FANO – La vicenda dell’attentato incendiario all’emittente Fano TV si arricchisce di nuovi particolari. Quello forse più eclatante è legato al nome (che qui non faremo) del presunto mandante del rogo del 23 marzo scorso. Anzi la mandante, visto che si tratta di una donna di 52 anni di Pesaro, molto nota e che ha avuto un trascorso anche in politica come candidata (poi non eletta). Il motivo per cui avrebbe chiesto a un 32enne di Montecchio di dare fuoco alla sede di Fano TV è di tipo passionale. La donna non si rassegnava all’idea di essere stata mollata da un nostro collaboratore dopo un breve periodo di frequentazione insieme. Se la vicenda non avesse avuto un epilogo così drammatico, sarebbe una storia come tante. Ma la questione è tutt’altro che banale. Se le fiamme appiccate al portone d’ingresso di via Borsellino quella sera alle 20.53 con il liquido infiammabile fatto passare sotto la porta con una tanica, si fossero propagate all’interno dello studio, Fano TV oggi non esisterebbe più. Senza considerare le conseguenze drammatiche che avrebbe provocato l’incendio se a quell’ora, dentro la sede, ci fosse stato ancora il personale al lavoro per la messa in onda del telegiornale.
La cronaca purtroppo ci racconta che quando un “amore” è malato, le conseguenze tra le persone possono essere imprevedibili. E le vittime non sempre sono donne. In questa triste storia, il nostro collaboratore è a tutti gli effetti una vittima. La 52enne con cui si è frequentato per qualche mese, aveva intenzione di colpire lui e soprattutto il suo lavoro a cui è molto legato. Fano TV era dunque l’obbiettivo migliore per raggiungere il suo scopo. E per realizzarlo, la mente diabolica della 52enne si è spinta oltre. Ha cercato con l’aiuto di un’altra donna, sua complice, di fargliela pagare pesantemente. Doveva essere una lezione da non scordare e per essere sicura di riuscirci si è affidata a un professionista del crimine, un pregiudicato già noto alla polizia al quale ha detto cosa fare e dove andare a colpire.
Gli agenti del Commissariato di Fano e della Squadra Mobile di Pesaro hanno lavorato senza sosta in queste settimane per cercare di scoprire esecutore, mandante e movente. Un lavoro certosino straordinario che la stessa Procura ha seguito passo passo con il Pm Silvia Cecchi. Il prossimo 4 maggio verranno analizzati i tre cellulari sequestrati dalla polizia ai tre indagati: accertamenti di natura irripetibile per vedere cosa c’è dentro tra foto, video e messaggi. Se si andrà a processo Fano TV si costituirà parte civile. Per ciò che riguarda il collaboratore coinvolto, infine, l’editore e direttore responsabile dell’emittente Marco Ferri, gli ha ribadito la massima fiducia e la solidarietà dei colleghi. “Questa settimana sarà molto intensa per tutti noi – ha specificato Ferri – perchè dal 3 maggio cambieremo di nuovo operatore di rete. Una operazione tecnica importante che consentirà di risolvere definitivamente quei piccoli problemi di ricezione che si sono avuti con il primo cambio di frequenza. Pertanto saremo impegnati in una campagna informativa piuttosto massiccia che servirà a ricordare ai telespettatori di risintonizzare i decoder o i televisori per ricevere ancora meglio Fano TV, sempre sul canale 17 e in tutta la regione Marche”.
Ma il collaboratore che non riesce a “tenerlo nelle mutande ” chi è? ?
Chi sarà…!?