che hanno sintomi che indichino un’infezione da Covid-19, chi si trova attualmente in malattia per qualsiasi motivo, le persone risultate già positive al virus negli ultimi 3 mesi, così come chi è in quarantena o in isolamento fiduciario. Esclusi anche i bambini sotto i 6 anni, coloro che seguono regolarmente il test per motivi professionali e le persone ricoverate nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie, comprese le case di riposo pubbliche e private.