Ci chiediamo come mai il nostro sindaco baldanzoso non abbia inaugurato il nuovo tratto dell’interquartieri a cavallo una bella bici fiammante, invece di utilizzare una Vespa. Non è lui il sindaco della “mobilità dolce”, il tutore e Babbo Natale della “città dei bambini”? A noi risulta ancora che i bambini vadano a piedi o in bici, non in Vespa.
Ve lo spieghiamo noi come mai non ha fatto questa scelta. Provate a percorrere l’interquartieri in bici, da Via Fanella lato mare a Via Trave, usando solo le piste ciclabili a disposizione, senza invadere i marciapiedi: un vero e proprio percorso ad ostacoli e pure pericoloso. Fin dalla partenza inizia un pezzo di ciclabile, che però muore dopo venti metri, dietro un pannello antirumore. Allora, per non andare sul marciapiede, alla rotatoria, scendiamo e attraversiamo uno degli incroci più pericolosi per la velocità e la frequenza con cui le macchine vi transitano. Percorriamo la ciclabile fino alla rotatoria con via Fornace. Scendiamo e riattraversiamo. C’è una pista ciclabile ed è dietro a un enorme pannello antirumore, la utilizziamo con la sensazione di passare di fianco a un muro di Berlino. Infine ci troviamo finalmente alla rotatoria di Via Trave. La rotatoria più pericolosa in assoluto per pedoni e ciclisti, che ci lascia in balia di vecchie strade strette e pericolose, prive di corsie e piste ciclabili. Così come quella di Via Fanella, da dove siamo partiti in questo “viaggio”. Pensate a un bambino e a un anziano in queste situazioni. Oltretutto alla fine di un marciapiede, in direzione via Liguria, c’è una specie di scalino che diviene una barriera architettonica.
Certo, con la nuova interquartieri qualche fanese risparmierà 2 o 3 minuti per tornare a casa, qualche via parallela avrà visto diminuire il traffico, sono buoni segnali. Ma tutto ciò vale 4 milioni di euro (più espropri per almeno altri 4 milioni) per 900 metri di strada, ben percorribili solo per auto (e Vespe), che alla fin fine portano i veicoli sempre da via Roma a via Giustizia e all’imbuto del parcheggio del Circolo Tennis, per incanalarsi, in un budello di strade, sulla Statale Adriatica?
Il tutto realizzando uno scempio urbanistico epocale, con pannelli antirumore orribili e già imbrattati, ma soprattutto inutili, visti i volumi di traffico e l’ottimo asfalto fonoassorbente. Entrare nella nuova interquartieri lascia quella sensazione di accesso a un ghetto, quasi nel Bronx. Una ferita che rimane aperta, in un quartiere che era “verde”, a misura di persona e vivibile. E’ questa la città dei bambini che il Babbo Natale Seri ha promesso nella sua casetta leggendo le letterine dei bambini fanesi? Caro Sindaco, faccia togliere i pannelli antirumore e li sostituisca con barriere vegetali, potrebbe essere un bel passo in avanti. Realizzi una pista ciclabile continua anche sul lato mare e metta a senso unico alcune vie limitrofe estrapolando nuove piste ciclabili di raccordo con la città. Solo questo può dare un po’ più di senso a quest’opera, che, come direbbe Vasco, “Un senso non ce l’ha”.