E’ difficile alzarsi una mattina qualsiasi e trovarsi a leggere tante notizie completamente false ed inventate.
Scriviamo queste poche righe non certo per iniziare o continuare una battaglia virtuale, di cui francamente non abbiamo nessun interesse, ma per provare a ridare senso alle parole che si scrivono e per rispetto nostro e di tutte le persone chiamate in causa in questo festival giornalistico di chi la spara più grossa per avere più lettori e commenti o perché semplicemente non sanno cosa scrivere.
I titoli dei quotidiani on line locali e speriamo solo di quelli suonano piu o meno così: “Scontri a San Lazzaro tra forza nuova e centri sociali”. Noi proviamo a suggerirne un altro: “Per caso c’è la guerra a San Lazzaro?”.
Ieri sera molti di noi, che abitano o frequentano i luoghi di quel quartiere da sempre insieme a comitati e cittadini del quartiere, eravamo a San Lazzaro per un’assemblea dove si discuteva di una serie di iniziative da programmare nel e per il quartiere nei prossimi giorni: iniziative propositive e concrete che provano a praticare la solidarietà, lo stare insieme senza paura o pregiudizi e la cooperazione tra uomini e donne.
Usciti in strada, chi per tornare a casa, non è colpa nostra se abitiamo quel quartiere, chi per farsi una passeggiata o una birra in un bar, ci siamo trovati di fronte uno scenario surreale: strade bloccate da camionette, celere in assetto anti sommossa, polizia in borghese ovunque che ci ha “intercettato” e bloccato per strada, insieme ad altre persone che semplicemente camminavano per il proprio quartiere, quelle strade e quei luoghi vissuti e attraversati tutti i giorni.
A quel punto, visto l’impossibilità di essere liberi di andare dove si vuole, dicono per una decina di persone ferme al centro commerciale, le famose ronde, ricordate?, abbiamo iniziato a chiacchierare con le persone, dai giovani, letteralmente sfrattati dal centro commerciale dove escono tutti i giorni, alle altre persone bloccate da quest’assurdo spiegamento di polizia e l’unica cosa che ci dicevamo era propria questa, possibile? Ma è scoppiata la guerra a San Lazzaro e non lo sapevamo?.
Questi i fatti, e non ci vuole molto a ricostruirli, andate a parlare con chi c’era, era lì, anche i giornalisti, quelli seri però, e ha visto e subìto la militarizzazione di un intero quartiere.
Ci auguriamo, ma staremo a vedere, che le prossime volte chi si considera un giornalista, o i tanti lettori on line che commentano senza avere la minima idea di quello che dicono, perche non erano presenti, forse allora è solo un pregiudizio ideologico a priori?, ricomincino a dare dignità a quel mestiere, scrivendo quello che succede e non invenzioni e a restituire un senso ed un significato reale alle parole che scrivono;
Per concludere: abbiamo scritto queste righe e non ne seguiranno altre non solo per portare un po di verità, di questi tempi merce molto rara e che va conquistata, ma perché chi fa queste operazioni giornalistiche vuole creare mostri e problemi inesistenti, chi ieri girava per San Lazzaro sa qual è stata la causa di quella militarizzazione imponente.
D’altra parte ci chiediamo con ironia, ma anche con consapevolezza, ma oggi chi crede ancora a tutto quello che si legge sui giornali?
Noi, nel nostro piccolo, proviamo a metterci da un’altra parte, con un altro sguardo, per provare a stare , tutti i giorni, nelle contraddizioni e nelle problematiche di tanti uomini e donne colpiti dalla crisi e soggette ad una propaganda della paura, della competizione e delle guerra tra poveri.
L’idea è semplice, ma più a parole che nella pratica: mettersi insieme, organizzarsi, creare solidarietà e relazioni sociali di fiducia e rispetto, sapendo che chi ci vuole farci pagare questa crisi sta in alto e non come vorrebbero farci credere in basso. Sta solamente a noi, studenti, lavoratori precari, disoccupati, migranti, pensionati, che stiamo in basso, invertire la tendenza e fare pagare la crisi con tutto quello che comporta a chi l’ha provocata e continua a farcela subire.
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